La Festa

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Il mio nome è Giada, Giada Gianni e mai nella mia vita avevo chiesto di diventare famosa.
Sono italiana ma per questioni di lavoro di mio padre tutta la mia famiglia si è dovuta spostare a Montecarlo quando ero molto piccola.
Per me quindi la lingua non è mai stata un grosso problema, nemmeno quando ho incontrato il più grosso ostacolo della mia vita: Charles Leclerc.
Vedete quando io e Charles ci siamo incontrati nessuno dei due pensava che lui sarebbe finito per essere amato da mezzo mondo, nessuno dei due pensava che sarebbe finito per guidare una Ferrari e avrebbe fatto mangiare la polvere ad un quattro volte campione del mondo e nessuno dei due pensava che la nostra storia potesse essere messa in pericolo per un paio di occhi da cerbiatto.
Difatti, la nostra storia inizia molto prima di tutto questo la nostra storia inizia ben cinque anni fa.

Monaco, Montecarlo - 17.06.2014

"Lea, non penso sia una buona idea andare."

Quella sera ci sarebbe stato il compleanno proprio di un nostro amico, Nicolas e sapevamo che ci avrebbe presentato moltissima gente, o almeno così aveva detto.

"Giada, zitta e vai a farti la doccia sai che io ci metto davvero tantissimo tempo!"

Mi lanciò il cuscino del letto Lea, mentre i nostri telefoni squillarono insieme facendoci capire che la notifica era da parte di un gruppo.
Lea era sempre stata una bella ragazza, lunghi capelli mori e lisci le incorniciavano il volto da brava ragazza anche se tanto brava non era.

"Oh-oh."

Disse Lea, non mi andava di togliere dalla carica il telefono ero ossessionata all'idea che non fosse al massimo di carica quindi preferivo rimanesse al suo posto.
Quel verso mi fece sollevare gli occhi e decisi finalmente di alzarmi dal letto, andando ad afferrare l'intimo e in seguito aprì l'armadio dei vestiti.

"Fammi indovinare c'è anche Bastien?"

chiesi facendo poi le labbra a cuore, canzonando la sua crush del momento prima di ridere al suo estremo pallore.
Bastien era un ragazzo di Monaco, amico di Nicolas che non aveva dato la conferma di esserci fino all'ultimo.
Questo era il suo modo di fare snob che io non avevo mai sopportato, anche perchè tutte le ragazze (compresa Lea) ci morivano dietro e non capivo ben per quale motivo.

"Tipico di Bastien."

disse lei mentre si lasciava cadere sul mio letto, con gli occhi sognanti e il cellulare al petto.

"Io lo prenderei a ceffoni, altro che lasciarlo venire alla festa."

sbuffai roteando ancora gli occhi, tirando fuori una tutina completamente brillantinata, era la preferita di Lea e sapevo approvasse a quella scelta.
Dopo una doccia veloce mi presentai in camera già con il vestito, mancava ancora un'oretta ma adoravo già starmene con il vestito in dosso.
Mentre Lea si faceva la doccia iniziai a tentare di farmi i boccoli con il ferro e perfortuna che avevo mia mamma, così potè aiutarmi lei.
Passai la lacca tentando di non metterne tanta e successivamente mi truccai, non ero una fan del trucco pesante tentai di mettermi un ombretto marroncino, non troppo scuro, sfumandolo il più possibile, passai del semplice eyeliner e infine incorniciai gli occhi con l'ausilio del mascara.
Sulle labbra decisi di mantenermi naturale, ma Lea aveva tutt'altro piano.

"Oh no cara Gianni, tu metti il rossetto rosso.
Avanti, scommetto che così ammalierai qualche fusto alla festa."

La lasciai fare, facendomi mettere il rossetto, infondo era una semplice festa, no?
Dubitai sul incontrare qualcuno, di solito passavo inosservata e sotto sotto mi piaceva.
No ragazzo e nessun delirio o insicurezza da relazione.
Finalmente indossai le mie scarpe con il tacco nere, presi la borsa ed ero pronta ad andare.
Mio padre ci accompagnò nella villa più grande di tutta Monaco e scoprimmo che la festa si teneva in giardino, tutte le decorazioni e l'ampio dj set lo facevano capire, almeno.

"Suzy ci aspetta dentro?"

Suzy era la terza componente del nostro piccolo trio, non ci siamo mai date un nome l'ho sempre trovato stupido, ma da sempre noi tre eravamo legate proprio dal giorno 0.

"Oui, ha anche il regalo." risposi io.

{Oui vuol dire si in francese.}

"Perfetto."

Avete mai visto due diciassettenni sui tacchi in mezzo alla ghiaia?
E' uno spettacolo orribile, fortunatamente non c'era nessuno a guardarci nel nostro pessimo show e passammo velocemente quel tremendo ostacolo.

"Finalmente ragazze, sono quasi tutti arrivati!"

Suzy era davvero bellissima.
Data la sua carnagione più scura a causa della sua nazionalità egiziana, aveva scelto un abito rosa perla ma comunque moderno e le stava veramente benissimo.

"Lea ci ha messo una vita ad asciugarsi i capelli!!"

risposi io ridendo, dando un abbraccio a Suzy proprio all'ingresso.

"Scusateci ragazze, passiamo in un secondo."

Un gruppo di ragazzi passarono proprio in quel momento, probabilmente uno dei tre era Bastien vedendo il viso di Lea.
Ma il mio sguardo fu catturato da un paio di occhi blu, non parlò più di tanto accennò un sorriso imbarazzato e percorse il corridoio fino al giardino.
La serata proseguì bene, anche se come al solito mi ritrovai sola, Lea aveva la sua chance di parlare con Bastien e Suzy con Maxime, mi sembrava giusto farmi da parte.

"Ti hanno lasciato sola?"

Chiese una voce alle mie spalle.
Mi voltai veloce, era proprio il ragazzo di prima ora che potevo notarlo meglio era abbastanza alto, corporatura snella e in quel completo blu stava davvero bene.
Reggeva due bicchieri di prosecco, peccato fossi astemia.

"Si."

Sorrisi imbarazzata portandomi le mani sulle braccia, il freddo stava iniziando ad avere la meglio vestito e mi maledì mentalmente per non aver portato la giacca dietro.

"Hanno lasciato solo anche me, posso?"

Chiese, indicando la panchina dov'ero seduta e annuii mentre lui mi porse uno dei calici che aveva in mano, lo lasciai sedere portandomi dietro l'orecchio una delle ciocche bionde sorridendogli timida.

"Sono astemia.."

Tentai di sorridergli gentile, mi dispiaceva quasi deluderlo, il suo viso sembrava il volto di un bravo ragazzo ed era ancora più bello da vicino.

"..però posso provare un solo goccio."

Tentai subito di riparare e vidi subito spuntagli il sorriso.
Inutile dire che il mio cuore perse un battito.

"Piacere, il mio nome è Charles."

Disse lui porgendomi la mano con un sorriso smagliante, quasi più luminoso delle luci di quella festa.

"Giada."

Risposi con sicurezza, stringendogli la mano mentre gli sorridevo alla stessa maniera.

You left a hole where my heart should be. | Charles & Giada |Where stories live. Discover now