Prologo

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Prologo

Sono nata in una famiglia rispettabile, mio padre era un commerciante di stoffe e mia madre era una musicista. Mi donarono il nome di Margot, siccome nacqui durante un'incredibile fioritura di margherite.
Crebbi fino ai tre anni con i miei genitori, ma una notte - d'improvviso - mia madre scomparve e mio padre pensò bene di risposarsi per far sparire il ricordo della donna che mi aveva dato alla luce.
Subito non compresi del perché di quella scelta, né tantomeno mi diedero spiegazioni. Rimasi nell'ignoraza più pura per i miei primi sei anni di vita.
Il mio settimo compleanno, un plenilunio di Marzo, una donna vecchia e incartapecorita fece capolino davanti all'uscio di casa nostra e disse di essere mia nonna.
Mi prese con sé e mio padre non riuscì nemmeno a protestare.
Ricordo perfettamente come il suo mantello nero profumasse di gelsomini e ricordo anche il color bianco cinerino dei suoi capelli.
Mi prese per mano, una mano calda e straordinariamente morbida, e mi fece salire in una carrozza nera come la notte.
Mi disse qualcosa in francese provenzale, che io faticai a capire, ma che interpretai come un "d'ora in poi potrai essere te stessa".
Non capii perché mai una bambina sulla soglia dei sette anni avesse dovuto fingersi qualcun altro, né capii perché senza alcun avvertimento mia nonna (del tutto sconosciuta, fra l'altro) avesse deciso di prendermi con sé e portarmi via da mio padre.
Passai una notte cullata dai sobbalzi della carrozza e dalla dolce nenia che mia nonna cantava in una lingua a me sconosciuta.
Delle parole riconobbi solamente "Feu Fée" ovvero "Fata del Fuoco". Dopo mi addormentai.

Quattro anni dopo sapevo praticare la stregoneria perfettamente e la mia forza magica mi aveva permesso di stringere un Patto con uno spirito in età molto giovane.
Mia nonna era Amélie D'Ormesson, una delle Dodici e mia madre - di conseguenza - era una strega come me.
Nemmeno lei, però, seppe dirmi perché mai fosse sparita senza lasciare alcuna traccia.
Crebbi in Provenza, in un paesino piccolo e sperduto dove l'unico che lavorava veramente era il Parroco che subito aveva malvisto la nostra famiglia e quasi proibito di entrare in chiesa.
Non che qualcuno di noi avesse voglia di partecipare all'eucarestia. La mia educazione fu agevolata da mia nonna, che mi insegnò personalmente le arti magiche e non

A quattordici anni ero una delle più promettenti streghe di tutta la Francia e avevo stretto un patto con uno spirito Elementale: Coroman, il curatore.
Fu relativamente semplice scegliere, dato che il mio carattere buono e gentile era conosciuto a tutti uno spirito curatore era il più adatto a me.
La giovane donna che stava sbocciando come una margherita mi piaceva sempre di più. I capelli ramati erano lunghi e raccolti costantemente in uno chignon, le vesti che mi donava mia nonna Amélie erano sempre di taglio semplice ma raffinato e riprendevano molto lo stile che la donna adorava.

Un anno dopo mia nonna aveva iniziato a raccontarmi dei suoi trascorsi da femme fatale, come amava definirsi lei. Mi spiegò che la prima arma di una strega per proteggersi non era solamente il mistero, ma anche il fascino che esso esercitava sugli uomini.
Gli istinti carnali erano la macchina che portava avanti il mondo e lei mi insegnò a usare le mie capacità da donna.
La timidezza e la purezza erano i miei punti forti, una donna timida e pudica - a volte - attirava di più che una puttana di quartiere.
Passai i miei quindici anni a praticare il fascino che potevo esercitare sui ragazzi di paese, che ahimé non erano tutta questa furbizia.

La mia vita iniziò a complicarsi quando, una mattinata di Giugno, una domestica trovò il cadavere di una donna nei campi di grano e lavanda che circondavano il paese.
Sembrava integro, quasi come fosse stata colta da un infarto durante una camminata notturna, ma poi qualche coraggioso le scostò il velo che portava sul volto e fu lì che vidi l'orrore.

Le palpebre erano bruciate, le labbra consumate. La pelle si era sciolta come cera e riuscivo a vedere, fra i brandelli rossi di carne, il cranio bianco.
Era una della Congrega.
Qualcuno aveva ucciso una strega.

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Dietro una lapide di una dama ottocentesca morta di tisi:
Sera, mi ritrovate anche qua su wattpad! Se c'è qualche frequentatore di EFP magari mi conoscerà come Capricornus, beh sono sempre io!
Avverto subito che wattpad è solo un ripiego, un modo di occupare gli spazi vuoti nella vita vera, quindi gli aggiornamenti saranno molto irregolari. Nonostante questo spero comunque che la storia possa interessarvi e che Margot non vi dispiaccia come personaggio.
Grazie per l'attenzione!

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