6 - Bad Attitude

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Il mio trucco era perfetto ed ero piuttosto soddisfatta di quello che vedevo allo specchio. Le labbra rosse come il vino e il vestitino nero in pizzo erano una combo eccezionale, ancor di più quando m'infilai la giacca di pelle e i miei amati stivaletti alti. Nonostante fossi di buon umore per il risultato ottenuto che speravo, allo stesso tempo stavo maledicendo il momento in cui raccontai a mia madre dell'invito ad uscire di Valentin; cercò di convincermi in tutti modi ad accettare e di dare una possibilità a quel ragazzo come se non si ricordasse di tutte quelle volte che parlai male di lui. Pure Erin e Maya mi tartassarono con quella storia e pur di non sentirle più parlare gettai la spugna e infine mi ritrovai a dover studiare un look per il mio primo appuntamento con Valentin.

Trovai abbastanza fastidioso far sapere a quel montato che avevo ceduto, ma dentro di me cercai di convincermi che si sarebbe trattato di una semplice uscita con un compagno di classe. Ero così testarda che mi costrinsi a mentire a me stessa: in fondo un po' mi faceva piacere sapere che saremmo usciti insieme ed ero curiosa di vedere come sarebbe andata.

Valentin arrivò puntuale a prendermi e ciò mi sorprese, ma lo apprezzai. Il viaggio in macchina non durò molto e dopo circa una ventina di minuti arrivammo al Bad Attitude, un locale che mi era già parso di sentir nominare, ma che non ebbi mai l'occasione di vedere.

- Benvenuta ad uno dei miei rock pub preferiti di Londra - mi disse Val aprendomi la portiera della macchina.

- Stranamente non ci sono mai venuta, eppure adoro posti del genere.

- Come faresti senza di me? - ed ecco che ricominciò a vantarsi mentre entrambi cominciammo ad incamminarci verso l'ingresso.

- Mi divertirei lo stesso, mio caro. Non preoccuparti troppo per me - lo spinsi piano e mi scappò una risata contagiando il mio accompagnatore.

Una volta essere entrati, la musica dal vivo di una band hard rock ci accolse insieme al profumo irresistibile di panini caldi.

- Sembrano forti questi! - esclamò Valentin indicando il piccolo palco in fondo alla sala. - Andiamo a vederli da più vicino! - mi propose infine e senza aspettare una mia risposta mi prese per mano e mi portò con lui.

Ero pronta a protestare, ma una strana forza mi bloccò all'istante e lo lasciai trasportarmi ovunque volesse. Anche io volevo avvicinarmi alla band ed ero sicura che fosse quello il motivo per cui alla fine non dissi più niente.

La musica mi rimbombava nel petto e adoravo quella sensazione di pienezza. Il mio corpo cominciò a muoversi tenendo il ritmo della canzone ed ero così concentrata ad ammirare i musicisti che mi dimenticai di essere ancora legata a Val. Lui invece probabilmente non se n'era mai scordato.

Rimanemmo là davanti finché non sentii lo stomaco brontolare e fu in quel momento che realizzai di avere le dita della mano destra intrecciate a quella sinistra di Valentin; la ritrassi d'un colpo e lui si voltò verso di me per mostrarmi di essere contrariato, ma io lo ignorai.

- Ho fame, ci sediamo ad un tavolo? - gli proposi avvicinandomi al suo orecchio e alzando la voce più che potevo per farmi sentire. Lui annuì ed io mi avviai subito verso un tavolo libero prima di essere ancora presa per mano. Non volevo che si ripetesse quella scena imbarazzante.

Poco dopo che ci sedemmo, io ordinai un panino con petto di pollo e una porzione di patatine fritte e lui un hamburger vegano.

- Sei molto carina stasera - mi fece i complimenti Valentin ed io mi sentii lusingata.

- Grazie - abbassai lo sguardo sul tavolo e per un attimo mi parve di aver esaurito tutte le parole nel mio cervello. Se lui fosse rimasto zitto tra noi sarebbe calato un silenzio piuttosto scomodo.

Sfiorata dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora