6.James

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Nove anni dopo

-Esprimi un desiderio, Harry- sento dire da mio figlio, che esattamente in questo momento compie undici anni. Quest'anno andrà ad Hogwarts, ma non saremo noi ad accompagnarlo al binario, non saremo noi a portarlo a Diagon Alley, a comprare la sua prima bacchetta, la sua uniforme, i libri e, perché no, magari anche una scopa. Noi non saremo lì con lui. O meglio, ci saremo, ma lui non ci vedrà. Lui vedrà qualcun'altro, e quel qualcun'altro sarà...

BOOM

-Ooops, scusami tanto!-dice il bestione che è appena entrato nella catapecchia in cui si sono rifugiati i Dursley.

- Hagrid!- esclamiamo io e Lily all'unisono, quasi come se potesse sentirci.
Accidenti, se mi è mancato.
Sì, okay, non posso dire che stare su un paradiso deserto con la donna che amo faccia schifo, però...mi rendo conto solo ora quanto mi manchino le persone che abbiamo lasciato qui.

Pare che però Harry non la pensi allo stesso modo. È schizzato non appena ha sentito il colpo alla porta, e si è nascosto dietro una colonna, lasciando il cugino Dudley alla mercé di quello che lui crede sia un pericolo. Harry, che fine ha fatto il tuo spirito da Grifondoro?
-Sicura che sia mio figlio?- chiedo scherzosamente a Lily, che ride e, indicando in direzione della scenetta, ribatte:-Sì, credi proprio di sì...

Guardando dove mi sta indicando, in effetti, vedo che Harry esce dal suo nascondiglio, mettendosi davanti a Dudley, tremante, a cui Hagrid ha appena dato del ciccione.

Beh, qualcuno doveva pur dirglielo.

Alla vista di Harry, lo sguardo del gigante si ammorbidisce.
-L'ultima volta che ti ho visto, eri ancora un soldo di cacio- dice sorridendo- assomigli un sacco a tuo papà, ma gli occhi, quelli li hai presi dalla mamma.

-Sentito Lily? Io te lo dico sempre, che è uguale a me, ma tu niente, continui ad insistere che somiglia a te!- mi prendo gioco della mia bellissima moglie, che mi guarda con il suo bellissimo sguardo scocciato dal fatto che HO RAGIONE e che storce la sua bellissima bocca.

-Solo perché glielo ha detto Hagrid, non vuol dire che è vero, megalomane...e poi non ci vede da undici anni, secondo te quanto può essere affidabile il termine di paragone?- ribatte, con un sorriso beffardo.
La amo quando fa quella faccia.
Sto per prenderla in braccio in modo da ritornare sull'isola per...uhm...controllare se le molle del letto siano ancora funzionanti, quando Hagrid va finalmente al punto. Avevo dimenticato che mentre facevo fantasie poco caste, la scena era andata avanti.

-... Naturalmente, saprai tutto di Hogwarts.
-Uhm...no, mi spiace.-dice Harry, visibilmente confuso.
-Ti spiace, a te??

Sì, è un bambino educato.

-... È a loro che dovrebbe dispiacere!

Questo è vero.

-... Sapevo che non ti davano le lettere ma...che non sapevi niente di Hogwarts...diamine!

Rido per l'imprecazione chiaramente frenata all'ultimo.

-... Non ti sei mai chiesto dove i tuoi genitori avevano imparato tutto quel po' po' di roba che sapevano?

Evidentemente no. Non è mai stato molto perspicace.

Il mio flusso di pensieri sarcastici ad ogni frase di Hagrid viene interrotto da una frase del mio intelligente figlio, che si risente non appena viene accusato di non sapere nulla.
-Beh, alcune cose le so. So le tabelline e altre cose del genere.

SEI SERIO???
Mi cascano le braccia, insieme a ciò che resta dei miei co...uhm, nulla. Non sfocio nel volgare.

-Intendevo del NOSTRO MONDO, DEL TUO MONDO, DEL MONDO DEI TUOI GENITORI!!!- Hagrid ha ufficialmente perso le staffe.

-LA SMETTA, LE PROIBISCO DI DIRE QUALSIASI COSA AL RAGAZZO!

Ma vai a cagare, Dursley.

-Oh, andate a quel paese...

Finalmente. Bravo, Hagrid.

-...tu sei un mago, Harry.

Oh. Il mio sarcasmo finisce, lascia spazio a un'emozione che ormai conosco bene, che ho provato quando Harry ha mosso i primi passi, ha detto la prima parola...invidia. Invidia per Hagrid, ora, in passato l'invidia era per Petunia, o per Vernon, quando vedevano crescere mio figlio, e potevano interagire con lui.

Volevo dirgli io questa frase, guardare i suoi occhi scintillare al pensiero di poter agitare una bacchetta per raggiungere il telecomando sul tavolo anche se sdraiato sul divano, di poter chiudere il becco a quella papera della zia...erano cose da papà. E invece gliele ha dette Hagrid. Ma va bene, sono felice che sia stato lui al posto di, che ne so, Silente, che con la sua aura mistica avrebbe sicuramente fatto capire  a Harry  che c'erano cose più importanti da fare con la magia che prendere il telecomando lontano.

Harry legge la sua lettera ad alta voce. Sento Lily inondarmi il braccio di lacrime mentre si commuove, sentendo le fatidiche parole che, da oggi in poi, cambieranno per sempre la vita del nostro piccolo ometto.

-Caro Signor Potter,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts...


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