Capitolo 20: strange feeling

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La mattina successiva Stre si svegliò stranamente sorridente, mentre spifferi d'aria fredda provenienti dalla finestra che aveva sbadatamente lasciato accostata, gli accarezzavano il viso. Aprì gli occhi con una strana sensazione nel petto, una strana calma che avvolgeva il suo cuore, una sensazione rassicurante e pura. Non sapeva di cosa si trattasse, eppure ne voleva ancora poiché gli trasmetteva un tipo di benessere che non aveva mai provato prima e di cui si scoprì insaziabile. Si alzò scostando il piumone per chiudere la finestra, che aveva gelato la stanza durante le ore di buio, e si ritrovò a tremare di freddo.

Si diresse all'armadio per prendere qualcosa da indossare ma mentre prendeva una felpa si imbatté in una felpa rosso lucente della fruit of the loom che gli portò alla memoria ricordi di qualche mese prima, e che dipinse un timido sorriso imbarazzato sul suo viso, portandolo a pensare a quel dannato ballerito. Preparò un outfit prima di controllare il telefono per vedere se Cico gli avesse manato l'indirizzo della sua nuova casa, e infatti gli aveva mandato la posizione la sera prima.

Sentiva una sensazione frizzantina nascergli nel torace ed espandersi in tutto il suo corpo, il suo cuore battere sempre più veloce senza volerne sapere di rallentare neanche un minimo il ritmo e le sue gambe tremarono appena quando uscì di casa. Sospirò e chiuse lentamente le palpebre mentre, felice, pensava che avrebbe rivisto Cico di lì a poco.

<<Stre!>>, esclamò una voce femminile molto familiare. Mentre percorreva il vialetto di casa il ragazzo si voltò di scatto riconoscendo la voce e le corse in contro. Nonostante lei portasse una valigia sostanzialmente enorme, Stre le saltò in braccio con un sorriso luminoso, sprizzante di gioia.

<<Erica! Quanto mi sei mancata!>>, esclamò mentre stringeva sua cugina fra le braccia. Era l'unica della sua famiglia con cui aveva mantenuto i rapporti, l'unica che in fondo aveva sempre immaginato la sua sessualità e l'unica che era stata capace di accettarlo senza fingere, dopo sua madre ovviamente. A proposito di lei, scese pochi secondi dopo dall'auto e sorrise vedendo i due cugini abbracciarsi, dopo circa tre mesi che non si vedevano. Quando, dopo attimi interminabili, si staccarono, lui la tempestò di domande.

<<Che diavolo ci fai qui non eri a Londra? Con Federico? Ma alla fine hai preso la laurea o mi hai dato retta e hai accettato quel lavoro?>>, iniziò curioso.                                                                  

Erica era una ragazza abbastanza alta, bionda, con due grandi occhi profondi e castani, era una persona estremamente estroversa e aveva un senso dell'umorismo considerabile letale: infatti, con lei, Stre credette molte volte di star per morire letteralmente dalle risate. Lei gli sorrise e gli

<<Quante domande, ma tu piuttosto andavi da qualche parte?Sei vestito così bene>>, chiese curiosa.

<<Beh io..>>

<<-Sta andando dal suo ragazzo>>, lo interruppe sua madre.

<<Mamma! Non è il mio ragazzo siamo solo amici!>>, la rimproverò improvvisamente rosso in viso e grondante di imbarazzo. Sua cugina spalancò gli occhi sfoderando un sorriso, per poi diventare seria.

<<Non ci sono scuse, vai da lui, adesso!>>, disse la ragazza spingendolo lungo il viale, in direzione del cancello.

<<Ma aspetta ho così tante cose da chiederti>>

<<C'è tempo tranquillo resto per una settimana, nel frattempo starò un po' con zia così mi dice di più di questo fidanzato>>, disse lei facendo l'occhiolino alla diretta interessata. Stre non poté fare a meno di chiedersi il motivo per cui lo dovessero trattare come se fosse un bambino, ma poi scoppiò a ridere posando gli occhi sulla faccia che stava esibendo Erica. La ragazza fingeva serietà imitando la classica espressione da: "Vai. Ora. E non fare storie", ma poi si tradì con un sorriso, il quale bastò per convincere Stre.

Losing my mind #strecicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora