Capitolo 9

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Sento qualcuno chiamarmi da lontano.

Non alzo la testa e cerco di ignorare quel suono.

"So che mi hai sentito" continua la voce sconosciuta.

E' profonda e rauca; sembra la voce di un vecchio fumatore, ma so che è quella di una donna perché, anche se rauca, è comunque delicata.

Alzo la testa, interessata. Mentre il mio sguardo analizza la sconosciuta che ho davanti a me, cercando di percepire tutti i suoi dettagli, il suo sguardo rimane fisso sui miei occhi. Ha un caschetto di un rosso fuoco molto intenso che risalta per la sua carnagione bianca. Gli occhi sembrano più scuri di quanto pensavo fosse possibile, neri con qualche sfumatura marrone. Indossa dei pantaloni neri attillati perfettamente in tinta con la camicia dello stesso colore troppo attillata per il suo seno prosperoso. Una giacca nera di pelle e gli scarponcini completano il suo outfit. Nessuna emozione accompagna il suo sguardo.

Amaramente penso che sia abituata a queste cose; deve essere una di loro se la vista delle condizioni in cui mi trovo non le provoca alcuna emozione, penso.

Speravo che nessuna donna potesse essere in grado di fare ciò ad altre donne, ma mi sbagliavo. Se è qui per sua volontà, allora è un animale come gli uomini che mi hanno rapito e torturato.

"Non devi avere paura di me" mi guarda negli occhi, seria.

"Non ti farò del male...se collaborerai" continua.

"Collaborare?" le chiedo, ridendo, facendole capire che non collaborerei con loro per nessun motivo.

Sorride per pochi secondi per poi tornare seria, rigida e fredda. Si muove per la stanza mentre si guarda intorno. Mi sta innervosendo, non mi piace non sapere cosa stia succedendo e soprattutto cosa lei voglia fare.

Come se mi fossi appena ricordata di qualcosa guardo in alto e vedo che sono ancora appesa. Le braccia sono slogate, ma mi hanno dato degli antidolorifici e immagino sia per questo che non sento troppo dolore.

Guardo in basso e vedo una pozza di sangue sul pavimento; ne ho perso così tanto che mi stupisco che io sia ancora sveglia.

"So che cosa provi" sento la sua voce dietro di me. Sorrido, sapendo che sta cercando di manipolarmi.

"Pensi che stia scherzando?" mi chiede, seria.

"Non penso che tu stia scherzando; so cosa stai facendo" rispondo.

"Amo leggere, qualsiasi libro; storia, letteratura, dimmene uno e lo ho letto. In particolare mi affascinano quelli di psicologia. So tutto su come manipolare le persone, sui giochi di mente e la psicologia che sta dietro alle relazioni." 

La guardo e vedo che è sorpresa, ma si sposta per non farmelo vedere.

"Hai ragione. Mi hanno cresciuta insegnandomi come far pensare alle persone quello che voglio che pensino."

Sorrido, ma sento le lacrime amare sulle mie guance. Speravo di non avere ragione; speravo che lei sapesse davvero che cosa provo. Mi sento così sola qui. Vorrei qualcuno con me, vorrei qualcuno che mi capisca.

"Ma non questa volta" aggiunge.

Alzo lo sguardo per capire se è seria. Non la conosco, potrebbe essere così abile da mentirmi spudoratamente convincendomi di cosa irreali e mai avvenute, eppure mi sembra che stia dicendo la verità. Lo vedo nei suoi occhi.

Vedendo che non dico nulla, continua: "Dieci anni fa sono stata venduta come schiava agli stessi uomini che ti hanno rapito" inizia e sento il tono della sua voce farsi più dolce.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08, 2020 ⏰

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