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Uno spiraglio di luce decise di infastidirmi proprio quando ero riuscita a non fare incubi, aprì leggermente gli occhi e l'orologio indicava solo le 6 del mattino. Provai a girarmi, per evitare quel contatto con il sole di prima mattina, ma notai il suo braccio che mi circondava impedendomi di muovermi. Solo dopo qualche istante mi ricordai che avevamo passato la notte abbracciati a cucchiaio, era la prima volta che passavo la notte con un ragazzo neanche con Daniele era mai successo. Cercai di alzargli il braccio per alzarmi ma, come risposta a quel gesto, lui strinse ancora di più provocandomi dolore dove avevo il livido. Riprovai nel mio intendo di alzarmi, riuscendoci, andai in un cucina per bere un bicchiere d'acqua e iniziare a preparare la colazione per tutti. Mentre tiravo fuori fuori gli ingredienti per cucinare le crepes sentì dei rumori provenire dall'altra stanza, decisi di andare a vedere chi si fosse già svegliato ma finì per andare a sbattere contro qualcuno. Alzai lo sguardo e lo vidi, ancora con gli occhi assonnati e tutti i capelli in disordine, gli sorrisi e ritornai in cucina.

-Mattiniera eh?- mi chiese con un leggero sorriso

-Non sono abituata a dormire con le tapparelle alzate-

Si avvicinò al tavolo sedendosi su una sedia e mi chiese:

-Prepari la colazione?-

-Yes, faccio delle crepes- gli risposi mentre sistemavo tutte le cose sul bancone della cucina.

Mi mancava solo una ciotola dove mettere tutti gli ingredienti, ma ovviamente era troppo in alto, cercai di raggiungerla in punta di piedi. Per fortuna Andrea era più alto di me e riuscì a prenderla senza fatica.

Iniziai a rompere le uova e a sbatterle, nel frattempo Andrea si avvicinò al bancone provocandomi un brivido.

-Posso darti una mano?- mi chiese passandosi la mano tra i capelli.

-Certo, tieni inizia a mettere la farina-

Mi avvicinai al bidone per buttare via i gusci vuoti e quando mi girai, mi arrivò una manciata di farina addosso. Rimasi con la bocca spalancata suscitando una risata di Andrea, mi avvicinai rubandogli il pacco per ricambiarlo con la stessa moneta.

-Allora vuoi guerra- disse con un ghignò che si formava sul suo volto.

Come risposta gli lanciai addosso un'altra manciata di farina, mi iniziò a inseguire per la cucina e per mia sfortuna lui era troppo veloce. Mi afferrò tenendomi talmente stretta che non riuscivo a muovermi, mi rubò il sacco di farina e me lo rovesciò tutto sulla testa.

All'improvviso la porta si aprì rivelando la figura di Martina e Marco, la mia migliore amica mi stava guardando con la bocca spalancata.

-Ma che cavolo state facendo?- ci chiese schioccata dal casino che avevamo lasciato in cucina.

Io e Andrea ci guardammo negli occhi scoppiando a ridere come due idioti, Martina ci guardò rimanendo senza parole e ci obbligò ad andare in bagno a darci una ripulita.

Mentre Andrea si toglieva la farina dalla faccia nel lavandino, io mi avvicinai alla doccia cercando di non far rumore e presi il doccino. Andrea alzò lo sguardo verso lo specchio e si girò verso di me:

-Cosa hai intenzione di fare con quello?- mi chiese ansioso

-Vincere la guerra- gli risposi azionando il getto d'acqua.

Correva per la stanza per cercare di evitare il contatto con l'acqua fredda, non riuscendo a sfuggirmi alzò le mani in segno di resa provocandomi una risata. Decisi di spegnere l'acqua ma quando entri nella doccia, mi prese iniziando a bagnarmi tutta.

-Ok ok hai vinto però ora basta ti prego-

Spense l'acqua avvicinando il suo corpo al mio, non durò molto quel momento e si staccò per prendermi un'asciugamano. Alla mancanza di quel contatto mi sentì come vuota, lui riusciva a farmi ritornare a respirare dopo tanto tempo ed era arrivato il momento di pensare se mi piacesse veramente. I miei pensieri furono interrotti da Martina che ci chiamava per informarci che era pronta la colazione.

Ci sedemmo a tavola e tutti insieme iniziammo a decidere che cosa fare al pomeriggio, per sfortuna Andrea e Marco aveva gli allenamenti di calcio e quindi avrei dovuto subire l'interrogatorio di Martina sulla notte precedente.

Dopo la colazione i ragazzi se ne andranno lasciandomi al mio destino, appena chiusa la porta Martina si girò verso con uno sguardo che conoscevo fin troppo bene.

-Allora cosa è successo ieri sera?- mi chiese con il suo solito sorrisetto.

Mentre ci facevamo delle maschere per il viso gli raccontai tutto, fui interrotta dai suoi "Oddio" "Sei seria" che diceva ogni due parole. Alla fine del mio racconto mi fece la domanda che avrei voluto che non mi ponesse.

-Provi qualcosa vero?-

-Forse non ne sono sicura, voglio prima esserne sicura al 100% prima di buttarmi- gli risposi onestamente.

All'improvviso suonò il suo telefono, era sicuramente Marco dal modo in cui aveva sorriso guardando di chi fosse la chiamata. Dopo poco chiuse la telefonata, si girò verso di me dicendomi che stasera ci sarebbe stata una festa a casa di uno amico del suo ragazzo e di Andrea.

Dopo 30 minuti di assillamento da parte di Martina sul fatto che ci dovessi andare per cercare di passare un altra serata con Andrea per capire, accettai.

In teoria mio padre sarebbe dovuto passarmi a prendere prima di cena, ma decisi di tornare a casa prima per evitare di incontrarlo.

Arrivata a casa mi buttai sotto la doccia per lavarmi i capelli che erano ancora un po' sporchi di farina, ripensai a quella mattina e un sorriso dipinse il mio volto.

Finita la doccia tornai in camera e iniziai a cercare qualcosa per la festa, optai per una semplice gonna di jeans abbinata a un body a maniche lunghe nero.

Nel frattempo mi arrivò un messaggio, era mio padre, solo a pensare a lui mi venivano i brividi. Mi scrisse che era dovuto andare a Miami d'urgenza per lavoro e per 3 giorni sarei stata salva. Cancellai i brutti pensieri che avevo nella testa e iniziai a truccarmi per la serata.

Tutto può cambiareWhere stories live. Discover now