Prologo

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In veranda era tutto buio, e su in cielo non c'erano neanche le stelle ad illuminare le case della strada. Da quando Eva era andata via, tutto nella mia vita aveva preso una piega diversa, e non del tutto positiva: i voti si erano abbassati, così come la mia voglia di stare con gli altri; solo in quei momenti capivo quanto Eva potesse essere parte di me e quanto mi mancasse stare con lei in qualsiasi occasione, anche nelle più banali.
Al funerale non riuscivo neanche a rispondere a chi mi chiedeva come mi sentissi, e l'unica cosa che ero capace di fare era guardare la sua bara, con tutte quelle rose gettate sopra: lei odiava le rose, diceva che fossero dei fiori superficiali amati da tutti. Questo dimostrava quanto nessuno in realtà la conoscesse, tranne me.
Ripensare ogni notte a tutto quello diventava sempre più straziante, e camminare ogni giorno nei corridoi della scuola come se nulla fosse successo, con le risate e gli sguardi felici delle persone che si ritenevano sue amiche, lo era ancora di più.
Non sarei riuscito ad affrontare neanche più un secondo, in questo mondo e senza di lei e semplicemente pensarla mi riduce uno straccio. Penso che sia un fardello da portare per tutta la vita perdere una persona che ti sta a cuore e che, addirittura, era tutto il tuo cuore, senza la voglia e la convinzione di poter superare tutto.
Agli occhi degli altri sono troppo esagerato, "Era solo un'amica" dicono alle mie spalle; ma non sanno che l'amicizia che c'era tra noi era così forte da essere considerata anche migliore dell'amore di cui tutti parlano e si illudono.
Ma cos'è l'amore per me...
Guardo quel cielo blu, come se almeno lui potesse rispondere ai miei problemi.

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