Capitolo 1
Ero tranquillamente seduta a leggere, quando un tonfo mi fece sobbalzare. Proveniva dal bagno. In casa eravamo solo io e mia sorella. Di sicuro ha fatto cadere qualcosa, pensai, ma un urlo acuto e stridulo mi fece ricredere. Alzai gli occhi al cielo e segnando la pagina dove ero arrivata corsi verso mia sorella. Entrai in bagno. Lei era in intimo con migliaia di trucchi davanti, con il pettine per terra e la piastra in carica. La guardai interrogativa.
“Scarlet è successa una tragedia!” esclamò allarmata.
“Cosa?” chiesi raccogliendo il pettine.
“Non so cosa devo indossare!” disse mettendosi una mano sui capelli.
“E tu staresti sul punto di piangere perché non sai che cosa ti devi mettere? Mi hai chiamata nel bel mezzo di una lettura per questa cavolata? Non ci posso credere. “ Dissi io scuotendo la testa, tornando in camera mia.
“Non è una cavolata, è una cosa seria. Non so cosa indossare il giorno del compleanno del mio ragazzo.” Disse lei spalancando la porta di camera mia.
“Se proprio lo vuoi sapere, Jake non si meriterebbe proprio niente. E’ un bastardo, ma tu gli dai ancora retta. Ti prego Mia cresci.” Dissi io continuando a leggere.
“Io dovrei crescere? Ho vent’anni e sono in grado di decidere il mio ragazzo. Dovresti essere tu la bambina. Che pensi ancora che esisti il principe azzurro, che continua a sprecare la sua vita dietro dei stupidi libri!” disse acida.
“ intanto i miei libri non mi fanno tornare a casa ubriaca ogni mattina e non costringono mia sorella minore ad accudirmi e ad asciugare le mie lacrime. Perché è questo che faccio io. Ho 18 anni e stai certa che appena finisco il college non mi vedrai più in casa tua a leggere libri e cose del genere. “ dissi io chiudendole la porta di camera in faccia.
“Scusa Scarlet, non ero in me. Apri la porta” disse lei bussando ripetutamente alla porta.
“Non ci penso proprio. Non dovevi andare dal tuo caro Jake o sbaglio?” chiesi io scontrosa.
“Ci ho ripensato. Voglio passare una serata con te.”
“Non credo ti conviene, sai più di me come potrà reagire Jake. Ne riparliamo domani mattina. Ora va, non voglio sentire le urla di mia sorella mentre viene maltrattata.” Dissi io aprendo la porta.
“Questi sono problemi miei. Ora alzati e ordina una pizza che io penso al resto.” Disse correndo in camera sua.
Io scesi le scale ordinando la pizza alla pizzeria più vicina. Scese anche mia sorella con felpa e tuta. Mi sorrise e corse verso il frigorifero; prese due birre e le adagiò sul tavolino di vetro difronte al divano. Poi scappò di sopra e prese due mega coperte con cui un paio di minuti dopo ci coprimmo. Ma lei si rialzò subito dopo per prendere un dvd dal ripiano al disopra della televisione. Non feci in tempo a guardarlo che l’aveva già inserito nel lettore dvd. D’un tratto partì la canzoncina Harry Potter, risi.“Harry Potter. Maddai .. Mia hai 19 anni, non credo che sia proprio adatto!” Risi ancora
Si girò con uno sguardo di fuoco. “Tu non puoi capire” Scosse la testa, venendo interrotta dal campanello. Corse fino alla porta pagando e prendendo le pizze. Le adagiò vicino alle bibite e prese il telecomando e si mise sotto le coperte con me.
Arrivarono presto le 11:00p.m. e quindi la fine del film. Sorrisi girandomi verso mia sorella.
“Mi mancavano queste serate tra sorelle.” Dissi io abbracciandola
“Beh.. anche a me. Dopo due belle pizze ci vorrebbero i fantastici dessert di mamma” disse abbassando la testa.
“Sarebbero perfetti. Che ne dici se un giorno di questi l’andiamo a trovare?” chiesi io distaccandomi da lei.
“Dovremmo volare da Washington alla California? Scarlet.. sai che non sarà una buona idea. Insomma torneremo alla nostra vita di prima, torneremo da dove siamo scappate e non credo sia una buona idea.” Disse lei disapprovando completamente il mio desiderio.
“Beh, forse hai ragione” Annuii prima di essere interrotta dalla suoneria del cellullare di Mia.
“Ciao.. no, sono a casa .. non ho intenzione di venire .. vai a quel paese, io non mi muovo di qui.. non me ne importa niente, fai quello che ti pare.. E’ finita Jake!” disse lei sbattendo il telefono sul tavolino di legno. “Fanculo” disse lei scostando le coperte. Corse verso la porta e la chiuse.
“Molto probabilmente verrà qui. Non ti garantisco che rimarremmo al sicuro al cento per cento, sono abbastanza certa che non potrà sfondare la porta conoscendolo avrà così tanto tasso alcolico dentro di lui che non si reggerà nemmeno in piedi.” Disse lei sospirando.
“Potremmo anche andare da Luke, Zia ci ha sempre detto che per qualsiasi cosa dovevamo andare da lei.” Dissi io scattando in piedi e correndo per le scale.
“Ci dobbiamo sbrigare. Conoscendolo è già in viaggio!” disse lei allarmata. Scesi di sotto con in mano un borsone con tutto l’occorrente e le sue scarpe. Le infilò velocemente e aprendo la porta corremmo verso la macchina in garage. In men che non si dica ci trovammo immersi nel traffico di Washington. Luke era nostro cugino, aveva diciotto anni come me e ci siamo sempre voluti bene lui e zia ci hanno sempre raccomandato di andare lì appena fosse sorto un problema e beh eccoci qui dirette verso casa sua. Scendemmo appena arrivammo e suonammo al campanello. Ci venne ad aprire nostro cugino, appunto. Ci guardò stranite prima di prendere le nostre borse.
“Jake si è arrabbiato e siamo venute qui prima che succedesse il finimondo.” Spiegai velocemente chiudendo la porta alle nostre spalle. Sul divano fidi una folta capigliatura riccia castana con un paio di occhi verdi-castani all’incirca della nostra età. Mi diede un occhiata e poi ritornò con gli occhi puntati sul suo telefono. Ero nervosa e mi iniziai a mordicchiare le unghie. Una mia brutta abitudine. Mia e Luke mi stavano guardando e mia sorella scosse la testa seguita da mio cugino. Loro erano uguali, in tutto sia fisicamente che caratterialmente. Ma nonostante tutto volevo un mondo di bene ad entrambi. “Zia?” chiesi io riprendendomi dal mio momento di ipnosi. “E’ uscita con papà per l’anniversario, tipo.. non ho capito molto dove sono andati comunque che ritorneranno tra poco, vi fermate anche la notte?” cambiò discorso. “ Beh se non è un problema sì!” disse mia sorella rispondendo alla sua domanda.
“No, potete dormire della camera degli ospiti. E Ash dorme con me!” disse lui facendo un cenno all’amico sul divano. Quindi si chiamava Ash. L’avevo visto qualche altra volta al college. Seguiva il mio stesso corso di letteratura inglese. Era carino.
“ Non ci presenti il tuo amico Luke?” disse mia sorella dandomi una gomitata prima di sedersi sulla poltrona a destra del divano.
“ Piacere sono Ashton Irwin e credo di frequentare il vostro stesso college. Tu sei Mia Lewis-indicò mia sorella con un cenno- e tu sei .. “
“Io sono Scarlet Lewis .. la cugina di Luke e sorella di Mia “ dissi io torturandomi le mani. “
Lui mi studiò attentamente ma non fece in tempo a parlare che il rumore della serratura ci interruppe. Erano gli zii. Mi girai di scatto verso la porta ed io e Mia ci fiondammo ad abbracciargli. “ Ciao ragazze che ci fate qui? “ chiese mia zia salutandoci. “ Beh volevamo .. emh .. “ iniziai ma non seppi come continuare. Ad un tratto Luke mi interruppe. “ Sono venute per fare un saluto ma io le ho invitate ad restare anche per la notte.” Esclamò lui buttandosi sul divano e cambiò canale. Risi dall’espressione che aveva preso il volto di Ashton al perdita del suo programma preferito. Almeno credo. “Va bene, e Ash .. tu rimani?” chiese mio zio ad Ash. “Se non è un problema Andrew” disse lui cercando di riprendere il telecomando. Scoppiò una sorta di rissa tra mio cugino ed il suo amico. Il vincitore fu quest’ultimo, ma la zia Liz ci interruppe. “Ragazzi tutti a letto ormai è quasi mazza notte. Tutti acconsentimmo ad eccezione di Luke che controbatté per una decina di minuti circa. Salimmo nelle nostre camere con il borsone che avevo preparato precedentemente a casa. Aprimmo la porta della nostra camera, ma prima di dirigermi verso il bagno attesi che Mia prendesse il telefono dal fondo della sua borsa.
“10 chiamate senza risposta ed un messaggio: sappi che non me ne importa niente di te, non vedevo l’ora di mollarti” lesse ad alta voce prima di sbattere il telefono per terra. Il rumore rimbombò per tutto l’appartamento. Ci fu una lacrima e poi un’altra fino a formare una macchia sulla federa. Una macchia che se ne andrà presto, ma non dal suo cuore malconcio.
“E’ meglio così. Non ti meritava. E non dire di essertene innamorata perché non è vero. E’ solo uno stronzo. E lo sai meglio di me” dissi io abbracciandola.
“Che succede ragazze?” chiese Luke con dietro Ash sulla soglia della porta.
“Niente!” rispose brusca mia sorella “ L'ha lasciata “ dissi io staccandomi da lei. “Non ti maritava e tu lo sai bene” Le sorrise mettendole un braccio sulle spalle. “ Ed ora andiamo ad ubriacarci bene bene!” sorrise divertito Luke. “Tu sei pazzo se ci becca zia e la fine, e poi non possiamo uscire conciati così.” Dissi io indicando la tuta. “Allora vado a prendere un po’ di whisky dalla cucina. “ disse mio cugino scendendo di sotto. “Chi era?” chiese non curante Ashton ancora sulla porta “Jake” dissi io buttandomi sul letto. “Jake Miller? Il Jake che ha spezzato cuori a forse la metà delle ragazze del primo? O andiamo Mia non ti puoi fidare di lui sarebbe come fidarsi di un diavolo. E’ stato anche indagato per rapina e stupro!” disse lui sconvolto. “ Lasciamo perdere ciò provato per 6 mesi!” dissi io sospirando. Scosse la testa e prese la sedia sotto la scrivania sedendovisi sopra. Luke entrò per poi chiudere la porta a chiave. Diede l’alcolico a Mia e prese un bicchiere per ognuno di noi e la bottiglia la lasciò a lei. “ Ora ti puoi ubriacare tanto domani non hai lezione, mentre noi sì quindi credo proprio che io e Ash adiamo in camera, se vuoi ti puoi tenere la bottiglia.” Disse Luke prima di augurarci la buona notte e andare accompagnato dall’amico in camera sua.
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The light in my darkness
RomanceUn’adolescenza trascorsa tra romanzi di Shakespeare e musica dei The Fray; Una vita passata a casa senza uscire quasi mai, solo raramente con sua sorella. In una di queste uscite troverà un ragazzo.La causa di tutti i suoi problemi. Riuscirà a conq...