Don't you want to be mine?

45 1 3
                                    

Cassie avrebbe dovuto respingerlo, sarebbe dovuta scappare. Invece, respirando affannosamente, affondò la testa nel suo petto, nel tepore del suo spesso maglione irlandese. Si sentiva circondata dal suo calore, che l'ancorava, la riparava. La proteggeva. Aveva un buonissimo odore, di foglie autunnali, di ceppi per il camino e di venti oceanici. Il cuore le batteva all'impazzata. Fu allora che comprese il significato delle parole "amore proibito". L'amore proibito era questo, era avere un desiderio fortissimo, provare sensazioni meravigliose, e sapere che erano sbagliati. Sentì Adam che si scostava leggermente da lei. Lo guardò, e capì che anche lui era sopraffatto da quella situazione.
«Non possiamo», disse con voce impastata.
«Non possiamo...».
(I diari delle streghe.)
Signorina Gurril, spero che il libro sia di suo gradimento. Questa è la mia parte preferita e volevo condividerla con lei.
T.H.

La ragazza pensò che fosse una frase strana da condividere con qualcuno che non si conosce. Forse aveva capito che a Cher non era indifferente e di conseguenza le stava dando un consiglio, ma se così fosse stato non avrebbe più avuto il coraggio di andare alla sua lezione. Erano le 07:15 e la sua prima lezione sarebbe iniziata un'ora dopo, così decise di fare un breve doccia giusto per rinfrescarsi un pò. Rabbrividì quando l'acqua fredda le toccò la schiena,ma non si ritrasse. Si passò velocemente il bagnoschiuma sul corpo esile e tornò sotto il getto d'acqua. Uscì dal bagno e indossò i vestiti che aveva posato la sera prima sulla scrivania: un paio di jeans, una camicia a quadri nera e viola e il giubbotto nero di pelle. Prese gli stivali da sotto il letto e li indossò. Tornò in bagno e raccolse i capelli in uno chignon lasciando il viso scoperto. Truccò gli occhi com'era solita fare con eyeliner e mascara, lasciando le labbra al naturale.

Dopo aver preso lo zaino e le chiavi uscì dirigendosi in mensa. Benché condividesse la cucina con altre quattro ragazze del suo piano, non si vedevano quasi mai. La mattina Lia e Sarah preferivano rimanere a dormire invece di andare a fare colazione, mentre Kia e Trisha uscivano prima di Cher. Avevano solo qualche lezione in comune e la sera le altre ragazze uscivano spesso e volentieri con amici che avevano conosciuto da qualche mese. Anche Cher usciva con loro,ma non riusciva a portare avanti quello stile di vita frenetico basato su feste, alcool, sesso e studio. Sapeva quanto i suoi genitori avessero faticato per permetterle di frequentare l'università dei suoi sogni ad Oxfrod e di conseguenza non voleva deluderli. Se un giorno fosse diventata una famosa giornalista avrebbe ringraziato loro portandoli in giro per il mondo con il suo jet privato.  Ancora fantasticando tirò fuori dalla tasca la tessera da timbrare. Prese un vassoio e si fece servire un croissant e una ciotola con cereali e latte al cacao. La sala era vuota così si sedette in un tavolo a caso. Iniziò a mangiare e a farle compagnia c'era la canzone che stavano trasmettendo alla radio.

-Ti sto dicendo che era proprio il professore.-disse la voce di una ragazza andando a prendere un vassoio per servirsi.

-Becca, la smetti di dire cavolate? Secondo te, un professore, tra l'altro sexy, potrebbe mai guardare una ragazzina del primo anno?-sbuffò infastidita la seconda ragazza.

-Beh, detto così è abbastanza stupido, ma ci saranno altre cose... Magari è brava a letto.

-Come sei perfida questa mattina!

-Oh Lana, questo si chiama "essere realisti".

Non riuscendo più ad ascoltare Cher pulì il vassoio ed uscì dall'edificio. Sapeva che sicuramente era lei l'argomento di quei pettegolezzi, ma non sapeva spiegarsi il motivo. Avrebbe dovuto cambiare posto durante l'ora di letteratura, forse così avrebbero smesso di inventare cose su lei. Facile pensarlo, difficile da mettere in atto quando l'unico posto libero è in prima fila! Si maledisse mentalmente andando a sedersi proprio dove meno avrebbe desiderato.
Il professor Harris non smise di fissare Cher per l'intera durata della lezione e qualcuno sembrò essersene accorto, dato le battutine che arrivavano alle orecchie di tutti. Non era colpa di Cher se aveva preso la bellezza dei genitori! A mettere in giro le voci su lei e il professore erano quelle oche inutili che cercavano l'attenzione dei ragazzi più sexi, soprattutto se insegnavano in una delle più prestigiose università di Oxford. Cher cercò di non arrabbiarsi e ci volle l'intera forza di volontà di cui avrebbe potuto mai disporre, a differenza del professore che fece uscire dalla classe in malo modo chi osava aprir bocca.

That should be meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora