Capitolo 4

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Passai il pomeriggio sola a casa. Approfittai di quel tempo per dedicarmi un po' a me stessa.

Prima di tutto feci una doccia di almeno mezz'ora, poi mi decisi finalmente a radere la foresta che mi trovavo sulle gambe che d'inverno nascondevo sotto dei paia di pantaloni.

Avevo deciso di andare a quella festa, ma solo per accontentare la mia amica. Avrei messo un paio di jeans e delle scarpe comode e una volta arrivate lì sarei stata tutta la sera seduta su un divanetto nell'angolo più remoto della casa aspettando che la tortura finisse. Immaginavo sarebbe stata una delle solite pagliacciate adolescenziali. Ai ragazzi ormai non interessava più nulla, per loro l'importante era bere, drogarsi e andare ai party probabilmente scappare dai propri problemi. Tutti pensavano a sballarsi.

Ricordai di quella volta in cui invitai Stacy a dormire a casa mia e durante la notte sgaiattolammo in cucina per rubare le bottiglie di vino dalla dispensa e berle fino all'ultimo goccio. Inutile dire che passai tutta la giornata successiva in bagno a vomitare. Ripensandoci non so perché lo facemmo, forse solo perché agli occhi di tutti era una cosa figa.

Squillò il cellulare, era Stacy.

"5 minuti e sono da te."

Non risposi, presi la mia giacca e scesi di casa così, una volta giù, non sarebbe riuscita a farmi cambiare outfit.

Quando la vidi in lontananza pensai che era bellissima. Un tubino nero le fasciava il corpo e delle onde le ricadevano morbide sulle spalle. Il suo fisico era perfetto, su di lei sarebbe stata bene qualunque cosa avesse indossato.

Si avvicinò a me con passo deciso. -"Dove credi di andare conciata così?"- enunciò.

-"Alla festa"- risposi iniziando a camminare.

-"No no no signorina. Tu adesso sali e ti cambi!"-

-"Non se ne parla, e anche se volessi non ho le chiavi"- nel frattempo, mentre cercavo di sfuggire alla sua presa sul mio polso, sentii qualcosa fuoriuscire dalla mia tasca e cadere a terra provocando un rumore metallico. Con un po' di difficoltà si chinò a raccogliere l'oggetto e portandolo al lato della sua faccia disse –"Sei una bugiarda! E queste cosa sono?"-

Boccheggiai per qualche secondo fin quando un suono familiare non attirò la mia attenzione. Era arrivato il taxi...salvata in calcio d'angolo, pensai.

Durante il tragitto Stacy aveva insistito affinchè mi truccasse e dopo qualche battibecco riuscì a convincermi.

Una volta arrivate alla casa di Ethan scendemmo dalla macchina e pagammo l'autista. Un suono assordante, proveniente dalle mura di quella villa, mi riempì le orecchie.

Il giardino era pieno zeppo di ragazzi che ballavano. Bussammo alla porta e una ragazza dalla statura media, decisamente brilla ci aprì.

Ci recammo in cucina dove prendemmo da bere e restammo tutto il tempo insieme fin quando un ragazzo non invitò la mia amica a ballare. –"Scusa Cami, torno tra un po'"- disse facendomi l'occhiolino.

Nel frattempo feci il giro della casa per trovare un bagno e poi mi ci chiusi dentro a chiave. Svuotai la mia vescica e decisi di rimanere lì dentro fin quando il forte dolore alla testa provocato un po' dalla musica e un po' dall'alchool non mi fosse passato almeno un po'.

Mi stavo annoiando a morte. All'improvviso pensai al gioco di cui mi aveva parlato Stacy. Sbloccai il cellulare e cercai "Find the carrot" su google. Scaricai l'app e creai un account mettendo un nome falso. Aspettai fin quando non mi arrivò una notifica.

"Shadow24 ti ha aggiunta al suo frigo"

Per un attimo pensai che ero stata una stupida ma successivamente decisi di inviargli un messaggio: "Non so cosa mi abbia spinta a scaricare quest'app".

La risposta non tardò ad arrivare: "Si infatti, è un'app del cazzo"

"Me ne ha parlato la mia amica"

"Io l'ho trovata in giro per internet, mi annoiavo"

"Ti capisco, sono ad una festa"

"Deve fare proprio schifo per stare qui a messaggiare con me"

"Semplicemente non mi piacciono le feste"

"mmh...anch'io sono ad una festa"

Iniziai a scrivere il messaggio di risposta ma dei colpi alla porta mi fermarono. –"Hai finito o hai intenzione di passarci la notte qua dentro?"- qualcuno aveva bisogno del bagno, così mi affrettai ad uscire. Un ragazzo mi lanciò un'occhiataccia ed entro richiudendosi la porta alle spalle.

Diedi un'occhiata al corridoio: era pieno di coppiette che limonavano. Improvvisamente mi sentii così sola, fin quando non adocchiai un ragazzo in lontananza che stava venedo verso di me. Era molto alto, non era muscolosissimo ma piuttosto magro e aveva una folta chioma di capelli ricci e corvini che gli ricadevano sul viso. Aveva la testa china e la fronte corrucciata intento a smanettare qualcosa sul cellulare che si trovava tra le mani. Ad un certo punto entrò in una delle tante stanze e chiuse la porta provocando un forte tonfo.

Qualcosa di lui mi colpì. Cosa ci faceva tutto solo ad una festa del genere? Perché non era a divertirsi con i suoi amici o a farsi una ragazza? Lui non era come gli altri, mi sentii rassicurata a pensare di non essere l'unica lì in mezzo.

Mi incuriosì così tanto, avrei voluto sapere il suo nome, parlare con lui. L'istinto mi portò davanti alla porta dove poco prima era entrato, alzai un pugno intenta a bussare ma fortunatamente la parte ancora lucida del mio cervello mi fermò. Così girai i tacchi e feci per tornare al piano di sotto dandomi della stupida ma qualcosa mi fermò.

Delle urla.

Delle urla che provenivano dal fondo del corridoio. Inizialmente pensai che fosse solo frutto della mia immaginazione, successivamente, preoccupata, corsi per andare a vedere cosa stesse succedendo.

Saranno solo due ragazzi che se la spassano?, pensai. Ma no, non poteva essere.

Arrivata alla meta trovai una porta chiusa. Poggiai l'orecchio sulla superficie fredda e liscia e ascoltai. Le urla si facevano sempre più forti e, riconobbi quella voce.

Provai ad aprire la porta ma la serratura era bloccata. Così urlai: -"STACY! Stacy sei tu?"- ma non ricevetti alcuna risposta.

-"Stacy se sei tu apri questa cazzo di porta! Staaacy mi sto preoccupando!"- iniziai a sentire gli occhi lucidi. Ero inutile, non potevo fare nulla per lei in quel momento. Iniziai a bussare ancora più forte ma non ebbi nessun riscontro.

Presa dal panico cercai di chiamare qualcuno chiedendo aiuto ma erano tutti troppo fatti e ubriachi per starmi a sentire.

Ad un certo punto sentii la porta dietro di me aprirsi, mi voltai e la scena che vidi fu raccapricciante.

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Autrice: Ecco a voi un altro capitolo. Ci ho messo un po' per pubblicarlo perchè aspettavo che lo scorso ricevesse più visualizzazioni. Se la storia vi piace condividetela con i vostri amici, mi fareste un grande favore....baci!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 14, 2020 ⏰

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