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Dopo che Andrea se andò, mi recai in salotto a guardare la tv per cercare levarmi di dosso quella sensazione strana provata qualche minuto fa. Mentre facevo un po' di zapping, sentì la porta del salotto spalancarsi e per l'ennesima volta vidi mio padre barcollante che si dirigeva verso di me con aria furiosa. Provai a scappare senza successo, mi prese per la caviglia facendo sbattere il mio corpo contro il pavimento freddo e mi mise le mani intorno al collo iniziando a stringere. Mi urlò in faccia -Non meriti di stare in questo mondo sei solo un'assassina- cercai di liberarmi, poiché iniziai a non riuscire più a respirare, gli tirai un calcio riuscendo a beccare il punto giusto e a causa del dolore si sdraiò per terra. Mi alzai di corsa per scappare in camera, arrivata mi chiusi dentro cercando di ritrovare il respiro che mi aveva portavo via senza compassione. Dal piano di sotto si sentiva il rumore dei piatti infrangersi contro la parete, lo stesso stava facendo il mio cuore che si continuava a rompere in mille pezzi e nessuno poteva aggiustarlo. Ero nel panico, non sapevo cosa fare stavo morendo di paura nel restare in questa casa, se cosi si poteva ancora definire. Per fortuna avevo dei soldi da parte, in caso di un emergenza e questa lo era, presi il minimo indispensabile per andarmene in qualche motel e passarci qualche giorno finché le acque non si fossero calmate. Mi calai dalla finestra, nonostante fossi al primo piano non era cosi in alto, fu una passeggiata poiché non era la prima volta che scappavo di casa ma questa volta era diverso; non me ne stavo andando per recarmi a una festa ma per salvarmi la vita.

Arrivata al motel prenotai una camera sotto lo sguardo di compassione che mi stava rivolgendo la receptionist, forse gli facevo pena visto le mie condizioni attuali, la ringraziai e mi recai verso la camera che mi aveva assegnato. Appena entrai un gelo mi travolse, accesi il riscaldamento per evitare di morire di freddo e mi buttai sul letto sprofondando nell'oblio totale. A farmi uscire dal quello stato di trance fu la luce che filtrava dalle finestre, erano le 6 del mattina e io avevo passato l'intera nottata sdraiata sul quel letto a fissare il vuoto. Mi trascinai a peso morto verso il bagno, mentre mi spogliavo dai miei indumenti notai un livido all'altezza delle costole, faceva male al minimo tocco. Potevo andare all'ospedale ma mi avrebbe fatto domande alle quali non avrei saputo in che modo rispondere e non volevo che si sapesse la verità . Mentre l'acqua scorreva sul mio corpo iniziò a squillare il mio telefono, misi la testa fuori dalla doccia e vidi che era Martina.

-Ma dove sei?- mi domandò

Mi ero completamente scordata che oggi doveva venire da me per un film e per farsi raccontare quello che fosse successo con Andrea ieri.

-Vieni al motel- gli risposi

-Come mai sei li e non a casa?- mi chiese perplessa.

-Ti spiego poi- e riagganciai per finire di farmi la doccia.

Appena mi avvolsi l'asciugamano sentì bussare alla porta, mi avvicinai allo spioncino per vedere e apri quando vidi Martina. Appena entrò si buttò sul letto come un morto facendomi ridere, si girò e mi chiese del perché non fossi a casa mia. Gli mentì dicendo che mio padre era partito per lavoro e non mi andava di stare a casa da sola, mi credette poiché era successo altre volte che se ne andasse in viaggio per qualche giorno. Dopo 5 minuti a discutere sul fatto che volesse che andassi da lei, visto che i suoi sarebbero tornati tra 5 giorni, cedetti perché sapevo che non si sarebbe mai arresa e mi ci avrebbe trascinato anche di peso.

Arrivate a casa sua ci mettemmo sul divano in salotto e ovviamente iniziò a farmi mille domande su Andrea. Gli spiegai di quello che fosse successo e di quel quasi bacio, si mise la mani davanti e iniziò a saltare euforica.

-Ma tu cosa provavi in quel momento?- mi domandò con uno strano sorrisetto.

-Una strana sensazione alla bocca dello stomaco, mi sentivo strana in quel momento e non volevo che finisse più-

Mentre lo dicevo dentro di me rivivevo quel momento, mi sentivo andare la faccia in fiamma e ovviamente Martina me le fece notare.

-Ti piace!- mi urlò contro scuotendomi.

-Ma cosa stai dicendo ti ricordi che è solo il mio migliore amico e tra di noi non ci sarà mai nulla di più-

Mi liquidò con un semplice gesto della mano e avvio il film che dovevamo guardare. Non prestai molta attenzione alla visione perché nella mia testa continuavo a risentire quello che mi aveva detto.

E se mi piacesse veramente? Forse era per questo che provavo quelle sensazioni a me ancora sconosciute? 

Tutto può cambiareWhere stories live. Discover now