Apro gli occhi lentamente e il buio che avvolge la stanza mi rende impossibile l'immediata compressione dell'ora. Accarezzo le lenzuola, passo il dito fra le varie piegature della seta, ma non lo trovo. Da quanto si sarà alzato? Che ore sono?
Sposto lo sguardo verso l'orologio da comodino, segna le quattro e trenta.
Un filo di vento entra nella stanza facendomi tremare; cerco in vano qualcosa per coprirmi, ma il lenzuolo è a terra insieme ai miei vestiti, l'unica cosa che mi copre è la sua maglia.
Non mi vorrei alzare, ma l'afa rende impossibile la sosta su quel materasso; così mi dirigo in bagno: mi levo la maglietta e mi fisso allo specchio. Fisso la pelle [c/p] ricoperta da macchie rossastre e graffi sulla parte posteriore; lego i miei folti capelli e noto i succhiotti ricoprire il mio collo. Apro l'acqua, e mi depuro da quella sensazione di appiccicaticcio che l'estate mi addossa.
Nel buio vago in cerca della porta ed esco dalla stanza, silenziosamente vado verso la cucina e lo vedo; nei suoi pantaloncini neri, maglietta bianca e grembiule da cucina.
È uno spettacolo.
Mi mordo il labbro appoggiandomi alla porta mentre lo osservo tagliare con un colpo secco un pomodoro: osservo le sue possenti braccia e come ogni volta che taglia qualcosa le sue vene si invigoriscano. Mentre lo scruto capisce che mi trovo alle sue spalle e ghigna:
"Vuoi restare sull'uscio a guardarmi per sempre?" dice mentre continua a lavorare:
"Ero ipnotizzata dal tuo sedere." Si irrigidisce, come ogni volta che apprezzo il suo corpo o gli faccio un complimento.È stato davvero difficile approcciarlo all'inizio:
lui studiava gastronomia e io chimica, le nostre facoltà erano nello stesso plesso: mi fissava da lontano, ogni volta che mi vedeva nei corridoi o entrare in qualche aula. Molti si sarebbero spaventati, ma io presi coraggio e gli andai a parlare, poi il resto è venuto col tempo.Mi avvicino a lui e lo osservo lavorare:
"che stai facendo?" mi appoggio al banco da cucina: "Sto sperimentando degli antipasti italiani" prende una delle fette di pane tostato e fa scivolare su di esse un filo d'olio: "Sembra delizioso.." addento il pomodoro che aveva in mano e lui mi fa una smorfia per poi lasciarmi un umido bacio sulle labbra; si leva i guanti in lattice buttandoli nella spazzatura, impiatta le bruschette poggiandole sul tavolo, si lava le mani e si sfila il grembiule: "No, tienilo" mi guarda con fare interrogativo: "Perché?" Non mi ascolta e se lo toglie piegandolo e poggiandolo sulla sedia: "Uff, sembravi mia madre." rido e mi avvicino a lui: "Allora dovevo essere molto carino". Mi prende per la vita e mi avvicina al suo busto, ci guardiamo intensamente e io mi perdo nelle sue iridi scure come il catrame. Scosta delle ciocche di capelli per vedere meglio gli ematomi sul mio collo: "Mi sa che sta notte ho esagerato" dice passandomi un dito sulle ferite, io sussulto per il freddo che viene a contatto con la mia pelle infiamme: "Scusami." Adoro il suo riguardo nei miei confronti: quando mi tocca sembra che mi chieda sempre il permesso, come oggi, allora. Il nostro primo bacio, la nostra prima volta, il primo appuntamento, il primo ciao.
Questi ricordi mi trasmettono un senso di malinconia facendo interrompere il nostro contano visivo. Mi incupisco e mi appoggio al suo petto: vengo delicatamente avvolta dalle sue braccia e le mie mani si posano sui suoi pettorali; mi esce qualche lacrima dalle estremità degli occhi, ma le lascio correre; non sono abbastanza forte per fermarle. Lui appoggia il suo mento sulla mia testa e tira su col naso. "Hey [T/n]" Mi chiama con una voce spezzata e singhiozzante: "Ti ricordi quella sera quando eravamo a quel gala con i più importanti chef nazionali?" annuisco: "Ti ricordi che avevo una cosa verde fra i denti ed era il mio turno di fare il discorso?" Tiro su col naso e rido: "era enorme" commento, "Già.." lui guarda in aria: "Tu mi hai baciato e me lo hai levato." Sorrido ripensandoci: "È stato difficilissimo." Stringo fra le dita la sua maglietta cercando di affossare nel suo petto: "Beh per me è stato il gesto di amore più bello che tu abbia mai fatto." Mi stacco dal suo petto e lo guardo scettica: "Più bello?" Mi fa di sì con la testa e sarcastica gli dico: "Se la metti così, per San Valentino ti comprerò un mazzo di prezzemolo e te lo metterò fra i denti" ride: "E me li toglierai?" faccio spallucce: "Sarebbe quello l'obbiettivo" ridiamo tutti e due, ma dopo un po' il mio sorriso svanisce e ritorno ad affondare la testa su di lui.Ma quale San Valentino? Quale noi? Dovremmo smetterla di scambiarci questi gesti d'affetto, dovremmo smetterla di innamorarci sempre di più ogni secondo che passa, dovrei staccarmi da lui, dovrebbe staccarsi da me... Tutto ciò farebbe meno male?
Non siamo mai stati bravi con le relazioni a distanza, ma non posso chiedergli di rinunciare alla sua carriera, e lui non può chiederlo a me.
Vorrei seguirlo, oltre oceano, oltre la nostra terra, oltre l'Asia; ma non posso.
Ci siamo ripromessi che ci sentiremo, che resteremo amici, ma mi abituerò mai alla vista di te con qualcun altro? Mi chiederò sempre se per noi c'è un futuro? Se tu ritornassi o io andassi da te, mi ameresti di nuovo?
Vorrei stipulare un patto che se mai ci rincontrassimo e fossimo tutte e due nubili, ci riproveremmo; magari questa volta io seguirò te o tu me o magari andremmo di pari passo.
Vorrei dirti di smetterla: stacca le tue braccia dal mio corpo, fammi prendere i bagagli e dimenticami. Farebbe meno male? Sarei una stronza se lo facessi; ma lo sei anche un po' tu, facendomi stare qui, volendo slegare il nostro rapporto una volta salito in aereo."Hai fame?" Mi sussurra nell'orecchio irrompendo fra i miei pensieri; la sua voce è la melodia più bella che io abbia mai sentito.
Chiudo gli occhi e faccio di sì con la testa, lui scosta una ciocca dei miei capelli dalla fronte e mi bacia una tempia, mi prende per la mano e mi fa sedere. Fa la sua solita scenetta di quando mi deve presentare una sua creazione e io ogni volta rido a crepapelle.
Mangiamo uno di fronte all'altro, ci scambiamo sguardi fugaci e ridiamo del più e del meno; il tempo non conta in quei momenti, ci siamo solo io e lui, e il suo ottimo cibo.
Dopo aver finto di lavare i piatti mi raggiunge in salone e mi guarda: "Andiamo a letto?" Annuisco, mi prende in braccio e ridiamo: mi bacia da per tutto e poi mi poggia sul letto continuando a posare le sue labbra fresche sulla mia pelle delicata.Ora capisco cosa sta facendo...
non sta aggirando il problema, non sta sviando la discussione; sta cercando di godersi, di imprimere nella sua mente ricordi ritraenti me: sta cercando di fissare il mio profumo, i miei lineamenti, le mie fisse, modi di fare e i sorrisi.
Mi sento una vera merda a non averlo capito prima.Delle gocce si schiantano sulla mia maglietta e vedo lui fermarsi: è poggiato con la fronte al mio ventre. Mi alzo e prendo il suo viso fra le mani, cerca di nascondersi fra i ciuffi ricci del suo capo: "Guardami.." Passo una mano fra la sua chioma e alzo il suo viso, così che io possa ammirarlo, così che mi sia più chiaro.
Le mie mani si bagnano delle sue lacrime che raggiungono i miei polsi e scivolano fino agli avambracci: "Se vuoi non parto, rimango qui, fra le tue braccia.." dice singhiozzando: "No, ti prego non fare questo errore." Li bacio la fronte e lui mi guarda dritto nelle iridi: "Posso posticipare la partenza, il tempo che ti laurei!Non avevi detto che pure tu che volevi andare in America?" Anche qualche goccia straripa dalle mie palpebre, ma imperterrita sorrido: "Sarebbe bello, ma quante volte hai già posticipato? Sta sera prenderai quel volo.
È il tuo sogno, le porte della cucina mondiale si sono aperte, varcale."
Lui scuote la testa e abbassa lo sguardo:
"[T/n]" lo interrompo: "Ci rivedremo te lo assicuro." Cerca le miei labbra rossastre e gonfie: "Mi amerai ancora?" Questi si allungano e sfoggiano l'avorio nella mia bocca: "Sì" le nostre labbra si incrociano e le nostre lingue danzano insieme: i baci sono lenti, ma intensi, le sue mani fredde si infilano sotto la maglietta facendomi gemere, mentre le mie dita si intersecano nei suoi ricci; ci coccoliamo fra le lenzuola del letto e cadiamo addormentati, dimenticandoci del domani e illudendoci che questa è una sera come tante.

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Haikyuu One-shot
FanfictionUna collezione di One-shot sui personaggi di Haikyuu. Spero che le mie storie non risultino banali e riescano a trasmettervi qualcosa. Trovate: Sakusa Kyoomi [Love&Food] Iwazumi Hajime [Your name] Kageyama Tobio [Poker face] Kuguri Naoyasu [Snow day...