Prologo

73 3 4
                                    

Quella sera di fine estate, camera mia era tappezzata di vestiti sparsi qua e là, cartoni di pizza vuoti e riviste di moda, lasciate aperte sul letto e la scrivania. Le canzoni degli Aerosmith si susseguivano man mano che la playlist che creai apposta per quel pigiama party andava riproducendosi mentre le mie due migliori amiche si lasciavano consigliare cosa indossare il primo giorno di scuola di quel che sarebbe stato il nostro quarto anno alla William Blake Art School.

Erin e Maya erano totalmente differenti da me, una ragazza che tutti consideravano un po' strana per via dell'abbigliamento fuori dagli schemi e dei gusti musicali da emarginati sociali, ma nonostante questo entrambe avevano una cosa in comune con me, oltre al talento per il disegno: la passione smisurata per la moda.

Pur avendo una certa tendenza a vestire di nero, possedevo anche molti capi colorati e non propriamente da ragazza ribelle, dunque avevo cassetti pieni anche di camicette eleganti, gonne dalle più svariate fantasie e scarpe semplici come le mie vecchie All Star bianche che mettevo di rado. Di tanto in tanto mi piaceva anche indossare qualcosa di più femminile piuttosto che le solite magliette delle band che ascoltavo e gli shorts abbinati ai collant neri, oppure a volte mi divertivo a mischiare un po' di tutto lasciando senza parole (sia in senso positivo che negativo) chi mi guardava, soprattutto gli studenti della Blake e chi seguiva il mio blog personale: Happy Tears.

Il fatto che avessi di tutto nel mio armadio, rendeva più semplice il mio compito di vestire le mie amiche per le giornate importanti come il primo giorno di scuola mischiando loro vestiti con i miei. Erin e Maya si fidavano ciecamente della mia abilità nell'abbinare capi, scarpe e accessori, ma spesso tendevano a mescolare le mie idee con le loro.

- Gwen, questa camicia azzurra è perfetta, ma se la mettessi con questi? Che ne dici? - Erin mi mostrò un paio di jeans color crema che non ricordavo neanche di avere e che mi stavano un po' larghi.

- Sì, ci può stare - concordai con la bionda, anche se quella camicia la vedevo meglio con qualcosa di più scuro per dare maggiore contrasto ai due indumenti.

- E le scarpe?

- Secondo me, meglio nere - Maya cominciò a frugare dentro una delle mie due scarpiere per trovare qualcosa che fosse adatto all'outfit di Erin. - Credo che le metterò scure pure io - aggiunse trovando un paio di sneakers marroni.

- Maya, sei proprio sicura di voler mettere quelle con i pantaloni neri? - le domandai con poca convinzione. - Quel colore è troppo scuro per essere accostato al nero.

- Uhm, forse hai ragione - la mora storse il naso e ripose le scarpe al loro posto per poi cercarne altre.

- Fossi in te sceglierei qualcosa di bianco o di grigio - le consigliai mentre afferrai una rivista, poi mi misi a sedere sul letto.

- Vediamo cosa trovo...

- E tu Gwen? Cosa indosserai domani? - mi chiese Erin provandosi i jeans chiari.

- Uhm, credo che seguirò il mio solito schema: una maglietta, forse quella dei The Doors, collant neri, i miei nuovi chunky boots e... penso una gonnellina nera a vita alta - risposi senza distogliere la mia attenzione dalle foto dell'ultima sfilata delle modelle di Victoria's Secret, sempre perfette con qualsiasi cosa indossino.

- Insomma, la tua divisa - mi schernì Erin ridendo e contagiò anche Maya.

- Non mi vesto sempre così, lo sapete - alzai la testa dalle pagine della rivista. - Diciamo soltanto che... preferisco sempre dare un tocco rock al mio aspetto.

- Ovviamente - continuò a ridere Maya, ma io sbuffai e la lasciai perdere tornando a guardare il fisico statuario di quelle modelle.

Adoravo fermarmi ad osservare con attenzione i corpi sinuosi delle ragazze che vedevo sempre nelle riviste che compravo. Non le invidiavo perché io amavo il mio corpo pur non essendo mai stata particolarmente tonica, anzi ero un po' più magra delle mie amiche, ma ciò non lo vedevo come un difetto e non odiavo la mia costituzione; il motivo per cui mi piaceva guardare il fisico delle donne era puramente estetico: trovavo che il corpo femminile fosse sinonimo di perfezione e armonia, elementi che nei maschi non vedevo.

Sfiorata dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora