Epilogo

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Sirius

Quel venerdì sera lo avrebbe ricordato per tutta la sua vita.
La pioggia che picchiettava contro i vetri della finestra dell'appartamento condiviso e i ricordi di tutti quei pomeriggi passati ad inventare scherzi tornavano alla memoria. La pioggia lo stregava come il miglior sortilegio, lo tratteneva a sé, steso sulla poltrona più vicina alla finestra a ricordare. Ricordava tutto, di come pensavano di essere infallibili insieme ai suoi amici, lo erano veramente. Pochi sono stati graziati da un'amicizia così, loro quattro contro il mondo che sembrava immenso e aperto a nuove vite.
Ricordava tutto, di quando pensava che l'odore di casa fosse quello di Grimmauld Place prima di scoprire quello di Hogwarts.
Ricordava tutto, di come avesse passato quei ultimi giorni, inconsapevole, con suo fratello a ridere.
Non tutti i bei ricordi però durano, spesso gli echi di risate si allontanano troppo e si resta soli con il silenzio. La pioggia non sarebbe più stata una calma portatrice di ricordi.
Le gocce cadevano sempre più forti, sempre più ravvicinate come un bussare di un gufo alla finestra. La somiglianza però non era solo quella, le gocce erano i gufo. Alzandosi si avvicinò alla finestra, senza capire. L'esemplare di gufo reale che si trovava davanti non gli era sconosciuto. La sua bellezza trattenuta nelle piume candide era indimenticabile.
Allora inizió a capire Sirius, ma non si permetteva di formulare completamente il suo pensiero.
Argo, così si chiamava il gufo di Regulus, così lo avevano chiamato faceva la sua prima apparizione da anni, ma il gufo non era arrivato solo.
Legate alle sue zampe c'era una busta di quelle di alta cartoleria, sigillata con il simbolo dei Black.
La questione non era facile come sembrava, aprire quella busta poteva essere un grave errore.
Contemplò buttarle nel camino.
Regulus non gli aveva mai scritto in sette anni, non lo aveva mai cercato o anche provato a parlarci, nulla nulla e nulla.
Non che Sirius lo avesse mai fatto, il solo fatto di averlo lasciato un anno solo con i suoi genitori era stato terribile per entrambi. I suoi non avevano più l'ereditiero perfetto, lo dovevano ricreare.
Insegnare tutto, tutte le nozioni più segrete, le magie più terribili e di sette dimenticate nel corso del tempo. con mani e cuore tremanti prese il pacchetto e lo aprì, tolse la ceralacca nera e abbe paura.
Il contenuto di quella lettere poteva essere distruttivo. Poco sapeva il malcapitato, una sola lettera sarebbe stato troppo poco secondo il Fato.
Otto lettere lo attendevano. Otto lettere di cui sette erano fatte il primo settembre di sette anni consecutivi.
 Anche solamente lo sfogliare di quella carta lo portava a tremare dalla paura. Si sentiva in colpa, il carnefice della vita di suo fratello. Aveva scelto sé stesso, la sua felicità, la sua incolumità e aveva lasciato da solo un bambino troppo piccolo e troppo puro per comprendere un mondo così cruento. Era troppo poco per un mondo in cui se non sei abbastanza sei terminato.
Si sentiva in colpa per come lo aveva trattato, per tutte le parole dette e per quelle non dette. Non conosceva più suo fratello, colui che era stato tutto per qualcuno che si considerava niente.
L'ultima fu la più devastante, datata la stessa sera. Scritta ore prima, ancora calda dalla mano che ci era passata sopra e probabilmente l'inchiostro ancora non abbastanza asciutto.

Aveva bisogno di vomitare.

Londra, 30 giugno 1979

Oggi piove e non poteva essere migliore casualità di questa. Ti ricordi dell'ultima volta in cui pioveva, vero? Te lo ricordi Sirius? Anche quella sera pioveva. Non ricordi? Probabilmente no, hai l'abitudine di cancellare i ricordi in cui non sei l'eroe.
Quella sera mi lasciasti da solo. Quella sera pioveva, pioveva e tu te ne andasti con la pioggia che ti bagnava tutti gli abiti e che ti tratteneva da me.Da allora sono solo. Ho cercato compagnia in altri, con altri, ma tu Sirius eri mio fratello. Ti ho pregato di rimanere e tu mi pregavi di andarmene alla ricerca di qualcosa di migliore. Tu eri il Grifondoro, tu sei il coraggioso, io non ero nulla.                                                                                                                                                                                     Io non sono nulla se non la riserva, non abbastanza per nulla. Tu eri la stella.                               Sirio, quella più brillante.                                                                                                                                             Tu Mi pregasti di andarmene, ricordo precisamente il tuo sguardo, ed ora spero che ti abbia riportato alla mente il che ti supplicava di rimanere.                                                                                 Oramai è tardi per cambiare tutto e non mi scuserò. Mi rammarico di esserti stato nemico in un momento in cui volevi solo un fratello. Ma tanto ci sei riuscito comunque, James come sta? Perché è lui tuo fratello no? Me lo presentasti come Jamie e io fui solo Regulus.                         Regulus, ma per te è sempre stato Reg. Non fui Reg più per nessuno.                                                     Lascia che sia, almeno per una sera, io un bravo fratello. N                                                                          Non ti ho scritto per nulla e penso che lo avrei ormai capito, volevo dirti addio. Lo so che ti logorerà dentro, che non ti abituerai mai al fatto che ti mancherà una parte per sempre, fino a quando non la rimpiazzerai, non sarà difficile. Lo hai già fatto. Non bloccarti, vai avanti.           Sono solo un Mangiamorte, no? Perché non ti importa ancora di me, Sirius? E invece perché a me importa ancora di te? Perché?  Spiegami perché sei importante per me. Ti avrei voluto odiare, ma non ne sono capace.

Ora alzo gli occhi al cielo e guardo la tua stella brillare come te, mea stella.
Tuus,
Regulus

Terminare quella lettera non fu bello, niente più lo fu, non brillava più e non tratteneva più quel pensiero.
Non avrebbe avuto più un fratello, ma non riusciva a tormentarsi, a rammaricarsi lo avrebbe  potuto aiutare tempo addietro, ma non lo aveva fatto e non avrebbe mai più avuto la possibilità. Prese la tazza da tè e lo corresse con il primo alcolico che trovò in uno scaffale.
Suo fratello, il suo piccolo  re sarebbe stato morto in poco tempo, o forse già lo era.

Regulus Arcturus Black era caduto.
E questa volta per sempre.

~

Fine

~

L'arte di cadere -Regulus Black-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora