Capitolo 19: aren't u gonna kiss me?

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Le giornate passarono abbastanza in fretta, era diventato piuttosto facile avere Cico intorno dopo averci parlato quella sera. Non gli dava più così fastidio un abbraccio improvviso o una battutina scomoda, infondo era sempre Cicotobbi e questo genere di cose lo definivano. Gli aveva raccontato dell'incontro con il fratello ma non sapeva ancora nulla sull'appartamento perchè Cico aveva altro in mente.

Quel giovedì pomeriggio Strecatto tornava dal supermercato esausto e appesantito da due enormi buste stracolme di prodotti alimentari. Non andava a fare la spesa da tempo e dopo vacanze il frigo si era svuotato completamente.
In quegli ultimi due giorni Stre non aveva potuto non notare che Cico era spesso fuori casa o usciva nel bel mezzo del pomeriggio per, testuali parole, "fare un giro" oppure "commissioni" di natura scinosciuta. Non è che queste sue uscite lo infastidissero...però non poteva negare di percepire una strana sensazione sul fondo dello stomaco comunemente chiamata "gelosia" che porta il cervello umano in uno stato irrazionale e impulsivo che Stre spesso evitava.

Anche in quel momento, Cico non sembrava essere a casa, un'altra commissione? Chissà cosa aveva in testa quel maledetto ballerito.

Un rumore improvviso fece sussultare il ragazzo ancora all'ingresso e accidentalmente le buste che teneva ancora in mano scivolarono da esse schiantandosi al suolo. Successe tutto molto rapidamente, così velocemente che fu costretto a chiedersi come ci fosse finito a pancia in sù sul divano con Cicotobbi a bloccargli i polsi esattamente sopra di lui...

«Ma tu..sei esageratamente silenzioso mi sono preso un infarto», lo rimproverò Stre. Ormai si era quasi abituato a quegli attacchi improvvisi, a quei momenti in cui Cico rompeva la distanza che li separava e si prendeva cura di lui. Più che attacchi erano veri e propri agguati, dava l'impressione di non sapersi contenere e aveva anche notato che spesso poco dopo averne avuto uno scappava tirando fuori la scusa delle commissioni.

«Scusami vedrò di farmi perdonare», disse con malizia.

«Non dire queste cose imbarazzanti», le guance del ragazzo si scaldarono assumendo un colorito roseo molto carino.

«Non sono imbarazzanti sei tu che sei insicuro»

«Io? Insicuro?...Hai idea di chi tu abbia davanti?»

«È esattamente questo il problema, e non guardarmi così», Cico si morse il labbro non appena ebbe finito di parlare.

«Come dovrei guardarti? Ah e prega che non si siano rotte le uova altrimenti ci torni tu al supermercato», disse Stre mettendo il broncio.

Cico scoppiò a ridere.
«Solo tu in un momento del genere sai pensare alle uova», sbuffò un altra risata sul collo di Stre inspirando il suo profumo e assaporando la sua pelle fin troppo delicata.

Cico si abbassò sul viso dell'altro fino a quando non furono abbastanza vicini da sfiorarsi il naso, poi a qualche centimetro dalle labbra si ricordò quello che si era promesso e gli baciò la guancia prima di tirarsi su, seduto.

Stre fece una faccia strana guardando Cico, il cui sguardo era fisso sulle sue stesse ginocchia perso fra i suoi pensieri.

«perché non mi baci?», chiese Stre spontaneamente, per poi pentirsi di essere stato così diretto.

«vuoi che lo faccia?», Cico lo provocò rivolgendogli un sorrisetto tipico prima di distogliere lo sguardo e posarlo sul cielo visibile dal vetro spesso della finestra.

«No! ti pare!», rispose lui, troppo in fretta.

«Ah ecco...no ma infatti mi sembrava strano che per una volta ammettessi che in realtà non ti danno fastidio le mie attenzioni», si morse il labbro spostando la sua attenzione sul ragazzo dagli occhi dorati.

Losing my mind #strecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora