Capitolo 27: the right thing to say

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Piombò in camera sua quasi con violenza ed indubbiamente entusiasmo, si affacciò con un braccio carico di buste di cibo: patatine, pop corn, biscotti, caramelle gommose; e l'altra mano sorreggeva un vassoio con due cocktail.
Poggiò il vassoio sul comodino prima di lanciare al cugino uno sguardo complice.
<<Pigiama party?>>, chiese in tono buffo.
Stre non era esattamente dell'umore, ma pensò che magari lo avrebbe aiutato a distrarsi e pensarci di meno, poi comunque sempre meglio un pigiama party con sua cugina piuttosto che un'intera nottata a piangere.

Il ragazzo si sforzò di sorridere come risposta.
Afferrò il pacco di pop corn rubandolo dalle braccia della ragazza e li aprì, iniziando poi a rovistarci dentro.
Si ricordò che Cico amava i pop corn e smise di mangiarli...
<<Quindi, come è andata al cinema?>>
Il corvino le aveva già raccontato la sua idea di portare il rosso a vedere il film di cui avevano parlato, e lei ne era stata entusiasta.
<<Bene, il film faceva davvero paura ma con lui...era quasi bello>>, sbuffò una risata prima di spegnersi di nuovo.
La cugina si fece seria.
<<Allora perché stai così? Ti si sentiva fino al piano di sotto anche tua madre si è preoccupata>>, gli chiese molto con un tono di voce comprensivo, invogliandolo a parlarne con lei.
Aveva imparato a conoscerlo.
Si, non si vedevano troppo spesso, ma erano fin troppo simili per non accorgersi di certe cose; quando si cresce insieme a qualcuno è cosi: i suoi difetti e i suoi pregi diventano anche un po' i tuoi, diventa una parte di te anche se non hai tempo per rendertene conto finché non ci pensi attentamente.
Stre si prese un po' di tempo per scegliere le parole da usare, avrebbe dovuto dirgli "lo amo ma non ricambia" oppure "avrei dovuto capire da subito che sarebbe andata a finire così ma sono stato accecato dai miei sentimenti per lui e non mi sono accorto del resto, in breve ci sono cascato di nuovo"?
<<Gli ho detto che lo amo>>, disse e gli occhi di Erika si illuminarono e le sue labbra si schiusero in un sorriso felice.
<<Perché io lo amo, e mi rende felice come nessun'altro>>, disse mentre da ogni parola grondavano litri di sincerità pura.
<<È una cosa bellissima>>, lo incoraggiò lei.
<<...ma lui non mi ha detto quel "ti amo anche io", che aspettavo>>, disse Stre abbassando lo sguardo.
Invece di sembrare delusi, gli occhi della ragazza si riempirono di una scintilla che il corvino interpretò come comprensione e fu curioso di saperne il motivo.
<<Perché quello sguardo?>>, chiese lui e la ragazza fece un sorriso carico di amarezza.
<<Non è raro...che un ragazzo si tiri indietro sul più bello, è vero, però non penso che lui sia uno di quelli. Ho visto come ti guarda, come ti sorride, lui è perso di te Stre, sembra che i tuoi occhi gli diano conforto, che la tua voce lo culli in uno stato di felicità e che la sua intera esistenza dipenda solo da come stai tu. Si vede...i suoi sentimenti sono più chiari di quanto pensi, l'unico che deve capirlo è lui>>, disse lei stringendosi nelle spalle.
Il ragazzo dagli occhi dorati era incredulo, affascinato da quelle parole ci si perse dentro, rimurginando sui loro significati più e più volte.
<<ma allora perché.. perché non riesce ad esternare ciò che prova?>>
<<Non so non lo conosco, probabilmente lo sai meglio di me, parlami di lui>>
La ragazza si sedette a gambe incrociate sul letto ed iniziò a rigirarsi una ciocca di capelli biondi al dito mentre sorseggiava il suo cocktail. Stre la imitò prendendo il suo dal vassoio sul comodino e mettendosi anche lui più comodo.
<<Non saprei da dove iniziare>>, ridacchiò Stre. Incredibile, ma Erika era riuscita a fargli tornare una parvenza di buonumore.
<<Come vi siete conosciuti?>> chiese lei con gli occhi a cuoricino facendo ridere l'altro.
<<In realtà è stato un incontro abbastanza normale: ho conosciuto una ragazza che ora è la mia migliore amica e lui faceva parte della sua cerchia di amici. Ricordo che la prima volta che abbiamo parlato lui è stato così freddo...e mi stava anche un po' antipatico...non mi sarei mai e poi mai immaginato..tutto questo>>, disse gesticolando senza smettere di sorridere riportando alla memoria quei ricordi teneri che in quel momento gli sembrarono un po' buffi.
<<È poi?>>
<<Poi è stato sospeso per una settimana da scuola per aver difeso un suo amico gay e ricordo che da quel momento, da quando lo trascinai fuori dalla rissa e riuscii a calmarlo, cambiai completamente idea su di lui>>
<<Cioè?>> chiese lei mentre Stre finiva il suo bicchiere e lo poggiava sul comodino.
<<Cico è come il mare.
Può intimorire, addirittura fare paura per certi versi, essere freddo e "mosso" in un tumulto di emozioni, Cico puo' essere una tempesta senza riuscire a regolarsi e a volte è incontrollabile e difficile da gestire, ma una volta che riesci ad apprezzare i riflessi di luce che regala, quando riesci ad andare oltre l'acqua un po' fredda, oltre quelle onde che si infrangono sugli scogli, quando finalmente apprezzerai quell'odore di sale ed estate calda, allora ti renderai conto di non poter più fare a meno di lui. Ti renderai conto che passeresti intere giornate con lui, galleggiando in quelle acque limpide, che faresti di tutto per passare più tempo possibile con lui, scatteresti milioni di foto per poter conservare il ricordo del suo tocco su di te, di quegli occhi che amo così tanto... Erika non so che fare, non posso perderlo...>>, disse infine coprendosi il viso con le mani, sentendo di nuovo le lacrime agli occhi e lasciandosi andare adbun sospiro decisamente troppo lungo, che tradì la sua maschera di autocontrollo.
<<Lo so io>>, disse lei è poi corse come una furia al piano di sotto, e tornò immediatamente su con una bottiglia di Vodka alla fragola fra le mani. E Stre rise esasperato.
Versò due bicchieri e fecero Cin Cin prima di scolarseli uno a testa tutti d'un fiato.
Lei si attaccò alla bottiglia e poi parlò:

Losing my mind #strecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora