Stefano

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Che strano.

Quella ragazza non faceva che guardarmi.  Anche quando ero voltato a bere il caffè, la vedevo dallo specchio che avevo difronte. Bo. Era anche piuttosto carina.  Non la solita ochetta,  anche se mi fissava si capiva che non lo faceva perché le piacevo. La sua amica invece, quella bionda con i capelli lisci, mi guardava come volesse saltarmi addosso. Le ho pagato il caffè, non so perché l'ho fatto. Magari ho voglia di una scossa in questa vita di ufficio e scrivania. Infondo, ho solo ventisette anni. Avrei voluto dire che offrivo tutto alla riccia, ma quel Luck si vede lontano un miglio che è cotto di lei. E lei? Ma che mi frega. Chissà come si chiama..immagino abbia un bel nome, di quelli che non si sentono spesso in giro.   Bella, è bella. Gambe sode strette in blu jeans, occhi marroni, capelli castani ricci ricci..di quei boccoli piccolini da attorcigliare alle dita appena finito di fare l'amore...una bellezza ...fuori dagli schemi. Di solito le belle  ragazze le si immagina bionde, alte, occhi azzurri. Lei è....semplice. Semplice e pura. Stefano , ma che cazzo stai farneticando? Scuoto i miei pensieri. Non è da me. Sono in giro da ore, senza sapere dove andare. Mi rendo conto di avere la moto a secco da un po. Così decido di fermarmi al benzinaio. Sti cazzi quanto odio i semafori. Sfreccio accanto a una Smart ferma ad aspettare il verde. Dallo specchietto vedo che mi urla contro qualcosa, anche se ha i finestrini chiusi. Ma la vedo. È lei. La ragazza semplice. Adesso so che macchina ha. Una Smart azzurra. Continuo la mia corsa al benzinaio che si trova circa duecento metri dopo il semaforo. Faccio il pieno e riparto. Giusto in tempo per vederla.

Alla mia destra la Smart parcheggiata e la ragazza che cerca in borsa freneticamente qualcosa..... le chiavi di casa? Rallento e passo oltre...ma vado piano. La vedo trovare le chiavi e aprire il portoncino. È casa sua. So dove abita.

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-oh ciao Marco! Allora stasera? Quelli der seratone se vedono? - mi sforzo di parlare romano, ma non mi riesce bene. Ho rimosso tutto della vecchia Roma, ancora di più dopo l'incidente.

-oh a Stè! Senti..quelli mo stanno zitati, che ne sai? Io esco co una..giusto pe non sta mezzo a tutti quei piccioncini...tu c'hai qualcuna da portarti insieme? Vanno a fa na pizza, na bevuta, ma so sempre i soliti cojoni eh ...

-No non ho nessuna. Manco da anni chi cazzo dovrei avere?

-e vabe o allora vieni...tanto ogni tanto le zite si portano appresso le amiche, qualcuna la trovi. Ci vediamo alla pizzeria Le campanelle. Ti ricordi?

- è sempre lì dove l'ho lasciata?

-si

-vabbu. A che ora ?

- pe le dieci- le dieci e mezza

-okkè. Cia Marco.

Metto in moto la Honda e torno all'hotel.  Alla reception c'è un ragazzo adesso, la rossa è andata via. Mi faccio una doccia veloce. Sono le 21.30. Friziono i capelli bagnati e li asciugo. Metto un jeans scuro, un maglioncino bianco, la giacca di pelle nera e il cappelletto blu scuro che mi ha regalato Maria un anno fa. Prendo le chiavi ed esco. Sono le 22.30. Ci metto venti minuti ad arrivare alla pizzeria Le campanelle. Quando entro sono tutti li. Attorno ad un tavolo lunghissimo,  ne hanno uniti tre. Marco, Lucio, Pedro,  Pasquale, Andrea, Roberto e Bob. Qualche altro tizio che non conosco e altrettante ragazze.  Marco e Lucio giocano a poker in un angolino di tavolo, Roberto e Andrea si sfidano a chi beve più birre più velocemente. Gli altri si abbuffano di olive e noccioline. Bob invece sbaciucchia una ragazza.

-ooooh riecco il londinese!

- Stefano! Bentornato!

E sono abbracci, pacche sulla spalla, schiaffi e pugni. Sono dei rozzi maneschi, ma voglio un gran bene a tutti. Non ricordo molto delle nostre serate insieme,  ho rimosso un po di cose. Ma quei vaghi ricordi che mi tornano a volte alla mente,  bastano a farmi capire che ci siamo sempre voluti bene. Esistono due Stefano Hucher adesso. Uno ha 27 anni, beve birra e guida la moto. L'altro si comporta da quarantenne,  indossa la cravatta e guida una Lamborghini. Non so quale dei due preferisco. I ragazzi mi presentano la gente che non ricordo, uno di loro si chiama Kevin,  e sembra dispiaciuto del fatto che io non mi ricordi di lui.Mi spiace Kevin.

Sorrido imbarazzato. Bob mi da un pugno leggero in pancia.

-sempre ti pompi però eh? Ti vedo bene. Lei è Molly, un'amica.

-ciao, io sono Stefano, ma lo avrai già capito.

Alza il viso e incontra il mio sguardo. È la ragazza del bar. L'ochetta. 

-ciao, piacere Molly.

Sorride imbarazzata. Non sa cosa dire e non lo so neanch'io.

-ci rivediamo...-tento.

-già. ..

-vi conoscete? - Bob sembra scocciato da questo.

-le ho pagato il caffè questo pomeriggio. Il ragazzo del bar non aveva resto e ho fatto un'opera buona. -rido visibilmente nervoso, mi crederanno?

-tanto toccava alla mia amica pagare!- mi fa la linguaccia. La situazione si è tranquillizzata e pure Bob sembra tranquillo. Ci avviciniamo al tavolo e mi siedo accanto a una certa Valeria, amica della ragazza di Lucio. La serata scorre tranquilla e non mi pesa l'essere li. In mezzo a persone che ricordo a malapena, che dicono di conoscermi da una vita e raccontano aneddoti sulla mia gioventù con loro. Rido ai loro racconti ma ricordo ben poco.  Potrebbero anche raccontarmi che ero gay, non ricorderei se fosse la verità. Descrivono un ragazzo stronzo, cattivo e presuntuoso. Un bullo che si prendeva gioco delle ragazze e derideva quelle meno carine. Non mi sento questo. Sono di poche parole, ma non maltratto le donne. Tranne quelle come Laura, che considero puttane.  E le ragazze bruttine...mi fanno tenerezza. Mi sbagliavo. Ci sono tre Stefano Hucher. Uno, è andato via per sempre.

Incrocio lo sguardo di Molly qualche volta durante la serata e mi sorride, l'ho giudicata male. Non è affatto un'ochetta. Da come le bacia le guance Bob, deduco non stiano insieme...ma a lui piacerebbe. Dopo la pizza ci spostiamo in un bar in centro, bar Evolution. Molly mi si avvicina.

-Allora,  è un bel ritorno? Ho sentito sei stato a Londra. Mi piacerebbe un sacco andarci!- saltella mentre lo dice.

-si, è un bel ritorno. Londra ormai è la mia casa. Sono li da cinque anni ormai.

-wooww che culo!

Sorrido. Simpatica la Molly.

- vado all'entrata che mi sta raggiungendo la mia amica. Ho dimenticato le chiavi di casa nella sua macchina! A dopo!

La vedo camminare verso l'entrata del bar. Ho dimenticato le chiavi di casa nella sua macchina. Potrebbe essere lei? Bevo la mia vodka alla menta e cambio posto, in modo da vedere la ragazza con cui Molly sta parlando. È lei. La riccia semplice e pura. Al suo fianco....il tizio del bar. Molly le dice qualcosa e lei d'istinto guarda dentro. Incrocia i miei occhi e le sorrido. Il suo sguardo s' infittisce d'istinto, si rabbuia.  La sua faccia dai lineamenti dolci si trasforma e irrigidisce. Che cazzo avrà contro di me?

Saluta l'amica con un bacio e se ne va. Molly si gira verso di me, e faccio appena in tempo a guardare altrove.

-conosci la mia amica?

-chi?

-quella di questo pomeriggio al bar..

-no. Mai vista.

-ti guarda male. Conosco la mia amica. Sembra quasi ti odi. Ma a parole sembra non ti conosca. Chissà...

Se n'è accorta anche lei. Ma che avrà contro di me? Bah. Però è bella...

-Molly...

-si?

-mi daresti il suo numero?

Io ti perdonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora