Ciò che disse Alexander, Cedrik lo ritenne una buffonata. Lui, non aveva mai provato, neanche minimamente a riallacciarsi a quello che era lui un tempo. Preferiva agganciarsi solo ciò che gli provocava meno dolore e sofferenze. Niente poteva distoglierlo da quello che faceva distinto è la cosa, prevedibilmente lo avrebbe portato la distruzione.
Ad Underwood Hills, trovare dimora non era poi così difficile.
Le persone di tanto in tanto si trasferivano, e sistemarsi in un posto accogliente era piuttosto semplice da quelle parti. Alexander, tra le tante abitazioni stabili, ne trovò una isolata dalle altre. Non perfettamente in ordine certo, ma con qualche lavoro in più sarebbe stat la casa perfetta, pensò.
Nessuno ci metteva piede da anni e questo, si poteva dedurre sia delle informazioni ricavate dallo sceriffo Wilson, sia dagli ammassi di polvere racimolati sugli scaffali e i mobili che rendevano le stanze come quelle classiche rappresentate da Wes Craven con A Nightmare on Elm Street.
Cedrik diede così due colpi netti con le sue nocche alla porta d'entrata una volta giunti lì sul posto. L'ingresso era accessibile, e la porta stranamente era già aperta. Il ragazzo fischiò come a voler dire: ehilà c'è qualcuno? Ma non ebbe nessuna risposta. Da lì, un odore di marcio e pizzicante si fece spazio tra le narici dei ragazzi presentandosi come un odore a dir poco nauseabondo, tale, che per un minuto dovettero trattenere il fiato per quanto erano disgustati. Rachel, incuriosita si avvicinò sempre più alla sua provenienza. Doveva assolutamente scoprire di cosa si trattasse. Seguì quella puzza fino a giungere all'entrata socchiusa di un bagno posto alla fine di un lungo corridoio dalle pareti coperte d'intonaco spogliato e ricco di crepe. Riuscì poi ad identificare qualcosa. Qualcosa, che con tutta se stessa sperava no fosse quello a cui stava pensando. D'un tratto, la porta si aprì. Sarà stato uno spiffero d'aria, e da ciò che Rachel riuscì a vedere uno sguardo sconvolto si mostrò sul suo voto. Quello sì che era un gran bel problema. La situazione era diventata a dir poco critica è preoccupante. Da come lo sceriffo Wilson, incrociato poco prima vicino alla fermata dei bus, aveva detto loro, la famiglia aveva traslocato per il Massachusetts da quasi una settimana. Ma da come si poteva vedere, la cosa non era mai accaduta. La famiglia Brown era ancora lì. Ogni singolo suo membro privo di vita e di espressione sul volto. C'era sangue ovunque, così tanto che sembrava fossero stati tutti vittima di un massacro di qualche tipica scena di un set cinematografico.
-Che diavolo è tutto questo?- Disse Rachel preoccupata.
I due fratelli sentendola, la raggiunsero rapidi, e ciò che si ritrovarono di fronte non poteva che non farli letteralmente rabbrividire punto Alexander se avvicino poi ai corpi potrei fatti inginocchiandosi loro adocchiando qualcosa che lui sembrava di aver visto da qualche altra parte. Avevano uno squarcio alla gola punto doveva essere la causa del loro decesso ipotizzò.
-Vieni qui Cedrik!- Comandò Alexander con voce strozzata. Poi aggiunse:
- Guardate qui! Osservate bene entrambi! A primo impatto, mi viene da pensare che la colpa di ciò sia di un vampiro novello, d'altra parte di un vampiro in cerca di vendetta, però mi viene anche da pensare che...-
- Se non è stato un vampiro chi è stato allora? Hanno segni evidenti di morsi- puntualizzò Cedrik con voce rigida e decisa.
-Osserva qui Cedrik! Sì esattamente qui, in questo punto. Tra il mento e la clavicola c'è questo squarcio, che apparentemente sembrerebbe quello di un vampiro ma se prestate attenzione noterete che...-
Alexandre Non riuscì a completare la frase che suo subito suo fratello lo fermò.
- Merda! Andiamo fratello, ma che stiamo scherzando? Cedrik strinse i pugni e ne scagliò uno contro la porta cigolante.
Alexander sapeva che non ci avrebbero messo tanto a capirlo. Come aveva detto, l'opera se pur attendibile da un vampiro in questo caso non lo era stata. Quindi se non un vampiro, chi o cosa poteva aver ridotto la famiglia Brown in quel modo?
Alexander fu turbato da tutto quel disastro.
-Fratelli, quì non siamo soli- Alexander puntò lo sguardo fisso ed intimorito negl'occhi di Cedrik.
Erano bastate poche e semplici parole, ed il piano di stabilirsi in quella città stava andando a sfumare rapidamente.
- Se dovesse esserci nelle vicinanze colui che ha fatto tutto questo, noi, di certo non saremo graditi non pensate?- Rachel abbassò lo sguardo.
- Non so! Vedete voi! Io opterei di spostare la sua testa dal resto del corpo. Suggestivo, non credete?- Cedrik tentò di sdrammatizzare la situazione.
- Spostare la sua testa dal resto del corpo?-
Ripeté Rachel con punto di domanda. Poi aggiunse finendo con un finto sorriso sulle labbra:
- Dovremmo disfarci di lui quindi? Su dai non dire idiozie. Non sappiamo con chi realmente abbiamo a che fare. Ragiona! Al posto della sua di testa, staccata dal corpo potrebbe finirci la nostra. Dobbiamo essere discreti Cedrik! Intanto, inizieremo con il far splendere questo posto. Che ne dite? O siete troppo maschi per fare un paio di faccende domestiche?-
Quel posto doveva ritornare a splendere così, ad uno ad uno, i cadaveri dei Brown furono tutti trascinati per una gamba lasciando sul parquet una lunga scia di sangue color rosso carminio. Cosa farne di loro? Forse un po' di fuoco e fiamme e quei corpi sarebbero spariti per sempre, ma il fumo avrebbe dettato troppa curiosità. L'asta record di avermi brucanti sotto l'umido terriccio di collina non sarebbe stata poi così una cattiva idea. Nessuno se ne sarebbe accorto. Nessuno li aveva cercati fino ad ora, perché farlo in futuro? I fratelli affittare uno momentaneamente una cardillac dorata dove gettarono inermi corpi freddi e pallidi, ritornando con essa su quella stessa collina dove poco prima, loro stessi erano sbucati fuoriuscendo dalla tortuosa boscaglia. Lì, scavarono quattro fosse profonde nelle quali gettarono ad uno ad uno i fetidi cadaveri che una volta seppelliti vennero lasciati lì a marcire. Tornati a quella che ormai sarebbe diventata la loro proprietà, la manodopera e l'aiuto reciproco diede all'abitazione un altro aspetto. Alexander fu sorpreso per ciò che stava assistendo. sbuffò un sorriso chiedendosi se quello non era soltanto un miraggio. Be' lo sarà anche stato, ma quello, quel sorriso leggermente accennato sulle labbra di Alexander, stava a significare solamente una cosa ovvero, che probabilmente, pur se difficile da poter credere, ma la probabilità di poter cambiare c'era per loro e forse, nel loro inconscio più oscuro e profondo sapevano che in qualche modo, sarebbero cambiati.
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The Shadows Remain
FanfictionViolet, era una semplice studentessa liceale dai mille progetti per il futuro. Lei e suo fratello Andrea vivevano ad Underwood Hills, una tranquilla cittadina nei pressi di Atalanta con l'assenza di un padre ed una madre spesso ricoverata per un per...