𝑴𝒚𝒔𝒕𝒆𝒓𝒚 𝒓𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆, 𝒆𝒏𝒆𝒎𝒊𝒆𝒔 𝒕𝒐 𝒍𝒐𝒗𝒆𝒓𝒔
[IN REVISIONE]
«Che la tragedia abbia inizio.»
Nel liceo classico Giacomo Leopardi si narra una leggenda sull'odio reciproco delle classi 4a e 4c. I protagonisti di queste dicerie sono...
C'erano una volta, nel liceo classico Giacomo Leopardi, un ragazzo e una ragazza nati nella stessa ora dello stesso mese dello stesso anno. La ragazza si chiamava Roberta Machiavelli, mentre il ragazzo portava il nome di Simone Aretino. Una profezia molto antica, di cui nessuno era mai stato a conoscenza, presagiva che questi due ragazzi sarebbero stati uniti dal destino. Questa profezia recitava:
In una notte di luna piena due astri insieme prenderanno vita. Due vite intrecciate dal fato, due destini che si fondono in uno. In una notte di luna piena i due dagli illustri avi s'incontreranno e sarà amore a vista. Poi s'odieranno, s'odieranno tanto come in vita mai nessuno ha odiato. E s'ameranno, s'ameranno ancora come in vita nessuno mai ha amato.
Simone, appena dopo aver finito di leggere, sgranò gli occhi. «Cosa cazzo ho appena letto?!» sbraitò contro la ragazza che le stava di fronte. Ella sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori.
«Mi hanno chiesto di creare una locandina per convincere i ragazzini di terza media a iscriversi.» rispose con tono risoluto, come se bastasse a giustificare il fatto che avesse scritto quella ridicola storiella.
«Senti Marta. Punto uno: in qualità di migliore amica di quella stronza, non dovresti proprio parlare con me. Punto due: questa storia è una gran cazzata. Va bene che io e quella stronza siamo nati lo stesso giorno, ma non mi pare comunque il caso. E i professori già cominciano ad averne abbastanza di questa storia.» rispose Simone cercando di mantenere un tono pacato.
Era stufo di quella storia, era stufo di sentir nominare quella ragazza ogni singolo giorno della sua fottuta esistenza.
«Certo che sei proprio un guastafeste, eh. Punto uno: sono lesbica e non ho nessun interesse per te. L'unico motivo per cui ti parlo è perché mi servi, dato che sei uno dei protagonisti della storia. Quindi smettila di tirartela e aiutami. Punto due: non è una gran cazzata, anzi. Sono certa che attirerà molti più studenti di quanti potrebbe attirarne un "venite al meraviglioso liceo classico Giacomo Leopardi, vi stresserete un mondo e passerete la vostra intera esistenza a battere la testa contro dizionari di Greco e Latino!"».
Simone alzò gli occhi al cielo. Effettivamente, il ragionamento di Marta era abbastanza logico e filava bene. Ma lui trovava comunque insopportabile il fatto che utilizzasse per suo tornaconto una falsa "leggenda metropolitana" che lo riguardava.
«Senti, è tutta questione di pubblicità. È tutta una questione di pubblicità.» continuò Marta dopo qualche secondo, come se il lungo discorso che aveva appena concluso non bastasse per giustificare le sue azioni.
Simone sbuffò spazientito. «Senti, smettila di parlare come una donna in carriera. Ho capito che vuoi fare bella figura e vantarti del fatto che, se quest'anno si iscriveranno più persone, sarà merito tuo. Va bene, tutto questo ha perfettamente senso. Quindi sai cosa? Fai come vuoi, non mi interessa. Spero per te che i professori non si innervosiscano.»
Poi, come per far capire di aver concluso la conversazione, alzò una mano in segno di saluto e si diresse verso la sua classe.
Quella locandina era soltanto una dimostrazione di quanto quella stronza avesse cambiato la sua vita. E di certo non in meglio.
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