3 hours after that

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Non avrei mai pensato che parlare per tre lunghissime ore con Drew - oltre che essere possibile - potesse rivelarsi divertente e anche molto utile per spostare l'attenzione su qualcosa che non sia il fatto di essere bloccati in ascensore da più di sei ore.
"No, non ci credo!" esclama sbalordito "Cioè tu vuoi farmi credere di essere quella Isabel dei Passeggeri Notturni?"
Faccio roteare gli occhi, accompagnando il gesto con uno sbuffo, incapace comunque di coprire quel leggero sorriso appena accennato sulle mie labbra. "Sei libero di non crederci" faccio spallucce, fingendomi offesa.
"Fammi sentire qualcosa" ribatte lui in tono per nulla scettico, sfoggiando invece un sorriso curioso con tanto di labbra arricciate all'interno. Incrocia le braccia al petto e, aspettandosi una mia reazione, si posiziona a gambe incrociate proprio di fronte a me.
Ancora piuttosto disorientata dall'improvvisa e inaspettata piega che ha preso la conversazione, apro bocca diverse volte prima di decidermi a prendere dalla borsa il mio taccuino. "Qui appunto tutte le idee per la mia rubrica" lo osservo per qualche strana ragione, rigirandolo diverse volte tra le mani con uno stupido sorriso stampato in viso, prima di porgerlo al ragazzo di fronte a me "È già passato quasi un anno dal mio primo intervento in radio".
Drew sfoglia velocemente il quadernetto che lascio tra le sue mani, essendo invece più interessato al ricordo che sta occupando la mia testa: lo capisco dal suo sguardo che mi sta pregando tacitamente di condividere questa perla con lui.
Scuoto la testa e abbasso immediatamente lo sguardo sulle mie mani che giocherellano con le stringhe dei dottor martines, con l'unico intento di nascondere non solo un sorriso ebete, ma anche il rossore che esplode sulle mie guance al solo pensiero di dover condividere con lui un momento tanto speciale della mia vita.
"Eddai" mi prega lui, afferrando le mani con le sue, costringendomi in questo modo a guardarlo dritto negli occhi.
Dopo aver preso un bel respiro profondo, annuisco. Ma quando sto per aprir bocca, un rumore violento fa sobbalzare entrambi, e non solo per lo spavento: segue uno stridulìo acuto che fa da sottofondo al leggero movimento dell'ascensore verso il basso. Ora, nella mia testa, si sono aperti due scenari:
1) è ripartito il meccanismo: finalmente usciremo di qua!
2) questa trappola mortale sta precipitando e si schianterà al suolo, ergo: moriremo spappolati come degli scarafaggi!
Improvvisamente anche le solite luci gialle si spengono, lasciando il posto ad una fievole luce d'emergenza rossa, la quale appare soltanto dopo che un bip acuto è risuonato nell'intero abitacolo.
Le mie mani stringono istintivamente quelle di Drew. "Cos'è stato?"
Posso sentire perfettamente il terrore scorrermi nelle vene, riuscendo addirittura a penetrare le ossa fino a farmi tremare tutta come una foglia d'autunno spinta dal vento.
Il mio vecchio amico scuote però la testa, stringendo i denti e mostrando in questo modo la mascella completamente pronunciata. Ricambia la stretta delle mie mani, ma la sua, al contrario della mia, è ferma, decisamente più rassicurante.
"Andrà tutto bene" stavolta mi guarda dritto negli occhi, come se fosse riuscito a recuperare tutta quella sicurezza in quei pochi secondi passati dalla sua precedente risposta. Eppure so che mente, che finge solo per infondermi coraggio e fiducia, forse anche un po' di speranza. La verità è invece che la paura mi sta letteralmente consumando: nel giro di pochi istanti, il mio cuore ricomincia a suonare come un tamburo impazzito, il respiro mi si mozza in gola, rendendomi quasi impossibile respirare; gli occhi si inumidiscono all'istante ed una serie di singhiozzi scuote ripetutamente il mio corpo, facendomi sudare freddo.
"Isabel, Isabel, ehi! Ehi ehi, no. Isabel guardami" la presa di Drew sulle mie mani si rafforza, nonostante la sua voce giunga alle mie orecchie ovattata e lontana.

Vorrei potermi calmare almeno tanto quanto non vorrei trovarmi in questa situazione, ma non ci riesco; per quanto lo voglia, il panico è riuscito a vincermi. Di nuovo. Per quanto non voglia ammetterlo, la paura è sempre stata piu forte di me.

I wanna be somebody else
Somebody who's not scared as hell
(Somebody Else - Katelyn Tarver)

Drew mi scuote le spalle con forza, quasi come se volesse attirare la mia attenzione. "Trattieni il respiro, Isabel" grida "Trattieni quel cazzo di respiro!". Ma ogni mio tentativo fallisce miseramente.
Stringo le mani di Drew più forte che posso, percependo il suo tocco, sempre più vivido e reale: pian piano riesco a trattenere il respiro, placando lentamente l'attacco di panico.
Inspira. Espira. Inspira. Espira. E così per un paio di minuti prima di riprendere completamente il controllo.
Il mio amico, con le mani ancora strette nelle mie, dopo aver trattenuto il respiro per tutto questo tempo - al posto mio - e con il cuore che ha perso qualche battito per via dello spavento, si slancia in un abbraccio, avvolgendomi completamente con le sue braccia possenti.
"Va tutto bene Isa, è tutto finito" sussurra all'orecchio "Andrà tutto bene".

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