2.*Non è che avreste 50 cent. da prestarmi?*

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Lunedì 24 febbraio 2020...

"Lo vedi anche tu?" Federica, affianco a me, stava cominciando a cedere. Vista la situazione creatasi nel fine settimana, la nostra società sportiva aveva deciso di sospendere l'attività per almeno sette giorni, compresa la partita della domenica: una delle poche gioie della settimana, insomma. La mattina del lunedì, io ed altri, avevamo deciso di spomparci un po' andando a fare corsetta al campo. Che errore, ragazzi!

"Cosa?" Il dolore al ginocchio sembrava essersene andato in vacanza cosa che, in realtà, non mi dispiaceva affatto. Correre sul ghiaino non era un gran che, ma era l'unico "impianto sportivo" a disposizione.

"Un mio polmone, credo che mi abbia abbandonata e se ne stia scappando. Torna qui, vigliacco!" Ero scoppiata a ridere, commettendo un grossissimo errore: perché mai sprecare così tanto fiato, Lea? Proseguendo, mi ero lasciata alle spalle Federica che, intanto, si era distesa maldestramente su una delle tante panchine libere. Non c'era quasi nessuno al parco: sembrava che la gente si fosse chiusa in casa e che non avesse la minima intenzione di uscire. Non ero il tipo di ragazza che si faceva prendere facilmente dall'ansia ma, in un paesino come il nostro, al parco c'era sempre almeno una nonna che spingesse il nipotino sull'altalena, qualcuno che faceva jogging, chi giocava a frisbee... ma, allora, dov'erano finiti tutti?

Vedendo che, con Federica, si erano fermati anche gli altri due, avevo deciso di staccare anche io. Per quel giorno, quella sfilza di minuti sarebbe bastata ed avanzata: almeno mi sarei potuta abbuffare senza sentirmi avvinghiare dai sensi di colpa post pranzo da regina.

"Quindi raga, oggi pomeriggio?" Tatiana aveva praticamente il sorriso sempre stampato sul volto: come potevi non sorridere anche tu alla sua vista? Era una sorta di sole in carne ed ossa. Mi piaceva definirla così perché, nei suoi giorni sì, sprizzava allegria da tutti i pori e nessuno riusciva a trattenerla. Aveva gli occhi luccicanti, come se prevedesse una settimana tutta di divertimento. Lo sarebbe stata? Mah, chi lo sa.

"Io sarei per la biblioteca" Tommaso era il migliore amico di Tatiana: un tipo socievole e bonario, che difficilmente avrebbe fatto del male ad una mosca. Negli ultimi giorni era spesso uscito con il nostro gruppetto e, a quanto pare, aveva finito per diventare quello 'beato fra le donne'... se tali ci si può definire.

"Ehnnè" Distratta dai miei pensieri, avevo finito col dimenticarmi che ci fosse anche Federica-la-zombie lì con noi che, per quanto riuscisse, aveva cercato di esprimere un parere sulla proposta di Tommi.

"Per me ci può stare" In un modo o nell'altro, avrei trovato dei compiti da fare. Sennò mi sarei messa avanti con La Divin... seh, dai nessuno di noi ci avrebbe mai creduto. Intanto, Federica, si era messa seduta composta e guardava un punto fisso davanti a lei. Madonna, sei tu?!

"Fede ti do l'opportunità di scegliere fra: A)chiedermi di chiamare l'ambulanza e farti portare via in barella o B)muovere il culo ora e venire giù con noi" Intanto, aveva smesso di guardare il punto (o la Madonna, come più vi aggrada) ed aveva rivolto lo sguardo verso di me.

"L'opzione 'farsi portare in braccio' non c'è?" Avevo girato la testa verso Tommaso e Tatiana cercando un minimo di aiuto e comprensione nei loro sguardi che, in realtà, sembravano alquanto divertiti dalla scena: non so loro, ma io avevo una gran fame e, quindi, una gran fretta di andare a casa.

"Va bene Fede, ho capito" Avevo preso la mia sacca sportiva ed avevo fatto cenno agli altri di seguirmi. Federica, vedendoci prendere la via del ritorno, ci aveva messo sì e no 4 secondi per ricomporsi e raggiungerci. Non ci voleva molto, visto?
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"Mamma, io esco. Hai visto per caso le chiavi della moto?" Da poco avevo preso la patente per il 125 ed, insieme a Tatiana ed Eleonora (avrete il piacere di conoscerla più avanti), facevamo il trio delle bikers del paese. No, a parte gli scherzi: era stata una vera fortuna che il destino avesse scelto di farci incontrare. Non avrei sopportato di dover sostituire un bel giretto, in collina, in sella ad una Naked con una giornata passata fra i negozi di una città a sperperare i soldi dei miei. Essendo alta neanche 160 cm, mio padre aveva scelto per me un 125 abbastanza piccolino: un KTM Duke usato, per la precisione. Tatiana ed Eleonora, invece, avevano due 125 nuovi di zecca, appena usciti dal concessionario, rispettivamente una Keeway ed un Caballero. Due moto niente male, davvero. Vabbè, credo di avervi già tartassati abbastanza con questo argomento. Giuro, ora ho finito.
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"Allora, andiamo su?" Kadija aveva stranamente fretta di entrare in biblioteca ed iniziare a fare i compiti. O c'era dell'altro? Dato che ero al corrente di avere delle doti nel campo del 'disturbo delle persone che mi stanno intorno' avevo deciso di stuzzicarla.

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