In piedi, profumata, mi trovo senza sapere cosa fare.
Per la prima volta non so dove andare, cosa dire, cosa pensare. Sono ferma da pochi minuti, chiusa in una stanza vuota.
Linda, la donna che mi ha lavata, mi ha portato qui dopo avermi vestita, se vestita si può definire il modo in cui mi ha coperta con solo due fasce. Una fascia copre i miei seni, l'altra sono dei pantaloncini: sono neri, di pelle. Il resto del mio corpo è lasciato nudo. Sento un fremito attraversarmi tutto il corpo, ma so che non è il freddo a farmi questo effetto.
Linda mi ha detto di restare qui, calma, ed aspettare; aspettare cosa? Non mi sono opposta perché sono diventata un'esperta nell'aspettare in questi mesi; inizialmente aspettavo che qualcuno mi venisse a salvare, poi ho iniziato ad aspettare che qualcuno mi uccidesse, e infine ho aspettato che qualcuno mi spiegasse cosa mi stesse succedendo ma sono ancora confusa sul perché io sia qui.
Non so se devo sedermi o restare in piedi; sono stanca e la paura non mi fa smettere di tremare. Mi siedo sul pavimento freddo, chiudo gli occhi e cerco di pensare a quando tutto questo è iniziato. Quella notte in cui mi hanno rapita è come un vuoto in me; quando provo a ripensarci compaiono immagini sparse che non hanno nessuna connessione tra di loro. Sforzo la mia mente per ricordare qualcosa; di quel giorno mi ricordo solo che avrei dovuto vedere qualcuno che non vedevo da tanto tempo. L'ho vista questa persona? Cosa è successo dopo che mi ha portata a tutto questo?
I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che apre la porta; un signore anziano entra e mi prende per il braccio, tirandomi.
"Su, andiamo dolcezza" il suo alito mi colpisce forte; un disgustoso sapore di pesce e cipolle cotte mi fa chiudere gli occhi dal bruciore. Cerco di trattenere il fiato e lo seguo.
Mi conduce nei corridoi, puzzolenti e sporchi, che conducono verso delle scale; le percorriamo, scendendo verso il basso, e inizio a chiedermi dove sono.
Dopo essere state portata via dalla stanza dove ho dormito, Linda mi ha portata nei sotterranei della struttura e mi ha chiusa nella stanza in cui mi trovavo poco fa. Più che una stanza, i potrebbe definire uno sgabuzzino più grande del normale. Tutto vuoto e costituito da quattro pareti in pietra, fredde contro la mia pelle. Sapevo di essere arrivata nel piano dei sotterranei perché me lo ha Linda stessa, senza ovviamente capire perché mi avesse portata lì. E ora stiamo scendendo ancora più in basso. Non pensavo ci fossero altre stanze sotto i sotterranei.
Sento la puzza di marcio e unto sui muri; le narici quasi bruciano per il tanfo.
Il vecchio è davanti a me; dobbiamo camminare uno dopo l'altro perché le scale sono piccole.
"Potrei scappare e correre via", penso, "siamo solo io e lui". Guardo dietro di me e vedo un uomo di media altezza ma robusto che mi lancia uno sguardo feroce. Mi giro e continuo a camminare, sapendo di non avere alcuna speranza ora.
Il vecchio cammina più veloce di quanto pensavo potesse. Lo osservo meglio e la sua vista mi provoca un leggere disgusto; ha pochi capelli, bianchi e sporchi, che scendono lunghi. La schiena è curva, le gambe sono storte e i piedi sono nudi; come se sapesse che lo sto guardando si gira e mi guarda sorridendo. Mi fa rabbrividire. Gli mancano alcuni denti, e il suo sorriso è terrificante. Fa una risatina, che aumenta la mia sensazione di disgusto, e si gira; lo seguo, lasciando distanza tra me e lui.
Arriviamo al piano di sotto. Sento delle urla in lontananza ma cerco di non pensarci; "Le stai solo immaginando", dico a me stessa per darmi forza.
Il corridoio dove stiamo camminando accede a molte porte, tutte uguali, in ferro e robuste. Non ci sono aperture, non riesco a vedere cosa ci sia dietro queste. Il corridoio è buio ma illuminato da una luce lontana. Spero di camminare verso quella direzione, verso la luce, ma il vecchio mi fa segno di fermarmi.
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Stolen
RomanceStolen è la storia di Lana, una ragazza di diciassette anni, che vive una normalissima vita a New York con la sua famiglia, il suo fidanzato Lucas e i suoi amici. In quello che sembra un giorno come gli altri un avvenimento la porta sulla strada sba...