1.Lily

612 22 5
                                    

Harry.
L'ultima cosa che mi ricordo sono gli occhioni verdi di mio figlio, il suo adorabile sguardo innocente che mi guarda e che sembra chiedermi "Mamma, perché piangi?".
Poi lui, con la pelle bianca, quasi trasparente, talmente sottile da lasciar vedere le vene sul cranio.
Io che lo supplico di risparmiare la vita del mio bimbo... lui che ride, malvagio..."spostati, stupida ragazza, spostati" mi continua a dire, come se io fossi davvero disposta a lasciare che uccida il mio bambino per vivere.
Lo prego per l'ultima volta, ma il suo sguardo è pieno di odio, non c'è umanità in esso.
L'impazienza di Voldemort arriva al limite e si stanca di giocare con me, così estrae in modo elegante ma terrificante la bacchetta e me la punta contro.
Dovrà passare sul mio cadavere prima di avere il mio piccolo Harry.
Ma sembra non importargli, ed è proprio quello che fa, perché vedo un lampo di luce verde, e poi niente.

Vuoto.

Fino ad ora.
Adesso apro gli occhi, e la prima cosa che vedo quando provo ad alzarmi è che sono in una specie di stazione. Assomiglia a King's Cross, la stazione babbana che a cui i miei genitori mi accompagnavano quando ero piccola, quando era settembre e arrivava il momento di tornare ad Hogwarts.
Solo che è tutto bianco.
Mi guardo un po' intorno, inizio a camminare e ad esplorare in giro ma continuo solo a vedere le stesse cose, come se fosse una stazione di luce infinita.
Mi arrendo e mi siedo su una delle panche, mi prendo la testa fra le mani.
Penso a James, che si è sacrificato per darmi tempo di scappare con Harry. Penso al mio bimbo, che ho lasciato nelle grinfie di Voldemort, per ritrovarmi qui. Forse sono morta. Però, se sono morta, dovrebbe esserci anche James. Dovrebbe esserci Harry...
Mi desto dai miei pensieri nel momento in cui vedo un corpo sdraiato, da lontano. Mi avvicino, portando istintivamente la mano alla bacchetta, ma senza sentire niente.
Accidenti.
Continuo ad avanzare, cauta, e la figura mi sembra sempre più nitida, sempre più familiare. Poi lo riconosco.
Come mi avevano suggerito le mie stesse riflessioni poco fa, se sono morta non sono l'unica ad esserlo.
E quindi eccolo qui.
Proprio lui.
Proprio James, che sembra aver appena aperto gli occhi e che ora mi guarda incredulo.
- James!- urlo, e mi fiondo su di lui, tra le lacrime, che mi sgorgano sul viso un po' per il sollievo di vederlo e un po' per sfogo dopo tutto quello che è successo nell'ultima ora.
Lui resta un momento senza fiato, e poi mi stringe a sé, come se avesse paura che io possa sparire da un momento all'altro.
Devo ammettere che è la stessa paura che ho io.
- Lily...- sussurra fra i miei capelli, mentre continua a stringermi-Lily...Harry?
Si stacca dall'abbraccio e mi guarda, preoccupato.
Vengo attaccata da un'ondata di emozioni, e gli stringo le mani.
-Io...io non lo so. Non so dove siamo, non so il perché ci siamo, non so che fine abbia fatto Harry...- la mia voce viene rotta da un singhiozzo.
-Ehi, guardami- dice James, sollevandomi delicatamente il mento.- andrà tutto bene. Sono sicuro che Harry stia bene...-dice, ma viene interrotto da qualcosa. Effettivamente, ci rendiamo conto di star letteralmente svanendo.
Come se fossimo fatti di fumo, iniziamo entrambi a sbiadire e a mescolarci con l'aria che ci circonda.
Per la seconda volta, nella mia visuale diventa tutto nero, e sembro risvegliarmi a casa mia, stavolta con James al mio fianco. È... incredibile. Riesco a vedere il suo corpo a terra, senza vita, in corridoio. Ma lui è accanto a me.
Lo guardo di nuovo, e sul suo viso leggo la stessa emozione di incredulità che provo io.
Nonostante la scioccante scoperta, mi spinge a continuare. Avevo ragione, siamo morti davvero.

Camminiamo verso la camera dove ho lasciato il mio piccolo e vedo anche io mio corpo, i capelli rossi sul viso e il collo ruotato in modo innaturale.

Alzo lo sguardo e lo vedo, finalmente.
Harry.
Il mio piccolo brontolone. Mi guarda (o meglio, guarda il mio corpo senza vita) con gli occhi ancora lucidi e le labbra piegate nel broncio che ha un bimbo che ha appena finito di piangere, e a cui basterebbe un battito di ali per farlo subito ricominciare.
Provo a prenderlo in braccio, ma non ci riesco...sono fatta di aria.
Sono un fantasma.
Lo guardo meglio.
Ha una ferita fresca e sottile sulla fronte...una saetta. Voldemort non c'è più, ma sembra che stia per arrivare qualcuno...James si piazza davanti a noi, con fare protettivo, ma dal momento in cui sembriamo non essere più solidi penso possa fare ben poco.
Nella stanza entra un uomo con i capelli neri, unti e lunghi fino alle spalle. Ha un lungo mantello, nero anch'esso, che lo fa assomigliare a un pipistrello.
Severus.
Alla vista del mio corpo sbianca e il suo viso si contorce in un'espressione di dolore assoluto.
Sembra disperato.
Mi prende, mi abbraccia e, nonostante tutto quello che ha fatto, si accende in me un senso di pietà che mi va venire voglia di abbracciarlo anche io.
Ma non posso.
Non più.
Resta lì a lungo, a piangere sul mio cadavere, e neanche James, che lo ha sempre odiato e che continua ad odiarlo, sembra avere il coraggio di dire nulla, perché il suo dolore è assoluto e chiaramente sincero.
Quando sente però altri rumori, si smaterializza subito e un secondo dopo arriva un gigantone con una barba folta. È Hagrid... Hagrid. Prende Harry, che è grande come la sua mano e che lo fissa curioso, e lo guarda con gli occhi pieni di amore.
-Okay piccoletto. Adesso ti porto via da qui. Silente si prenderà cura di te. Tranquillo. Andrà tutto bene. Ehm...andiamo, dai.-dice trattenendo le lacrime anche lui, che ora ha visto me e che entrando ha sicuramente visto anche James.
-Accidenti Harry, volevo bene a Lily e James. Tu sarai un grande mago. Come loro...come tua mamma e tuo papà...ma dai, ora andiamo...

Oh, Hagrid...
Mi si riempiono gli occhi di lacrime, di nuovo.  Non posso lasciare il mio bambino vivere senza di me, anche se se ne prenderà cura Silente.
Non posso abbandonare la squadra degli Auror.
Non posso mollare la mia battaglia.
La nostra battaglia.

James è ancora qui accanto a me. Sembra aver letto tutti i miei ultimi pensieri, perché mi abbraccia forte.
-Ehi... ascolta. Secondo me se Harry è vivo qualcosa non quadra. Non è possibile che Voldemort ci abbia uccisi per arrivare a lui, e che ora Harry sia vivo. E poi, quella ferita sulla fronte...non lo so, tesoro, ma ho un buon presentimento. Vedrai. Se solo...se solo riuscissimo ad entrare in contatto con Silente...forse, possiamo ancora smaterializzarci.- mi dice, facendomi riflettere.
Certo, effettivamente è strano che Voldemort sia venuto apposta a casa nostra per uccidere Harry, una volta conosciuto la profezia, abbia effettivamente tolto tutti gli ostacoli sul suo cammino per farlo (ovvero me e James), e poi gli abbia semplicemente fatto  un graffietto sulla fronte.
È strano. Molto strano.
Ma James ha ragione... dobbiamo assolutamente capirci di più su questa storia, e l'unico modo è andare ovunque si trovi Silente.
E dobbiamo andarci adesso

Mi porge il braccio. Non sono sicura che possa funzionare, ma l'unico modo per scoprirlo è provarci. Lo afferro, ed effettivamente qualcosa accade. Solo che sicuramente non ci stiamo smaterializzando. Mi sento leggera, e il mio stomaco non sembra volermi uscire dalla bocca come quando ci si smaterializza. In realtà, riflettendoci, questa sensazione è molto simile a quella che ho provato poco fa, quando sono lentamente svanita da King's Cross per ritrovarmi qui. Per un secondo torno a vedere il buio totale, ma poi mi ritrovo in una strada, un sobborgo babbano, probabilmente, al fianco di James. È incredibile come, per quanto possa essere lui iperattivo, sia restato straordinariamente calmo alla vista dei nostri cadaveri, alla vista di Harry, rimasto solo...
Meglio non pensarci, per ora. Harry non è solo. È con Hagrid, che lo sta portando da...
-Silente!- mi indica James, all'inizio della strada. In effetti, c'è un mago vestito di verde smeraldo, con la barba bianca lunga fino alla cintura e gli occhiali a mezzaluna in bilico sul naso aquilino.
C'è solo un mago che risponda a queste caratteristiche.
Il fatto che stia parlando con un gatto persiano, poi, ci toglie ogni possibile dubbio.

After LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora