Will-2

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Il primo capitolo su Will lo presenta come un ragazzo strafottente, riservato, impertinente e decisamente privo di speranza. Difatti lui crede di poter rinunciare alle cure di cui necessita una volta che avrà compiuto diciotto anni. Questo perché gli è stato diagnosticato il Burkholderia Cepacia, che non ha ancora una cura, perciò Will deve sottoporsi a cure sperimentali con la speranza che guarisca. Quando incontra Stella, le dice una frase che mi è rimasta impressa: "È la vita. Sarà finita prima che ce ne accorgiamo."
In queste parole trovo rassegnazione, e anche un'amara consapevolezza, quella che la sua vita sarà breve.
Penso che Will e Stella abbiano due caratteri opposti, ma che abbiano anche dei pensieri comuni, ad esempio per quando riguarda il desiderio di vivere: entrambi vorrebbero vivere la propria vita come desiderano, ma, mentre Stella tiene tanto alle sue cure, quasi in modo ossessivo, Will vorrebbe soltanto smettere di frequentare ospedali. D'altronde lo capisco, so come ci si sente, perché anch'io per un periodo della mia vita ho girato diversi ospedali, e ho avuto più volte il desiderio che tutto finisse, in qualche modo.
Mi ha colpita particolarmente anche un altro suo pensiero, ovvero: "Se proprio devo morire, prima vorrei vivere."
È scontato, tutti moriremo, un giorno, ma vorremmo morire almeno con la consapevolezza di aver vissuto davvero.
Will sente di non aver vissuto, e io gli do pienamente ragione, che vita è quella di un ragazzo costretto a stare in ospedale? Che vita è quella di un ragazzo condannato ad una vita talmente breve, che potrebbe finire da un giorno all'altro, a causa di un male così resistente agli antibiotici e per il quale non c'è cura?
Non so dare una risposta, so soltanto  che non è giusto. E non parlo esclusivamente di coloro che sono affetti da questa malattia, la fibrosi cistica. Mi riferisco a tutti coloro che ogni giorno lottano contro un mostro che li sta divorando, e mi chiedo perché debba esserci così tanta sofferenza nel mondo.
Se la vita è un diritto, perché non viene dato a tutti? Si parla di uguaglianza, ma allora perché non tutti abbiamo le stesse possibilità?

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