Capitolo 1

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Corsi più veloce che potevo.
 
La strada era vuota e buia. Sentivo le mie gambe tremare, ero sfinita. Il cuore mi batteva così velocemente da sentirlo in gola. Non riuscivo più a respiare.
 
Maledissi mentalmente il fatto che la maggior parte dei lampioni si fossero fulminati e poi, lo vidi. Si, era proprio il cancello di casa mia, e non stavo sognando.
 
Infilai la chiave nella serratura il più veloce che potevo, assottigliai gli occhi a causa dell’assenza di luce e poi lo aprii richiudendolo subito dopo alle mie spalle, provocando un forte tonfo.
 
Ero salva. Quella bestia pelosa non era più un problema.
 
Continuò a correre verso di me e poi sbattè al cancello continuando ad abbaiare.
 
-“Fottiti, stronzo!”- dissi alzando il dito medio.
 
Entrai nel portone e salii i pochi gradini prima del mio appartamento.
 
Se c’era una cosa che non sopportavo, erano gli animali. Voglio dire, sono anche carini, fin quando non diventi la loro idea di cena.
 
-“Sono a casa”- enunciai con il poco fiato che ancora mi rimaneva.
 
Presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e controllai se ci fosse qualche notifica.
 
Mi passi gli appunti di storia?
 
Ehi…
 
Sei morta????
 
Era Stacy, la mia migliore amica. Non ci conoscevamo da tanto, era l’unica con cui avevo stretto più amicizia da quando mi ero trasferita a San Francisco.
 
Dopo averle risposto, aprii il frigorifero e lo trovai vuoto come al solito, probabilmente mia zia non aveva avuto tempo di fare la spesa. Feci un piccolo lamento, alzai gli occhi al cielo e poi ordinai una pizza prima di andare a letto.
 
***
 
-“SE NON SCENDI SUBITO DA QUEL LETTO, TI PORTO GIU’ IO A SUON DI SCHIAFFI!”- urlò mia zia dalla cucina. Intanto aveva già spalancato tutte le finestre della mia camera.
 
Feci per coprirmi con il piumone ma mi accorsi che era aggrovigliato vicino alla scrivania.
 
Risveglio piacevole, no?
 
L’orologio segnava le 7:40 ed io non ero in ritardo, di più, considerando tutto il tempo che impiegavo per raggiungere la scuola fra traffico e tram in ritardo.
 
Presi il primo paio di pantaloni e la prima felpa che trovai nell’armadio e mi vestii, mentre tra i denti tenevo il mio delizioso krapfen al cioccolato, attenta a non farlo cadere a terra…sarebbe stato un vero spreco, con i dolci non si scherza.
 
Quando arrivai a scuola la campanella era già suonata.
 
-“Marchetti, lei sempre in ritardo eh?”- disse le professoressa di chimica con la sua solita voce da gallina strozzata, così irritante, che anche il suono di una forchetta che striscia su un piatto sarebbe stato più piacevole.
 
-“Scusate”- risposi.
 
Mi sedetti all’unico banco che trovai libero e quando guardai nel mio zaino notai di aver dimenticato il libro di scienze a casa.
 
-“Dannazione”- sussurai.
 
Un suono alla mia sinistra mi fece girare la testa di scatto.
 
-“Brutta giornata?”- Un ragazzo con un ciuffo biondo tirato indietro da probabilmente una dozzina di gel e gli occhi chiari mi stava parlando.
 
Feci per rispondere ma la professoressa mi interruppe.
 
-“Basta chiacchiere, dov’è il suo libro?”-
 
-“Ehm l’ho dimenticato a casa”- risposi.
 
-“Che novità!”- disse infine sarcastica.
 
-“Può seguire dal mio”- il ragazzo al mio fianco abbozzò un sorriso ed io ricambiai per non essere scortese, anche se in quel momento avrei soltanto voluto uccidere qualcuno.
 
La lezione andò avanti e quando la campanella suonò scapparono via tutti dalla classe, mentre io stavo ricopiando ancora degli appunti.
 
-“Bene ho finito, grazie mille per il libr…”- mi fermai quando notai che il ragazzo era sparito.
 
Mi affrettai a raggiungere la porta ma di lui nessuna traccia.
 
-“Perfetto, e adesso come lo trovo?”-
 
Aprii la copertina del libro e lessi “Ethan Smith” sulla prima pagina.
 
Quando mi arrivò la telefonata da parte di Stacy, corsi in mensa per il pranzo. Arrivai e la raggiunsi al nostro solito tavolo.
 
-“Novità?”- chiese con il suo solito tono allegro. Se avessi avuto solo un minimo della sua voglia di vivere sarei stata una una persona migliore. -“Oggi non ho fatto nulla di chè, il professore di italiano ci ha chiesto di fare un tema “Descrivi un sogno ad occhi aperti”, Leonardo Di Caprio vale?”-
 
-“Beh dipende dai punti di vista”- risposi.
 
-“Comunque non è questo l’importante”- disse -“Ho scoperto un’app fighissima, si chiama “Find the carrot (trova la carota)”. In pratica siamo tutte piccole carote in anonimo, inizi a parlare con quella che più ti convince e se vuoi continuare a chattare la metti nel tuo frigorifero, se invece non ti convince la butti nel cestino insieme alle altre cose ammuffite”-
 
-“Ma che cazz..”-
 
-“Ti giuro che è figa, vedi, qualcuno mi ha appena scritto”- continuò indicando la schermata del suo cellulare.
 
-“E’ roba da sfigati”-
 
-“E’ per persone che vogliono fare nuove amicizie, questo gli aiuta”-
 
-“Cioè sfigati”- affermai addentando un pezzo di pane.
 
La voce dell’altoparlante interruppe il nostro piccolo battibecco.
 
-“ATTENZIONE, ATTENZIONE! TUTTI I RAGAZZI SONO PREGATI DI RECARSI NELL’AUDITORIUM PER UNA RIUNIONE D’ISTITUTO STRAORDINARIA!”-
 
-“Cosa è successo?”- disse Tracy.
 
-“Bo muoviamoci”- risposi e mi alzai dal tavolo.

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Autrice:
Ciao a tutti, questo era il primo capitolo, spero vi sia piaciuto!

Cosa sarà successo, lo scoprirete prossimamente.😘

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