XX🌻

352 19 4
                                    

DIEGO

2013.
Stavo fumando una sigaretta nel cortile della scuola quando la vidi uscire dalla porta principale della scuola e correre da una sua amica e abbracciarla.
Era così bella.
Era da qualche settimana che l'avevo notata e aveva catturato la mia attenzione del tutto.
Vidi i suoi capelli volare per colpa del vento mentre si girava per tornare dentro e gli finirono tutti sulla faccia, se li tolse ridendo con la sua amica e il mio cuore si riscaldò a quella vista.
Quella ragazza mi fotteva la testa, pensavo solo a lei, a ricreazione la guardavo sempre e quando si girava dalla mia parte distoglievo lo sguardo, successo solo una volta che quando la guardai lei mi stava già guardando e mi sorrise.
Avevo perso la testa per lei.

                                                          14 Febbraio 2018.
Quel giorno avevo deciso di andare da lei, per vedere come stava.
Arrivai a casa sua e ad aprirmi fu la madre, mi salutò cordiale come sempre e mi disse che Gin era in camera sua, salì le scale ed entrai in camera sua.
Era sdraiata sul letto con gli occhi chiusi e un espressione sofferente in faccia.
'Posso entrare?' Gli chiesi e la vidi alzare la testa sorridermi e annuire per poi tornare come stava prima.
Mi sedetti sul letto vicino a lei.
Guardai la sua mano e piano piano iniziai ad accarezzargliela.
'Come stai?' Gli chiese.
Lei si alzò e appoggiò la schiena allo schienale del letto e mi rispose.
'Male, molto male, il mal di testa non vuole cessare da sta mattina e la febbre si alza e si abbassa.' La sua voce era stanca, si vedeva che stava davvero tanto male.
Mi venne un'idea in mente, ma non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, ma volli rischiare comunque, ne avevo bisogno.
Smisi di accarezzarle la mano e mi misi seduto vicino a lei dall'altra parte del letto e gli feci segno di sedersi tra le mie gambe, vidi la sua faccia confusa, ma alla fine accettò e si misi come gli avevo detto.
Si appoggiò al mio petto con la sua schiena e il mio cuore iniziò a battere troppo veloce, avevo paura che lo sentisse, la vidi chiudere gli occhi e lì iniziai ad accarezzarle i capelli piano, provando ad alleviarle il mal di testa.
'Come è andata oggi a scuola?' La sentì chiedermi con voce impastata dal sonno, stava per crollare.
'Niente di importante, oggi Gian non c'era perché lavora e tu stai male e Ele come sai se non ci sei te non mi parla, quindi mi sono annoiato tutto il giorno.' Feci scendere una mano sul suo fianco e iniziai a lasciarci sopra delle piccole carezze, vendendola tranquilla continuai con le carezze.
Sapevo che quello che stavo facendo e che ciò che provavo non era giusto nei confronti del mio migliore amico, ma non potevo farci granché, quella ragazza mi fotteva il cervello.
Innamorarmi di lei è stata forse la cosa più sbagliata e bella della mia vita.
'Come va il mal di testa?' Gli chiesi.
'Sta diminuendo.' Mi disse sussurrando.
Dopo un po' sentì il suo respiro appesantirsi, segno che si era addormentata.
'Se solo sapessi ciò che provo per te, mia dolce Gin.' Gli dissi a bassa voce e gli lasciai un bacio tra i capelli.
Rimasi un altro po' con lei tra le braccia, poi decisi che era tempo di andare via.
Scesi giù e vidi sua madre seduta sul divano con un libro in mano, quando mi vide sorrise, assomigliava molto alla figlia.
'Come sta?' Mi chiese.
'Si è addormentata, ma sono sicuro che starà meglio.' Gli dissi sorridendo.
'Speriamo, vuoi restare per un tè?' Mi chiese posando il libro sul divano vicino a lei.
Ci pensai su, ma arrivai alla conclusione che avevo bisogno di stare da solo a pensare un po'.
'Devo proprio andare, ma la prossima volentieri rimango.' Gli risposi sorridendo.
Lei mi guardò e annuì.
Uscì dalla quella casa e presi un profondo respiro, non sapevo che fare, ero tra due fuochi.
Dalla prima volta che avevo visto Ginevra a scuola, mi era rimasta impressa in mente, era così bella e piccola, con quei suoi capelli corti che adesso gli arrivavano a metà schiena.
Era arrivata un anno dopo che io ero a scuola, lo intravista la seconda settimana di scuola, così piccola e innocente con le sue amiche che rideva, anno dopo anno mi piaceva sempre di più, arrivato in quarto iniziai a non studiare e andare male in quasi tutte le materie per alcuni problemi a casa, così alla fine mi ritrovai bocciato e al suo stesso anno, da una parte ero felice perché avrei potuto vederla ancora per due anni, sperando che un giorno io abbia il coraggio di parlarci.
Quell'anno avevo deciso di provarci, di rischiare, ma arrivò lui e mi resi conto che non avevo speranza, perché l'avevo vista mentre lo guardava, era lo stesso modo in cui guardavo io lei.
Non potevo competere, l'amore che lei provava per lui è indescrivibile, il modo in cui lo guardava era così doloroso per me.
Non potevo mettermi in mezzo a loro due, quindi mi feci da parte, perché infondo mi bastava vederla felice.

                                                              09 Novembre 2019.
Presi il libro che gli era caduto e lo misi dietro di lei sul tavolo e mi avvicinai molto alla sua faccia, stavo morendo dalla voglia di baciarla.
Mi guardò e io ricambiai lo sguardo, era tutta rossa e respirava a fatica, feci sfiorare i nostri nasi e lei mi mise le mani sul petto e strinse la maglietta.
Gli toccai un fianco e strinsi piano la presa, stavo per impazzire, ma non potevo farlo adesso, non era ancora il momento giusto.
'Diego..' Mi disse sussurrando e io decisi di allontanarmi prima che potessi fare qualcosa di troppo.
Mi misi seduto sul letto e la guardai, aveva una espressione dispiaciuta in volto.

[...]

'...State male entrambi, forse tu di più.' Mi alzai dal suo letto e me ne andai.
Scesi di corsa le scale e uscì da quella casa, avevo una voglia matta di prendere a pugni qualcosa.
Lo amava ancora, era ancora legata a lui e io non potevo farci nulla, stava soffrendo come un cane per lui e io per lei.
Che vita ingiusta quella delle persone innamorate.

MOMENTO MIO:
Non serve che io dica molto, solo buona lettura.
Come state?

Lui, io e la nostra storia. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora