La Barzelletta Olimpica

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(Arvey I)

Pasticcino finì di mangiucchiare la carne attorno all'osso con un espressione disgustata in viso, "Il Puma non era di tuo gradimento?" gli chiese retorico un suo compagno accomodandosi al suo fianco sull'erba bagnata, "Certo, potremmo banchettare con carne celeste o mortale ed invece siamo qui a mangiare un gattino troppo cresciuto" aveva commentato stizzita la donna, prima di grugnire infastidita, "Oh no, la carne umana è divenuta così grassa negli ultimi duecento anni" aveva ribattuto il suo compagno con un tono stizzito. Pasticcino aveva deliberatamente ignorato i commenti di quello per rivolgere gli occhi al terzo, "Tu che ne pensi Arvey?" aveva domandato con tono rude, "Cibo è cibo" aveva risposto schietto lui. Le sopraciglia scure della donna si erano contratte, portando a raggrinzire la fronte, ma non aveva espresso per lui alcun segno di immane disgusto, anche se dai suoi occhi di pece, Arvey percepiva l'incredibile disprezzo che lei doveva provare per non averla sostenuta. "Su Zuccherino, abbiamo una missione da compiere" l'aveva presa in giro il secondo, sollevandosi dal suolo e raggiungendo Arvey posato sul tronco di un vecchio albero, "Chiami ancora così, Mikey, e ti spedirò nel tartaro a calci in faccia" aveva detto schietta la donna, abbandonato l'osso sul manto della foresta, assieme al resto delle ossa del puma, e raggiungendo i tre.

Pasticcino era alta sette piedi, aveva un fisico tonico, fasciato di muscoli definiti, una criniera di capelli di un nero lucido ed occhi pece, intrappolati in ciglia scure, aveva un naso adunco e grosse labbra carnose da cui svettavano denti giallastri, una carnagione olivastra ed un cipiglio di perenne furore, il corpo era fasciato con una giubba stretta di pelle, che scopriva le braccia, ricoperte da tatuaggi neri, dalle più colorite che richiamavano vecchie leggende dei popoli del mare e dell'Asia minore, se non per il grande cuore sul bicipite, Pasticcino ama ZJ. Per quelli della loro razza, la donna era considerata decisamente minuta. "Facci strada fratellino, sei tu che hai l'olfatto migliore" aveva detto stizzita quella, tirando un pugno in maniera poco gentile all'avambraccio di Mikey, che aveva incassato il colpo senza batter ciglio, esibendo soltanto un sorriso seghettato di rimando. Era vero Michael Sanguinaccio aveva il miglior olfatto tra quelli della loro tribù, era sempre stato il più abile a ritrovare i semidei, quando erano liberi e non avevano obbiettivi.

Arvey pensava fossero passati troppi anni da quando non dovevano rendere niente a nessuno, cosa che alcuni dei suoi compagni avevano condiviso con lui, così quando la madre dei Giganti e della Terra aveva chiesto ai Lestrigoni di inginocchiarsi al suo servizio e di aiutarla a rovesciare gli dei, in maniera non esattamente educata Pasticcino l'aveva invitata ad infilarsi la sua vendetta da qualche altra parte – più che a lei lo aveva detto alla dea della neve, Khione – e se n'era chiamata fuori. Mikey l'aveva seguita a ruota, da bravo fratello minore ed Arvey era andato con loro, anche perché quei due erano rimasti in fin dei conti tutto quello che rimaneva del suo clan e non aveva decisamente voglia di trovarne un altro.

"Direi di scendere in città" aveva proposto Sanguinaccio, prima di rivelare che effettivamente sentiva solamente il nefando odore di mortali, dovuto alla grande presenza della città vicina alla foresta, "Forse dalla città sarà più facile individuare qualche eventuale mezzosangue" aveva commentato con estremo ilarità, era tipico di Mikey non prendere mai troppo sul serio nulla, infondo c'era sua sorella a preoccuparsi di tutto e di tutti. "Male che va potremmo banchettare con carne umana" si era consolata, posando la testa sulla spalla del fratello, che gli aveva accarezzato i capelli con incredibile affetto. Mikey era la versione maschile di sua sorella, erano uguali in tutto e per tutto, se non per il fatto che lui la superasse di un piede e la brutta cicatrice che partiva dalla fronte ed attraversava il naso fino alla guancia, in obliquo ed ovviamente i capelli, il crine di Pasticcino arrivava al suo sedere, mentre le punte dei capelli di Mickey superavano appena le spalle. Differentemente da loro, Arvey preferiva portarli corti, non per un senso estetico o di ordine, era un Lestrigone, per l'Ade, ma era capitato che durante gli scontri, qualche mezzosangue si aggrappasse ai capelli in un ultimo disperato tentativo di ferirlo, prima di ritrovarsi il cranio spappolato dalla sua mazza da battaglia. Ironia della sorte a fargli il suo primo taglio era stato un mezzosangue sulla Principessa Andromeda, non sapeva il suo nome, nessuno in verità ne era a conoscenza, non parlava mai, in quattro anni di vita sulla nave non aveva mai aperto bocca, aveva occhi di brace fumante ed era armato di una daga di ferro nero dello stinge, aveva usato quello per recidere la criniera castana che per secoli aveva continuato a vegetare e crescere sulla testa del Lestrigone. Come molti dei mezzosangue fedeli ai Titani sopravvissuti alla battaglia di Manatthan, era scomparso, preferendosi alla macchia.
Gea non li voleva nella sua armata. Ed il pensiero di quel mezzosangue lo spinse a tranquillizzare la sua compagna :"Lo troviamo un mezzosangue, Pasticcino, tranquilla, gli dei sono sempre così prolifici", quella aveva sorriso sghemba alla realtà della cosa.

Il crepuscolo degli IdoliWhere stories live. Discover now