1- Insopportabile

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ASIA P.O.V.

Il mio nome è Alessia ma tutti, da sempre, mi chiamano Asia, sia amici che familiari.
Ho diciott'anni.
La mia storia è quella forse di tante altre ragazze, oppure no.
Ho un fratello gemello, Luca, con lui vado abbastanza d'accordo. Viviamo con i nonni da quando i nostri genitori hanno divorziato e se ne sono andati per la loro strada. Dal quel giorno per me tutto è cambiato, sono passati 11 anni.
Io e Luca frequentiamo il liceo classico "E. Repetti" della nostra città, Carrara.
Fin dalla prima elementare io e mio fratello siamo stati in classi diverse.
È tradizione ed abitudine di molte scuole separare i gemelli.
Siamo arrivati all'ultimo anno, oggi è il nostro primo giorno di scuola e per la prima volta ci ritroveremo nella stessa classe.
Sarò io ad entrare a far parte della sua classe, perché la mia è andata praticamente distrutta. Tra bocciature, trasferimenti e rinunce siamo rimasti solamente in 3.
Entriamo poco dopo il suono della campanella, separatamente.
Arrivo nella mia nuova classe con gli altri 2 superstiti, Anastasia e Marco. Noto mio fratello al banco con il suo fedele amico, un certo Francesco.
A legarli un rapporto solido di grande amicizia e complicità, tanto che hanno formato una  band, i Trikobalto. Francesco è il cantante, mio fratello suona la tastiera.
Fanno regolarmente le prove nel negozio di strumenti musicali dei genitori di Francesco dopo la chiusura.
I loro concerti sono molto seguiti e hanno trovato anche un agente che li segue e li fa suonare alle feste di tutti i licei della regione. Insomma, tutto procede senza troppi intoppi, ma solo all'apparenza, perché per me Francesco è veramente insopportabile.
Non riesco proprio ad accettarlo, ad andarci d'accordo, a trovare un punto d'incontro.
E giuro che c'ho provato innumerevoli volte, su richiesta di mia fratello ma l'ho fatto solo per quieto vivere.
<< Asia, siediti qui! >> dichiara mio fratello toccando la sedia del banco vuoto davanti al suo.
Tocco il braccio di Anastasia e la esorto a seguirmi.
Luca e Francesco sono all'ultimo banco accanto al muro.
<< Alessia Pedretti >> dichiara ironico Francesco.
Mi accomodo dopo aver poggiato la borsa sul banco.
<< Francesco Gabbani >> dichiaro sfilandomi la giacca per poi accavallare le gambe.
L'antipatia é più che reciproca.
<< ciao dolcezza >> stavolta si rivolge ad Anastasia.
<< ciao piacere Anastasia >> risponde timidamente la mia compagna di banco.
<< piacere mio, Francesco >> risponde lui sorridendole.
<< Asia dovresti prendere esempio dalla tua amica. È gentile, dolce ed educata >>
<< Nasti, lascialo perdere. È l'ultimo anno. Evitiamo brutte compagnie >> consiglio alla mia compagna di banco poi mi volto giusto in tempo per l'entrata del professore.
Che personaggio.
Camicia a maniche corte, bretelle.
<< buongiorno, comodi >> dichiara il professore poi si siede.
Fa una breve introduzione, dà il benvenuto a noi nuovi arrivati e ci informa che insegna storia.
Noto, con la coda dell'occhio, strani movimenti al banco di mio fratello.
Scambia il suo posto con Francesco.
Ispiro, proprio dietro di me doveva sedersi?!
<< Asietta >> sussurra nascondendosi alle mie spalle per poi cominciare a giocare con qualche ciocca dei miei capelli.
Mi volto di scatto.
<< non ti azzardare mai più a toccarmi i capelli >> ringhio letteralmente per poi spostarmi i capelli in avanti.
Mi sorride mentre mi lancia uno sguardo malizioso.
Di colpo qualcuno comincia a picchiettarmi le dita sulla spalla destra.
Francesco incrocia le braccia al petto mentre continua a sorridere.
Mi volto, é stato il professore.
<< il suo nome signorina? >>
<< Alessia Pedretti >>
<< fuori >>
Sgrano gli occhi, mai e dico mai sono stata sbattuta fuori dalla classe in 4 anni di liceo. Ho sempre avuto una media invidiabile.
<< professore mi scusi ma è stato lui a disturbarmi >> rispondo indicando Francesco.
<< cosa siamo all'asilo?!. Non è questo l'atteggiamento in una classe di maturandi. Vada fuori. Le consiglio di schiarirsi bene le idee. Deciderò io quando farla rientrare >>

Sono inferocita.
Prendo la mia borsa e dopo aver lanciato uno sguardo di sfida al Gabbani lascio l'aula e me ne vado in cortile.
Mi siedo sulle scale, nel punto esatto dove sbatte il sole poi mi accendo una sigaretta.
Fisso le macchine che passano avanti e indietro davanti all'entrata.
Devo trovare un modo per calmarmi, soprattutto perché lui si diverte a provocarmi e sapendo che sono una tipa che scatta facilmente di certo non smetterà di farlo.
Potrebbe diventare un'arma nelle sue mani, non posso permetterglielo. Dovrò passare un'intero anno nella sua classe, non posso rovinarmi a pochi mesi dagli esami.
Continuo a fissare le auto mentre non accenno a smettere di fumare.
<< Asietta, ma che mi combini?!. Ti fai sbattere fuori il primo giorno alla prima ora. Non è da te >>
Ispiro, che spavento. Non l'ho sentito arrivare.
È seduto alle mie spalle.
Lo guardo, ha un sorrisetto ironico dipinto sulla bocca poi si lecca le labbra ed infine si accende una sigaretta.
<< Francesco >>
<< dimmi tutto >>
<< ci "conosciamo" da diversi anni. Sei il migliore amico di mio fratello ma tra me e te non corre buon sangue visto che non ci sopportiamo >>
<< tutto giusto >> risponde poi si concede una boccata di fumo.
<< che ne dici se per il quieto vivere proviamo a comportarci da adulti?. Ognuno per la propria strada, certo, però sarebbe il caso di avviare una dinamica un po' più da adulta. E chissà magari potremmo un giorno diventare amici >>
<< no, grazie. Sto bene così >> risponde.
<< perché?. Sto solo evitando di non rovinare il nostro percorso scolastico. Almeno quando siamo a scuola, all'esterno possiamo essere noi stessi >>
<< perché sei tu. L'unica persona che dovrei considerare off limits. Ho fatto una promessa, una promessa che devo mantenere >> risponde.
<< che promessa? >>
<< non posso dirtelo però ti concedo un armistizio per la scuola >> dichiara porgendomi la mano.
Devo fidarmi?.
Proviamoci, se reagisco potrebbe rivelarsi peggio. Devo tenermelo buono.
Stringo la sua mano.
<< grazie Francesco e scusami se prima ti ho risposto male >> rispondo per poi sorridere.
<< Asietta, ora non esagerare. So che stai fingendo. Sei sempre stata una pessima attrice >> dichiara poi riprende a fumare.
Ho imparato un'altra cosa oggi di lui, non fingere o se ne accorge. Mi conosce troppo bene. Io e Luca siamo incredibilmente simili e Francesco lo conosce alla perfezione, ciò significa che in automatico conosce me.
<< Asia >> qualcuno reclama la mia attenzione.
Ci sta venendo incontro Pietro, il mio ragazzo.
<< non dirmi che stai ancora con quel ragazzino?! >>
<< non è un ragazzino >> rispondo alzandomi.
<< è un ragazzino. Ha 16 anni ed ha appena iniziato il terzo anno >>
<< ma perché ti do retta?! >> ribatto allontanandomi per raggiungere Pietro.
<< perché ho ragione >> risponde a tono mentre io scuoto la testa e mi allontano con Pietro.



-Francesco P.O.V.

Osservo Asia mentre si allontana con il ragazzo. Scuoto la testa. Chissà cosa ci trova in quel ragazzino tirato a lucido?!, e quasi un anno che me lo chiedo.
Mi alzo, la pausa bagno sta diventando troppo lunga.
Noto qualcosa sul gradino su cui era seduta.
Mi chino, è il suo cellulare.
Sorrido e poi tocco il display.
Spero non abbia un codice, controllo e per fortuna non lo ha.
Asia, non dovresti lasciare il tuo cellulare senza una protezione quando ci sono io nei paraggi.
Per prima cosa lo spengo poi lo infilo nella tasca della giacca e chiudo la lampo.
Non voglio rubarlo, voglio solo farmi gli affari suoi. Al momento giusto glielo farò ritrovare.
L'ho spento perché appena si accorgerà di non averlo più il primo passo per ritrovarlo sarà fare una telefonata.
Corro in classe.
La curiosità mi logora ma devo aspettare. Quando sarò a casa, da solo. Per fortuna usciremo alle 11.15.

Il mio sole, la mia luna e tutte le mie stelle:Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora