Ci vennero aperte le porte della sala del trono e mettemmo piede al suo interno in austero silenzio. Sul fondo della grande stanza dalle pareti decorate da affreschi dai toni rossastri e con delle grandi vetrate sul lato opposto atte ad illuminarla, si trovavano le lussuose sedute della famiglia reale.
Il Sovrano, maestoso e possente, sedeva al centro mentre i figli erano disposti ai suoi fianchi e notai subito che uno dei troni era vuoto, probabilmente dovuto all'assenza di uno dei principi più grandi. Venimmo scrutati da capo a piedi, soprattutto dagli occhi particolarmente attenti delle guardie posizionate lungo il perimetro della sala. Ci disponemmo in fila a pochi metri dalla famiglia reale e ci inginocchiammo come segno di rispetto.
"In piedi." sbottò il Re, e noi eseguimmo immediatamente l'ordine. "Come ben sapete, vi trovate qui per un torneo molto importante. Verrà scelto colui che avrà il compito di tutelare la salute di mia figlia durante un importante viaggio che avrà luogo tra alcuni mesi. Fino ad allora, vivrete in questo castello e, oltre al dover superare alcune prove, dovrete di sottostare alle regole imposte. Qualunque vostra violazione comporterà l'uscita immediata, spero che questo sia abbastanza chiaro."
Mentre ascoltavo il discorso del Re, lasciai che i miei occhi vagassero timidamente nell'osservare i principi presenti: erano tutti bellissimi, uno più dell'altro, e notai che il principe mio coetaneo aveva una strana ustione sotto l'occhio sinistro. Nonostante ciò, trasudava una bellezza non indifferente e mi persi ad osservarlo rapita soprattutto dalla particolarità dei suoi capelli. Quando però notò il mio sguardo posato su di lui, il ragazzo voltò subito gli occhi verso una delle grandi vetrate e mi imbarazzai parecchio per essere stata scoperta sul fatto, sperando che questo non avrebbe causato ulteriori problemi.
"Le prove avranno inizio tra due giorni e perdureranno fino al mese prossimo. Ci sarà una sfida a settimana e questa sera avrà luogo un ballo indetto a inaugurare l'evento. Sarà presente la nobiltà, quindi siete pregati di prepararvi a dovere. E' tutto, potete andare." concluse il re.
Dopo un secondo inchino, demmo le spalle alla famiglia reale e seguimmo l'uomo che ci aveva condotti alla sala del trono verso l'esterno della stanza, ma non riuscii a fare a meno di voltare lo sguardo ancora una volta in direzione del principe con l'ustione che scoprii intento ad osservarmi. Quella volta però, non deviò lo sguardo e riconobbi qualcosa nei suoi occhi. Si fece largo in me una strana sensazione, come se lo avessi già visto da qualche parte ma non riuscissi a ricordarmi affatto dove e quando.
Usciti dalla sala del trono, venimmo divisi per genere e scortati nelle nostre stanze: degli angusti loculi dai muri di pietra nuda collocati ai piani inferiori del castello e da cui entrava luce solo da una timida finestrella. I nostri giacigli erano dei letti leggermente rialzati da terra il cui materasso era composto da sola paglia, esattamente come il cuscino. Ero stata abituata negli anni a dormire su brande praticamente inesistenti, soprattutto quando andavo a caccia con mio padre, e mi parve di tornare a quegli anni di spensierata gioventù.
Eris, la mia unica compagna di stanza, gettò il suo fagotto ai piedi del suo letto e si sdraiò sospirando sul duro materasso. Non sembrava una ragazza di molte parole ma andava bene così, non era per nulla obbligatorio legare con lei, soprattutto perché avremmo dovuto comunque sfidarci durante le prove ed un possibile legame sarebbe stato solo d'intralcio.
Mi sdraiai anche io sul letto lasciando che i miei occhi vagassero sulla fredda pietra di quella stanza fin troppo buia che puzzava tremendamente di umido. Nonostante non fosse successo ancora nulla degno di nota, sentivo un particolare bisogno di riposare.
- - -
"Secondo te è troppo stretto?" chiese la donna incaricata di vestirmi per l'imminente ballo mentre era intenta a girarmi attorno osservando ogni piega che quell'abito fin troppo pomposo mi lasciava sul corpo.
"A mio parere è perfetto così." rispose quello che intuii essere lo stilista del castello accennando un cenno con il capo. "Bisogna far risaltare le curve il più possibile."
"S-Scusate." dissi timidamente. "Faccio un po' fatica a respirare, sarebbe possibile..."
"Andrà benissimo." concluse lei facendomi scendere dalla piccola pedana su cui mi trovavo con una lieve pacca sul fondo schiena. "Lei era l'ultima, giusto?"
"Esattamente. Prego, signorina." disse l'uomo indicando la porta. "Vada con gli altri candidati al piano di sotto, dove vi attende il vostro Custode."
"V-Va bene."
Nelle poche ore in cui ero giunta al castello, avevo appreso che il Custode era il titolo dell'uomo di mezza età che ci aveva accolto al nostro arrivo e sarebbe stato colui a cui avremmo dovuto fare riferimento per ogni nostra necessità, ma soprattutto, sarebbe stato il nostro cane da guardia con il compito di controllare che non causassimo problemi. Un ruolo più che giustificabile alla corte del Re.
Scesi le scale a fatica, stretta com'ero il quell'abito bordeaux decorato da accennati intrecci dorati e raggiunsi la restante parte del mio gruppo in attesa nella sala al piano inferiore. Al nostro arrivo indossavamo tutti abiti sporchi ed usurati dal tempo, ma in quell'istante era come se ci fossimo trasformati in in veri e propri nobili. Anche Eris mi parve irriconoscibile nel suo vestito verde antracite decorato anch'esso con ricami color oro mentre i suoi lunghi capelli neri erano intrecciati in maniera sofisticata e le arrivavano fino all'altezza dei fianchi. Inoltre, mi diede l'impressione di essere particolarmente tesa e la osservai mentre stringeva le mani l'una nell'altra guardandosi attorno con una strana luce negli occhi. Sembrava in trepidante attesa, ma non capivo di cosa.
"Prego, seguitemi." disse serio il Custode iniziando a muoversi verso l'esterno della sala seguiti da noi candidati. "Confido nella vostra educazione durante il ballo di questa sera dato che sarete ben consci di quello che potrebbe accadere nel caso il vostro comportamento si rivelasse inadeguato. Allo stesso tempo, rilassatevi e godetevi la serata. Buona fortuna."
Mettemmo piede nella stanza antecedente la sala del trono e si riusciva già ad udire la musica dovuta ai musicisti al suo interno mentre alcuni degli invitati, stretti nei loro abiti lussuosi, parlottavano tra loro scrutandoci con i loro sguardi pieni di curiosità.
Il Custode ci indicò la sala del trono ed entrammo al suo interno mentre uno strano tipo di ansia mi pervase; finché si trattava di spade e frecce mi sentivo a mio agio, ma non ero abituata a tutto quel lusso e sapevo che avrei dovuto farmene una ragione.
Alzai immediatamente gli occhi sul gruppo di persone intente a ballare tra loro al centro della stanza e, tra un movimento lento e l'altro dei partecipanti, vidi lui. Il principe con la cicatrice, più bello che mai stretto nel suo completo azzurro come il cielo, era intento a danzare con una nobildonna tenendole con delicatezza la mano mentre con estrema grazia le volteggiava intorno seguendo i passi che quel ballo di gruppo richiedeva. Nonostante il suo corpo si trovasse in estrema empatia con la danza, quasi come se fosse un abitudine, il suo volto lo tradiva completamente. La sua espressione era fredda, quasi apatica, e a malapena guardava in volto la ragazza mentre lei pareva divertirsi parecchio sorridendo come una bambina lanciando occhiate d'interesse al principe. Lo osservai incantata da quei movimenti leggiadri e studiati, persa completamente nella sensazione che mi trasmise la sua espressione vuota in pieno contrasto con il suo ballo.
Pochi secondi dopo, la danza finì e, con un leggero inchino, la dama ed il principe si salutarono. La ragazza si allontanò e parve entusiasta oltremodo per aver avuto la possibilità di ballare con il principe e la cosa mi intenerii, non faticavo a comprendere la sua gioia. Riportai poi gli occhi sul principe che, dopo avermi osservato stupito per qualche secondo, parve come rilassarsi all'istante.
Mentre la folla riprendeva le danze all'inizio dello spartito successivo, il principe mi rivolse un accennato ma intenerito sorriso.
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TORN // Shoto Todoroki x Reader
FanfictionDoveva trattarsi della Prova che avrebbe dato una svolta alla mia vita consacrandomi ad un titolo a cui non sentivo di appartenere se non fosse stato soltanto per il nome che mi portavo addosso, trascinandomi a fatica dietro alle orme di mio padre...