Cultura GAY

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Il termine "omosessualità" era quello principalmente utilizzato nel mondo fino alla fine degli anni '50 e i primi anni '60 (correlato al movimento omofilo); dopodiché venne ad emergere una nuova "cultura Gay" più vicina ideologicamente al nuovo movimento di liberazione omosessuale che stava spianandosi la strada: "Questa nuova cultura gay disegna sempre una gamma completa della vita sociale; non solo i desideri omosessuali, ma gli stessi gay e le persone a loro più vicine, oltre alle pratiche sociali etichettate come gay che sono un segno distintivo della nostra opulenta società postindustriale".





Nel corso del XIX secolo e nella prima metà del XX, un'autentica cultura gay non poteva che rimanere celata allo sguardo comune, basandosi su simboli segreti (come il garofano verde appuntato al petto di Wilde o l'anello infilato al dito mignolo) e codici intrecciati ad un generale contesto eterosessuale. L'influenza sociale delle persone gay in Europa e Nordamerica era all'inizio limitata principalmente alla cosiddetta cultura alta di stampo più o meno artistico.






L'associazione di uomini omosessuali con l'opera, il balletto e la coreografia, il campo della moda e dell'alta moda, la cucina, il teatro e i musical, ma anche con l'età aurea del cinema di Hollywood e il design degli interni, prese il suo avvio all'interno del mondo alto borghese e/o aristocratico del tempo; si utilizzavano questi mezzi di comunicazione per poter inviare certi determinati messaggi di "ambiguità".

Un esempio fra tutti, nel film Gli uomini preferiscono le bionde del 1953 accanto all'"eterocentrica" Marilyn Monroe esegue un numero musicale la "mora" Jane Russell; all'interno d'una palestra l'attrice canta "Anyone Here for Love" mentre una selva di uomini muscolosi danzano tra loro attorno a lei: qui i costumi degli attori maschili sono stati disegnati da un uomo, così come da un uomo è stato coreografato il balletto e i ballerini (come sottolinea lo sceneggiatore gay Paul Rudnick) "paiono molto più interessati all'evento che si sta svolgendo tra loro che alla Russell". Tuttavia, la presenza d'una tale scena viene sottoposta all'opera fortemente censoria e produce e lavora alla fin fine ad un generale tema eterocentrico









Dopo i Moti di Stonewall del 1969 avvenuti a New York a seguito delle brutalità e violenze commesse nei loro confronti dalla polizia, la cultura gay (o sottocultura omosessuale maschile) è stata per la prima volta riconosciuta ufficialmente e mediaticamente. Nel 1980 un gruppo di sette autori gay dichiarati forma i "The Violet Quill", un centro letterario incentrato sulla scrittura della propria esperienza gay come "trama normale" dei loro libri, non più (com'era fino ad allora stato preponderante) come linea collaterale negativa all'interno d'una storia per lo più positivamente eterosessuale.





Un chiaro esempio di ciò è il romanzo Un giovane americano di Edmund White; in questo che è il primo volume di una trilogia White descrive in prima persona di come un adolescente omosessuale cresce e vive con un padre corrotto e lontano; il giovane impara così le cattive abitudini del genitore eterosessuale applicandole alla propria specificità esistenziale gay.




Un gran numero di celebrità femminili come Liza Minnelli, Jane Fonda e Bette Midler hanno speso una quantità significativa del loro tempo sociale in compagnia di uomini gay urbani, i quali sono stati popolarmente visti da quel momento in poi come sofisticati ed eleganti esempi del jet set; mentre da parte loro celebrità maschili come Andy Warhol potevano più apertamente esibire le proprie relazioni omosessuali






Tale apertura era ancora limitata alle più ampie e più progressive aree urbane (come New York, San Francisco, Los Angeles, Seattle, Chicago, Dallas, Houston, Atlanta, Miami, Boston, Washington DC, New Orleans e Philadelphia); questo stato di cose durò fino a quando l'esplosione pandemica di AIDS non costrinse numerose celebrità popolari ad "uscire allo scoperto" (cioè a fare coming out, uno fra tutti l'attore Rock Hudson nel 1987) a causa della loro malattia, proprio tramite quello che era conosciuto in un primo momento come il "cancro dei gay"


L'individuazione di elementi più strettamente correlati alla cultura gay rispetto agli altri gruppi LGBT include la cultura pop dell'Icona gay, che ha avuto un seguito tradizionalmente maschile; basti pensare ad esempio, nell'ambito del mondo della discoteca, a Madonna, Judy Garland, Cher, Lady Gaga e Diana Ross.



Vi sono infine tutta una serie di sottoculture all'interno della cultura gay, come per esempio la comunità ursina e i "chubbies" (sovrappeso); ma ci sono anche sottoculture con, storicamente, una vasta popolazione gay come i leather e i cultori del BDSM. Il critico gay Michael Musto ha opinato, "Io sono un duro critico della comunità gay perché dal momento in cui ho fatto coming out avevo pensato che sarei entrato a far parte di un mondo di non conformità e di individualità invece, al contrario, questo si è rivelato essere un mondo di cloni in un certo modo. Ho anche odiato il culto nei riguardi dell'abbigliamento ed accessori in stile fascista che hanno assunto certi gay per un lungo periodo".

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