Chapter 3

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Una nuova giornata. Una delle tante.
Mi sveglio con il rumore della pioggia.
Mi alzo, mi dirigo in cucina e scopro che il the è finito.
Sento un rumore, ecco la sbadata di mia madre.
La vedo precipitarsi frettolosamente sul porta oggetti in corridoio: prende le chiavi dell'auto e corre verso l'ingresso.
Scena ripetuta come un film tutte le mattine, circa 5 giorni su 7 ( non lavora il Sabato).
Mi vede, torna indietro verso di me e mi da un veloce bacio in fronte.
"Tesoro sono in ritardo, ci vediamo a pranzo,?ok?"
Neanche il tempo di rispondere: svanisce dietro la porta.
Mia madre, Kate, è sempre stata affettuosa con me. Ha 39 anni ed è una commercialista. Nel suo lavoro, che io non farei mai, è molto precisa e ordinata; nella vita quotidiana però, per nulla.
Ed ecco da chi ho preso.
Mi preparo, entro in camera e apro l'armadio.
Prendo il mio solito paio di jeans e cerco la mia maglietta rosa, quella attillata.
Scendo le scale e salgo su in macchina: mio padre mi stava aspettando per accompagnarmi a scuola.
Oggi almeno, potevo risparmiarmi la metro.
"Sei in ritardissimo, non arriveremo in tempo così!"
"Eh papà, non trovavo i miei jeans!"
Anche oggi qualcuno arriverà dopo il suono della prima campana.

"Stanotte ti sei spaventata?"
"No tranquillo papi, credo sia stato solo un incubo."
Per tutto il tragitto non ho aggiunto altro e lui, ha fatto lo stesso.
Io e mio padre abbiamo un legame strano. Siamo molto uniti, ma allo stesso tempo, non parliamo molto.
Capita raramente di aprirmi con lui come faccio con mia madre, che invece è sempre molto più sciolta con me.
Scendo dalla macchina: ho circa 30 secondi di tempo per arrivare prima che la professoressa chiuda la porta, non bagnarmi troppo sotto la pioggia, non farmi investire dalle macchine nei parcheggi, ed evitare lo sguardo di tutti.
Corro.

"In ritardo?"
Sento una voce provenire dalle mie spalle.
Oh no, Brandon.
*corri, corri, corri! Fai finta di niente!*
"Ei!"
Ancora? Ma perché mi becca nei momenti meno opportuni?
"Ah, dici a me?"
"Beh, nessun'altro corre qui!"
"Ehm, beh si, effettivamente sono in ritardo."
Accelero il passo ed entro.

In fondo al corridoio vedo la porta della mia classe già chiusa.
08:07
Busso.
"Buongiorno, posso?"
"Buongiorno signorina, è un po' in ritardo, ma d'altronde non è una novità, vero?"
"Mi scusi ma sa com'è la metro..."
"Prego, entri."
Per fortuna c'era Noah ad accogliermi, il mio compagno di banco e il mio migliore amico da sempre.
Noah è un ragazzo divertente, molto sincero e davvero carino: un sacco di ragazze gli girano in torno, ma lui non si è mai permesso di fare lo stronzetto di turno con nessuna.
Fino ad ora, io non mi sono mai fatta troppi amici, ma quelli che ho, come lui, non mi hanno mai delusa.
Credo che gli amici siano davvero qualcosa di prezioso: sono i tuoi compagni di vita, e nella vita, non hai poi così tanto tempo per trovare tanti amici, no? Io parlo di veri amici, ovviamente. Io non ne ho tanti.
Non mi piace conoscere tante persone, preferisco studiare tutti e starmene per i fatti miei.
Si rischia di meno: meno momenti di imbarazzo, meno uscite forzate, meno delusioni. Le persone di cui mi fido infatti, le posso contare sulle dita di una mano.
E sono le stesse che conosco da molto tempo.

"Ciao Noah"
"Eii, ma che succede? Hai una faccia!"

" -buongiorno anche a te Dafne, sei bellissima, vedrai che questa giornata andrà per il meglio!-
-grazie Noah, sei molto gentile-"

"Scusa, non volevo peggiorare le cose!"

"Beh così lo fai. Dimmi che sono bellissima e che questa giornata sarà fantastica"

"E che non verrai chiamata in storia?"

"Si, che non verrò neanche interrogata in st- ma aspetta, è oggi che..."
" Sì, Dafne!"

"Merda."

Odio storia. Odio con tutta me stessa questa materia.
Non sono portata in qualche materia in particolare, so solo che, se mi piace l'argomento, mi appassiono e studio anche molto facilmente, prendendo degli ottimi voti, come in matematica, fisica e psicologia. Se mi fa schifo invece, posso anche sforzarmi tantissimo: le cose non mi entrano proprio in testa. Ed è il caso di storia.

"Oggi iniziamo le interrogazioni ragazzi! Chi è il numero 4?"
"Sono io, prof."
"Noah, bene! Iniziamo con l'ultimo argomento?"
"Veramente prof..."
No, non poteva giustificarsi! Se l'avevo scampata ora, dopo mi avrebbe chiamata sicuramente!
"Noah, muoviti"
" ma non so niente!"
"Se ti tiri indietro non ti do il numero di Mia, la figa della festa di fine anno"
"Ma sei perfida!"

"Noah? Da dove vuoi partire?"
"Dalla prima guerra mondiale, dai ti dico tutto io!"
"Dalla prima guerra mondiale prof?"

Bene, ecco come inizia in media, la tipica giornata di un adolescente.
Scusate, mi correggo subito.
Ecco come inizia in media, la tipica giornata di un adolescente, sfigato.
Insonnia, ritardo, ansia e amici da sostenere (quando ti va bene: altrimenti, sei tu a dover essere sostenuto!).

All intervallo, faccio quello che si fa di solito: un caffè e un giro per il corridoio.
Evito di andare in giardino: mi imbarazza vedere tutta quella gente che parla di novità con la sigaretta tra le labbra. Hanno tutti sempre qualcosa da raccontare e mi chiedo a volte se ciò che dicono sia vero, o se si inventano qualcosa di "bello" da dire solo per sorprendere gli amici.
Io non ci riesco.
Non riesco a fare falsi sorrisi e a fingere che vada tutto bene anche quando non è così, non riesco a raccontare cose fighissime che non sono mi assolutamente accadute, solo per sembrare di stare al passo con la vita dei miei coetanei.
Ma a quanto pare molti hanno imparato a farlo.
Dovremmo normalmente, essere spontanei con le persone e invece, spesso, tendiamo a mentire: è diventato naturale, abituale, parte della normalità e non ci facciamo più caso.
Prendiamo per esempio la solita e scontata cosa che chiediamo a tutti.
"Come va?"

Perchè rispondiamo sempre "bene?"
Ma soprattutto, perché chiediamo "come va?" sempre e a tutti?
Anche quando non ci importa.
"Come va?"
Ma sul serio?
Se tutti dovessero rispondere in modo sincero a questa domanda, più della metà delle persone smetterebbe di chiedere "come va" in giro.
A chi interessa sul serio la vita ti sta andando bene o male?
Interessa sul serio a tutte le persone che ci chiedono "come va?" ?
È diventata davvero una domanda inutile.
È una domanda di rito.
Non sai cosa dire? Chiedi "come va"!
Sei in un momento di imbarazzo? Chiedi "come va"!
Hai incontrato qualcuno e vuoi parlarci il meno possibile? Chiedi "come va"!
Tanto ti risponderà solo con un "bene grazie"
Dopo questa domanda, c'è sempre il "bene grazie".
Ed è per questo che, è diventata la cosa più stupida e scontata da dire.

Potresti rispondere anche "stella marina", nessuno probabilmente, almeno i primi 3 secondi, si accorgerebbe della cazzata che hai detto.
Perché probabilmente, non ti stava nemmeno ascoltando.

————
"Arrivata in orario alla fine?"
Brandon.

Panico.

"Oh, ciao! Si sono arrivata in orario alla fine! Scusa se non ti ho saluta-, insomma, sono dovuta scappare..."

"Tranquilla! Beh, allora...
Come va?"

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