"Surreale": Nyphodora.

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Adelaide sta camminando con passo sostenuto lungo il sentiero sterrato nell'Isola di Avalon quando la ragazza con la quale ha condiviso le sue ultime ore, Hanaa, le chiede timidamente se avessero potuto fermarsi per riposare. "L'Isola è situata nella parte occidentale delle isole britanniche, secondo la Historia Regum Britanniae  fu soprannominata l' Isola delle Mele ", racconta Adelaide alla piccola Hanaa, la quale ascolta la giovane donna quasi fosse rapita dalle parole della compare.
Hanaa è una ragazza di corporatura piuttosto minuta, una ragazza dalla folta chioma nera, lunga, lunga che le copriva l'intero dorso, una ragazza dalle tante risorse, ma al contempo dà modo di intuire quanto fosse tangibilmente timorosa.
Adelaide è ciò che tutti definirebbero una donna, una donna con gli attributi, un'intrepida donna, una donna alquanto intimidatoria e, questo, lo si può dichiarare per via della sua corporatura piuttosto robusta, la stessa che incute tanto timore. Adelaide è una giovane guerriera dall'animo bellicoso, un vaporoso ciuffo del color del platino la caratterizza particolarmente, il quale le ricopre gran parte del viso, lasciando scoperto uno solo dei suoi incantevoli occhi dagli iridi ambrati. Una donna con uno snaturato senso della giustizia, nemmeno lei stessa comprende il motivo secondo il quale stesse facendo coppia con Hanaa. In realtà nessuna delle due si sa spiegare la ragion per cui si siano trovate a viaggiar insieme.
Hanaa blocca continuamente la traversata all'interno dell'ombrosa boscaglia in cui si trovano le due, dacché non possiede la resistenza fisica quanto quella che, la stessa Adelaide, aveva sudato pur di rivoluzionare il suo corpo. L'atteggiamento irriverente di Adelaide spegne costantemente l'animo gentile di Hanaa che, inevitabilmente, si rifugia nella sua timidezza rimanendo completamente in silenzio.
La camminata riprende per una causa di forza maggiore, le due avventuriere cominciano a velocizzare l'andatura ritrovandosi a correre nel bel mezzo d'una fitta selva senza una meta, né una destinazione. Corrono e, alle volte, i loro sguardi s'incrociano, sguardi confusi.
Entrambe avvertono un'innaturale bisogno d'esprimer i loro pensieri, i loro sentimenti, sennonché ne fossero in grado. Corrono, nonostante il senso di stanchezza, corrono e non hanno la possibilità di fermarsi, nonostante l'acuto desiderio.
Adelaide si volta verso Hanaa, che le sta affianco, si guardano intensamente, ma nessuna delle due emette alcun segno, alcuna espressione, solo un'occhiata.
La sentono, la percepiscono interiormente, la disperazione.
Un passo dopo l'altro, diventato ormai un movimento meccanico, il piede destro avanza, il sinistro lo segue, quasi fosse una danza. In lontananza emerge un vigoroso fusto d'una splendida pianta che regna al centro d'un giardino fiorito. Tutto è più chiaro, son giunte al Giardino degli Esperidi.
"Il Giardino degli Esperidi , famoso per le sue mele d'oro, citato spesso nella mitologia greca", esprime improvvisamente Adelaide suscitando lo stupore di Hanaa. Quest'ultima non ha avuto alcuna reazione, la sola cosa che in quell'istante si è sentita di fare, è avvicinarsi sempre più al fusto di quella pianta. T'ammalia, t'incanta. Adelaide se ne sta in piedi, immoto, mentre osserva la docile ragazza dirigersi verso il misterioso arbusto, solo uno sguardo.
Hanaa si volta verso la compagna mentre afferra una mela dorata, Adelaide grida, grida più forte che può, ma le sue labbra non emettono alcun movimento, solo uno sguardo.
Hanaa addenta la mela dall'aria succulenta, chiude gli occhi per assaporarne meglio la gustosità, Adelaide spalanca gli occhi, tutto ciò che l'era permesso fare. Adelaide piange, ma dai suoi occhi non fuoriesce alcuna lacrima, solo uno sguardo. Hanaa si accascia a terra, s'abbandona alla gravità. Adelaide se ne stava in piedi, immoto, tutto ciò che l'era permesso fare.
D'un tratto i piedi della giovane donna cominciano a dirigersi verso l'arcano arbusto, le mani d'ella si protendono verso un ramo e afferrano una mela che poi avvicina alle labbra, le quali si posano dolcemente sulla buccia per poi staccar un morso proibito da questa. Adelaide piange, ma lancia un ultimo sguardo, solo uno sguardo, a ciò che rimaneva della piccola, dolce Hanaa, solo uno sguardo.

Una scritta dal color rossastro compare sullo schermo "Game Over", Joaquim s'era lasciato ingannare dall'ammaliante profezia che vigeva sul Giardino degli Esperidi e dal delizioso aspetto delle mele d'oro, lasciando che le sue guerriere si sacrificassero per lui, per lui ch'era soltanto uno spettatore se non l'artefice dell'intera vicenda.

"La leggenda narra che solo un umile guerriero è immune all'immenso potere d'una mela dall'aspetto dorato."

Tria Cerberus oraWhere stories live. Discover now