Era la madre di Ethan.
Era uscita e aveva comprato dei biscotti al cioccolato che erano posti lì sul ripiano della cucina in bella vista.
-"Bene, ora ripetiamo i simboli degli elementi chimici...cos'è 'Ca'?"- disse mentre leggeva i suoi appunti.
-"Ehm...carbonio?"- dissi con aria distratta, troppo concentrata a sentire i rumori della mia pancia che brontolava.
-"Ma no, 'Ca' è il calcio"- mormorò con aria rassegnata, portandosi le mani tra i capelli -"Senti, devi impegnarti di più o non avrai mai buoni risultati. Libera la mente da altri pensieri"-
-"E' che sono stanca...Caro Ethan,"- mi alzai portando le mani sulle sue spalle -"perchè non facciamo un piccolo spuntino?"-
-"Va bene, ma dopo promettimi che ti impegnerai"-
-"Promesso!"- Si, come no...
Più ci avvicinavamo al ripiano e più sentivo un certo languorino in bocca. Era chiaro, mi ero innamorata. Già nella mia mente erano partiti i miei film mentali: io che assaporavo il dolce gusto di quei biscotti. Dovevano essere miei a tutti i costi. Ma proprio mentre stavo per prenderne uno dal vassoio, Ethan mi tirò uno schiaffetto sulla mano destra che fece svanire tutte le mie fantasie.
-"Quelli sono per dopo a cena, stasera abbiamo ospiti"- dannazione. –"Se vuoi posso prepararti un tè"- Acconsentii, fingendomi indifferente a questa notizia di merda e quando si girò per prendere le bustine dalla dispensa, approfittai a rubare un biscotto e mettermelo in tasca.
Poi passammo il resto del pomeriggio a ripetere chimica, beh in realtà lui ripeteva e io facevo finta di ascoltare. Né lui e né l'argomento mi interessavano. Insomma, apprezzavo il suo tentativo di aiutarmi, ma con me era tutto inutile, ero un caso perso.
Per tutto il tragitto verso casa avevo parlato al telefono con Stacy e poi, una volta arrivata, avevo passato tutta la mia serata ingozzandomi di patatine guardando qualche episodio delle mie serie tv preferite.
A volte sentivo che la mia vita fosse troppo inutile e monotona. Avevo bisogno di una svolta, non potevo andare avanti così. Provavo a fare amicizie nuove, a conoscere gente, ad andare alle feste, ma tutto e tutti mi sembravano così noiosi. Vedevo i miei coetanei che si divertivano, avevano sempre esperienze nuove ma io mi sentivo diversa da loro. E' come se dentro di me avessi un pezzo mancante, si, un vuoto che doveva essere ancora riempito da qualcosa o meglio, qualcuno che io non avevo ancora trovato nonostante i lunghi anni di ricerche.
Mentre il giorno successivo preparavo la colazione, mi arrivò un messaggio da Stacy. Mi aveva mandato una foto di un suo vestito. Era corto più o meno fino a metà coscia ed aveva una profonda scollatura sulla schiena.
"Questo è il vestito che ti metterai sabato"
"Te lo scordi" risposi.
"Daisu, magari è la volta buona che qualcuno ti nota. Devi osare!" alzai gli occhi al cielo e spensi il cellulare.
Osare? Non faceva per me. E poi non ero interessata a far colpo su nessuno.
***
Quel sabato arrivò in fretta. Uscii dall'aula di matematica e mi diressi verso il mio armadietto. Sfortunatamente era all'ultimo piano, quindi ogni volta dovevo correre per non arrivare tardi a lezione. Presi tutti i libri che mi servivano per studiare a casa e li misi nel mio zaino lilla.
Quasi non urlai quando vidi il mio riflesso allo specchietto attaccato all'anta. Avevo i capelli legati in una crocchia e il mascara colato. Cercai di sistemarmi per rendermi decente il più possibile fin quando delle ragazzine decisamente euforiche alla mia destra, non iniziarono a ridacchiare e a lanciare urletti verso la fine del corridoio.
Confusa mi girai e lo vidi. Oh si, era proprio Chris che camminava sfoggiando tutta la sua bellezza.
Ero completamente imbambolata, guardando il suo fascino disarmante. Si avvicinava a me sempre di più, mi sentivo sulle nuvole. Il mio cuore batteva all'impazzata. Stava guardando nella mia direzione! Si, stava guardando me e io non potevo crederci. Magari mi aveva notata, finalmente esistevo per lui. Era come se il mondo si fosse fermato, vedevo solo noi due...insieme.
Quando fu a qualche centimetro da me diventai rossa come un peperone. Cosa voleva Evans da una come me? Gli sorrisi fin quando non posò la sua mano sul mio braccio per spintonarmi e correre verso una ragazza dal fisico slanciato e bruna, con i capelli lisci e perfettamente in ordine alle mie spalle. La abbracciò e le diede un bacio a stampo.
Perfetto, mi ero solo illusa, come sempre.
Non volevo assistere un minuto di più a quella scena esilarante. Girai i tacchi e me ne andai.
Raggiunsi Stacy in mensa.
-"Il prof ha corretto i compiti, ho preso una D"-
-"Cosa? Perché?"- chiesi confusa.
-"Ha detto che Leonardo Di Caprio non vale come sogno ad occhi aperti e non mi ha messo una F solo perché ha apprezzato lo sforzo. E' assurdo!"- disse contrariata.
-"Si e magari lui è il primo a farsi le seghe sulla nuova professoressa di biologia"-
~~~~~
Autrice:
Ecco a voi un nuovo capitolo! Scusate per la lunga attesa, ma questi ultimi giorni sono stati molto impegnativi per me.
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Teen FictionCamilla è una ragazza che vive a San Francisco con sua zia. Da quando si è trasferita dall'Italia cerca di vivere la sua vita nel modo più normale possibile, grazie soprattutto al supporto della sua migliore amica. Ma cosa succederà quando un inco...