capitolo 6

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Mi guardai disgustato allo specchio del bagno.
Odiai quell'immagine, la odiai.
La odiai con tutto il cuore perché era un riflesso.
Il mio riflesso.
Vidi ciò che potevo essere e ciò che ero diventato.
Vidi un ragazzino con i capelli neri e delle occhiaie dello stesso colore sotto gli occhi grigi.
Vidi un ragazzino con la pelle pallida.
Vidi un ragazzino impaurito.
Vidi tutto, ma allo stesso tempo, niente.
Tutto iniziava a diventare sfocato nel mentre tutti i ricordi di una vita mi passavano sotto gli occhi.
I momenti con mio fratello in cui mi sembrava stare lontano dal mondo, lontano dalla mia quotidianità. Lontano lí, lontano dalle urla, dalle sgridate perché non ero un bravo Black.
Abbassai la testa e lo sguardo ricadde sulla manica alzata.
Vidi un marchio.
Quel marchio.
Il simbolo di quel che ero diventato.
Le parole dei miei genitori e del Signore Oscuro mi tornavano in mente.
Da ora sei il primogenito Black-una fitta-Non potrai tornare più indietro-un'altra fitta-Non umiliarci-ricordi dolorosi-Mi sarai fedele- paura-Sei un Black- panico-Sempre e per sempre- occhi lucidi-Mantieni alto l'onore- una lacrima -Giuralo- un'altra lacrima-
Giuralo- una terza lacrima- Lo giuro- la fine di tutto.
Crollai, mi appoggiai al lavandino con la testa tra le mani. Per la prima volta piansi lacrime amare.
Per la prima volta mi sentivo completamente abbandonato, non avevo più nessuno.
Ero completamente solo.
Caddi a terra.
Non ero stato mai bravo in niente.
Solo in quello.
Nell'arte di cadere.

L'arte di cadere -Regulus Black-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora