Capitolo 12

642 45 3
                                    

Tancredi's POV

La sera trascorre tranquilla, con Gian che cerca di tirarmi su il morale e io che rido alle sue battute.

Io vado a dormire più presto del solito perché la brutta giornata mi ha distrutto, quando sto per addormentarmi ripenso alle parole di mio padre : "non è finita qui, al tuo fidanzato di merda ci penserò io!"

Bah, non ci darei troppo peso, la gente è brava a parlare, ma fare quel che si dice è una qualità di pochi.

Vengo svegliato da Gian che mi urla nelle orecchie. Apro gli occhi di scatto pensando che sia giorno, che abbia dormito troppo e che stiamo perdendo il treno per Milano, ma quando guardo fuori dalla tempesta noto con stupore che è ancora buio.

Tanc: perché cazzo mi hai svegliato, deficente!

Mi strofino gli occhi, poi lo guardo meglio in faccia....
È preoccupato.

Tanc: ehy, che hai?

Gian: è difficile da spiegare, ma dobbiamo andare in ospedale, è urgente.

E li capisco tutto, immagino che centri con Lele e con il suo problema.
Immagino che cosa gli sia successo, ma mi auguro vivamente di sbagliare.

Tanc: cos'è successo a Lele?!

Non parla, non mi guarda neanche.

Tanc: COSA CAZZO È SUCCESSO GIAN!!!!??

Ho le lacrime agli occhi, lui se ne accorge e si decide a parlare.

Gian: Tanc, vedi.... Ho appena scoperto che Lele è autolesionista....

Lui continua a parlare, ma io non lo ascolto.
Le mie preoccupazioni erano fondate.
Non sa che lo sapevo già e che avevo promesso di non rivelarlo a nessuno.
Aveva fatto una promessa cazzo, non l'ha rispettata.

Interrompo Gian alzandomi dal letto e cambiandomi i vestiti.

Gian mi segue a ruota e prendiamo l'autobus per andare in ospedale, intanto approfitto per dirgli che lo sapevo già....
Gli racconto tutto.

Tanc: Diego sa?

Piango ancora.

Gian: si....

Intanto arriviamo, scendiamo in fretta e ci avviamo verso l'entrata, ho il cuore in gola.

Chiediamo informazioni su dove è ricoverato il mio ragazzo e finalmente vediamo in fondo a una corsia Diego e la madre di Lele.

Non ci penso un attimo e salto in braccio a Diego, lui mi stringe forte e per un attimo mi sento a casa.

Mi siedo un attimo senza dir nulla, sua madre mi guarda in modo comprensivo.

Poi prendo coraggio e mi ritrovai davanti alla porta della sua stanza.

Metto la mano sulla maniglia della porta e ho un dejavu (non so se si scrive così 😅) :
La prima sera che passamo insieme, quella dove facemmo l'amore, quando dovevo entrare in stanza per dormire con lui provai la stessa sensazione: il cuore in gola.

Non ci penso due volte e entro....

Spazio me.
Anche oggi vi lascio con l'ansia!!😂 🍓🍓😍❤️

FOREVER Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora