Capitolo 2:occhi dorati

6.7K 224 228
                                    

Come ogni mattina Cico arrivò a scuola e si ritrovò circondato dal suo gruppo di amici, pronto per il quarto anno di liceo, a suo parere, l'anno più bello perchè non solo avrebbe compiuto 18 anni, ma durante l'estate aveva capito di essere una forte attrazione per le ragazze e non vedeva l'ora di verificare questo suo nuovo potere nascosto.

Salutò con il cinque seguito da un pugno il suo amico di lunga data Giorgio, che conosceva dalle medie e con cui sarebbe andato in classe insieme anche quell'anno. I suoi occhietti castani erano costantemente attraversati da una scintilla di gioia che lo distingueva dagli altri e aveva un modo di fare tutto suo che spesso gli altri scambiavano per ingenuità. Era un ragazzo piccolo nonostante avesse solo pochi mesi meno di lui, timido, pacato, divertente ma anche molto maturo (Cico dovette ammettere molto più di lui).

Che poi a pensarci bene quel ragazzo con i capelli rossi e poche lentiggini a colorargli il viso non era immaturo, era semplicemente uno che amava spingersi oltre i suoi limiti, affamato di scoperte e di avventure. Se lo aveste visto, lo avreste scambiato per un'iperattivo senza speranza, per questo era soprannominato da tutti "ballerito", perché non riusciva a stare fermo neanche un attimo.
Qualche secondo dopo si ritrovò nella presa di Ettore, il più grande e chiamato Lyon da tutto il gruppo per via del suo canale youtube, che gli strofinava un pugno in testa scompigliando ciocche di capelli scuri.

<<ma smettila>>, disse ridendo come un matto dando dei pugnetti amichevoli all'amico; Cico era più robusto di lui, nonostante fosse più piccolo, e avrebbe potuto benissimo ribellarsi al gioco ma non lo fece perché sapeva che prenderlo in giro era il modo di Lyon di dimostrargli affetto.

<<Allora Cico come hai passato l'estate?>> chiese Anna, la ragazza di Lyon, in tono gentile. Era una ragazza particolare, aveva il viso sottile gli occhi grandi color nocciola e capelli ai quali spesso cambiava colore, ma che quel periodo teneva violacei. Era difficile farle perdere la pazienza, al contrario di Alex, che lo salutò con un sorriso. Beh, che dire di Alex, era del quinto ed era indubbiamente un bel ragazzo, un po' maniaco dell'ordine, molto irascibile ma incuriosiva le persone, in particolar modo le ragazze, che ci provavano con lui di continuo (nonostante i suoi amici lo dipingessero come uno sfigato per stuzzicarlo) purtroppo per loro, era gay dichiarato.

«mah mah, non mi lamento», rispose soddisfatto.
«voi?», chiese di rimando.
«io e Giorgio siamo andati in montagna», rispose Alex tranquillamente, accennando un sorriso non appena Giorgio iniziò ad arrossire. Beh si, Cico non vedeva l'ora che quei due si mettessero insieme, erano semplicemente fatti l'uno per l'altro.

In classe si sedette vicino a Giorgio come tutti gli anni, notò due ragazze a fissarlo e allungò un lato della bocca in un mezzo sorriso. Che noia, odiava quando le cose andavano esattamente come si aspettava. Il primo giorno passò tranquillamente, le lezioni non furono troppo pesanti e la ricreazione arrivò presto. Camminò per il corridoio in cerca degli altri ma nel mentre incontrò Giulia, una delle sue ex frequentazioni dell'estate.

<<bella faccia tosta che hai ad incrociarmi pure nei corridoi>>, quasi gridò lei attirando l'attenzione di alcuni studenti nei dintorni. Su una cosa era certo, non le avrebbe permesso di rovinargli l'umore.

<<senti , Giulia quante volte te lo devo spiegare che andiamo nella stessa scuola e quindi per forza ci incrociamo nei corridoi?>>

Lei gli mollò uno schiaffo in piena faccia e Cico capì che doveva solo aspettare che se ne andasse per non perdere la calma ed evitare ulteriori aggravanti della situazione. Lui non era tipo da scenate, anzi la maggior parte delle volte cercava di evitarle in tutti i modi, ma tutte le ragazze che aveva conosciuto fino a quel momento lo erano e questo non gli piaceva. Con Giulia non c'era stato niente di serio perché Cico non era un ragazzo come gli altri; purtroppo era facilmente stancabile; quindi o qualcosa lo ossessionava, altrimenti era noia. E niente, la ragazza era stata sfortunata, non la biasimava se si fosse sentita usata, ma portare rancore dopo più di due mesi di distanza dall'avvenimento gli parve realmente esagerato.

Losing my mind #strecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora