Chapter 3

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"La morte lascia una dolore che nessuno può curare. Ma l'amore lascia ricordi che nessuno può cancellare"

«Dove sono papà e la sorellona?» era questa la domanda che mi frullava per la testa e che fece impallidire i presenti ;«Ecco loro-» provo a dire mia zia Anna, una donna sulla cinquantina, capelli tinti e bassa ma corpulenta ;«Qualcuno che per cortesia arrivi infetta al nocciolo della questione?» domandai esasperata ,sapendo già che mia zia ci avrebbe messo dei mesi prima di arrivare al dunque ;«Non ce la hanno fatta sono morti sul colpo» disse schietto mio zio Maurizio, mi crollo definitivamente il mondo addosso ma non feci scorrere le lacrime che premevano per rigarmi il volto ;«Potreste portarmi da loro?» chiesi ;«Va bene» mi rispose sempre mio zio.
Dopo avere preso l'ascensore ed essere scesi al piano -1 mi ritrovai una porta su cui si poteva leggere "Obitorio", senza dire nulla mi portarono verso i loro tavoli ;«Sono loro?» chiesi vedendo due corpi ricoperti da dei teli bianchi ;«Si sono loro» mi rispose mia nonna, una adorabile donna di 75 anni con i capelli grigi a riccioli anche essa bassa e corpulenta ;«Potreste tornare al piano di sopra? Cosi se succedesse qualcosa almeno ci siete voi» richiesi e venni accontentata.
Mi avvicinai hai due corpi dai quali tolsi il lenzuolo bianco fino a scoprire le spalle ;«Ciao Papà» dissi al corpo senza vita di mio padre, un uomo molto bello che appariva perfino più giovane rispetto all'età effettiva, alto come me ,capelli corti e lisci, i lineamenti del volto molto squadrato ma trasmetteva felicita e gioia ;«Ciao Adele» dissi a mia sorella maggiore una ragazza minuta e magra, i capelli lunghi e mossi, è come Papà neri ;«Perché mi avete abbandonata? Mi avevate promesso di starmi accanto che mi avrete accompagnato per tutta la vita... perché?».
Tutte quelle domande dette tra le lacrime rimarranno senza risposta per sempre, mi asciugai le lacrime e baciai entrambi in fronte per poi ricoprirli con i teli bianchi.
Mi diressi verso la porta volgendo l'ultimo sguardo a quei due corpi ;«Vi voglio bene» detto ciò in poco tempo mi ritrovai dinanzi all'ascensore che mi avrebbe riportato da dove ero partita.
Una volta ritornata al piano terra mi diressi verso la terapia intensiva per vedere come era la situazione, una volta arrivata non vedendo più i miei parenti davanti alla porta del reparto decisi di entrare ;«Secondo voi se staccassi questo cavo morirebbe?»chiesi uno dei miei zii in quell'esatto momento mi nascosi ed iniziai a registrare la conversazione ;«Se vuoi che muoia Maurizio dovresti staccare il respiratore cosi almeno nel morire soffre come un cane» rispose zia Anna ;«Non credete di star esagerando in fin dei conti e sempre vostra coniata» intervenne la Nonna ;«Ha noi non ci interessa, vogliamo solo la sua eredita visto che abbiamo la possibilità di amministrare il patrimonio fino ai che quell'abominio di nostra nipote non compie diciott'anni» disse ghignando mia zia ;«Sei geniale tesoro» disse elogiando mio zio, nel frattempo la donna stava per staccare il respiratore quando intervenni ;«Cosa avreste intenzione di fare esattamente? Per caso volete uccidere mia madre staccandogli il respiratore?» all'udire quelle parole tutti impallidirono ;«Milena ma cosa stai dicendo?»disse la zia facendo la finta tonta ;«Si dia il caso che per puro caso io stessi ascoltando il tutto, sapete vero che è ha descrizione del minore scegliere se essere affidato ad un famigliare o meno?».
In quel momento mia zia mi si scaglio contro cercando di strozzarmi ;«Senti brutto sgorbio deforme credo che tu non abbia capito come funziona, tu verrai affidata a noi in più tutto quello che sta succedendo ora non è registrato e nessuno ti credere NULLITÀ CHE NON SEI ALTRO!» continuando a stringere la presa sul collo tanto che il mio volto divenne blu per mancanza di aria ;«SIGNORA SI FERMI IMMEDIATAMENTE!» urlo il medico appena entrato nella stanza, solo a quel punto quel mostro lascio la presa sul mio collo e caddi a terra tossendo ;«Che ti sia da monito sgorbio» disse acida la donna sputandomi a dosso
;«Signorina sta bene?» domando preoccupato il medico, annui continuando a tossire ;«Adesso gli faccio cacciare dalla sicurezza va bene?» annui un altra volta incapace di parlare, il dottore estrasse un walkie talkie dalla tasca del camice ;«Sicurezza c'é stata una aggressione in terapia intensiva richiedo intervento immediato» quelle furono le ultime parole che sentì visto che svenni.
Mi sveglia in un letto di ospedale ed dinanzi a me vi era una coppia di carabinieri ;«Buongiorno signorina finalmente si è ripresa» disse in modo dolce un agente, avrà avuto all'incirca una quarantina d'anni, alto all'incirca 176, spalle strette, i lineamenti era molto marcati ma il volto era lo stesso molto dolce, capelli corti e scuri come gli occhi grandi ed anche quelli di colore scuro ;«Come si sente ?» chiese a sua volta l'altro militare, una donna dai lineamenti dolci, anche ella avrà all'incirca l'eta del collega, alta 155 circa spalle abbastanza larghe per essere una donna ;«B-Bene la ringrazio» risposi a fatica ;«Ne sonno felice»affermo la donna ;«Si sa qualcosa di mia madre?» chiesi hai due adulti, sui loro occhi si formo un velo di tristezza ed amarezza ;«Mi dispiace tanto ma non ce la fatta» a quelle parole scoppiai in un pianto isterico tanto che per calmarmi chiamarono due infermiere ed un medico che mi somministro un calmante che mi fece dormire per un paio di ore.
Al mio risveglio mi informarono che sarei stata affidata agli assistenti sociali ,che si sarebbero occupati di me fino al giorno in cui non sarebbe stato deciso diversamente.
Da quell'istante tutto cambiò, sarei stata costretta a crescere infetta per affrontare tutto questo ed ero consapevole che avrei incontrato molte difficolta da quel momento in avanti.

New Life~ Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora