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**driin driin**
Presi alla cieca il telefono e controllai l'ora.
Quando capí meglio dove mi trovassi mi resi conto di essere ancora stesa a terra da ieri notte, ciò vuol dire che Alice manco è venuta a controllarmi.
Mi sentivo leggermente meglio, ma ero molto assonnata date le poche ore di sonno.
Decisi comunque di alzarmi, ma un dolore fortissimo alla caviglia mi bloccava, mi controllai e notai di averla gonfissima, probabilmente la notte l'avrò sbattuta cadendo.
Mi diedi una mano aggrappandomi ai mobili circostanti a me e zoppicando andai fino a bagno poi iniziai a darmi un verso.

Mi lavai, misi la crema sulla caviglia e feci un'impacco veloce con delle garze per evitare che mi facesse troppo male muovendosi, applicai un po' di correttore data la paura che facevano le mie occhiaie e mi andai a cambiare.
Non sono tipo che si trucca se non per delle occasioni o quando sono brutta come la fame.
Mi misi una tuta grigia e un top a canotta bianco, air force 1, giubbotto della squadra di calcio della scuola e andai di sotto.
Alice aveva un'aria strana sta mattina, ma non feci domande dato l'enorme ritardo e le dissi di uscire.
In totale silenzio mi lasciò a scuola e io corsi in classe.

La lezione era troppo noiosa e io ero sommersa tra i miei pensieri.
Scrissi un messaggio ad Alice:
"Che hai?"
Ma non rispose

"Biancaaa" mi girai e vidi Charlotte
"Hey, come va?" sorridendo le chiesi
"Tutto al solito. Andiamo in mensa, gli altri ci aspettano!"
La seguì zoppicando e solo in quel momento se ne rese conto così mi diede una mano.
"Hey bellezze" urlò Matthew appena ci vide
Non parlai molto data a stanchezza e i mille pensieri, ma cercai di sembrare tranquilla ai loro occhi.
C'erano nuove persone al tavolo con noi, ma onestamente non ricordo manco chi fossero.
Appena finito di mangiare mi alzai con la scusa di andare in bagno.
Nel tragitto verso il cortile mentre ero impegnata a chiamare Alice mi scontrai con un ragazzo molto alto.
"Scusa ero distratta" imbarazzata dissi
"Bianca giusto? tranquilla non fa niente" era uno dei ragazzi nuovi presente al tavolo oggi
"Si, giusto. Sono una frana non mi ricordo il tuo nome"
che figura di merda...
"Figurati mi capita sempre, anzi che ho ricordato il tuo non so come.
Mattia comunque, piacere di nuovo"
"Ah si Mattia il calciatore della scuola"
"Eccomi presente" "Bella la giacca, ti sta bene enorme" disse sorridendomi
"Graziee" mi imbarazzai tantissimo
*drin drin* squillo il mio telefono
"Devo rispondere, ci si vede" dissi salutandolo

Era Alice che finalmente mi rispose
"Pronto Ali"
"Dimmi cosa c'è?"
"Che hai?"
"Quando torni  ti spiego" riattaccò

Era parecchio strana, ma decisi di non darci tanto peso.
Andai all'ultima lezione, educazione fisica, ma per colpa della caviglia dovetti stare negli spalti a guardare.
Misi le cuffiette, iniziai ad ascoltare la musica mentre guardavo i ragazzi allenarsi.
Erano dei bei ragazzi tutti, ognuno di loro aveva il suo perché, ma nessuno era così tanto strabiliante o interessante.
Noah era il più bello, ma non c'avevo mai parlato, non sapevo minimamente come fosse realmente.
I ragazzi che conoscevo non erano nulla di speciale, belli sicuramente, simpatici pure, ma non mi davano nessun'altra sensazione.
Ero sommersa tra musica e pensieri, quando qualcuno mi toccò la spalla, mancava come che saltassi in aria.
Era Mattia, ma non era vestito col completo da calcio né sudato.
"Ma tu non ti alleni?" domandai curiosa
"Oggi no, ho preso il permesso, avevo delle cose da fare" "Tu cosa ti sei fatta alla caviglia?"
"Sono svenuta sta notte e penso di averla sbattuta cadendo"
"Ma ti sei fatta controllare? Posso vedere?"
"Sono qui da pochissimo non so manco dove dovrei farmi controllare, ma in ogni caso non è niente, controlla pure"
Gli appoggiai la caviglia sulle gambe, lui tolse la fasciatura e iniziò a toccarla
"Aia fai male" sobbalzai dal dolore
"Scusa non volevo, credo però tu debba andare in infermeria almeno, ti ci accompagno ora se vuoi"
"Va bene, non so manco dove sia"
"Ti do una mano aspetta"
Si alzò porgendomi la mano, mi aggrappai a lui e ci dirigemmo in infermeria.
Devo ammettere che fu veramente gentile nonostante non ci conoscessimo.

"Ha la caviglia lussata signorina De Angelis"
Sbarrai gli occhi, come potevano capitare tutte a me..
"Grazie mille, andrò a fare un controllo specifico oggi stesso" dissi uscendo dalla porta
"L'avevo detto io" disse Mattia ridendo
"Non so dove andare ora, non so se mia cugina conosce qualcuno di bravo"
"Tranquilla il padre di Charlotte è medico, chiedi a lei sicuramente saprà aiutarti"
"Oh menomale, grazie non lo sapevo"
"Figurati ora ti aiuto a tornare al campo"

Alice non rispondeva più al telefono e non potevo farmela a piedi con quella caviglia..
Ero rimasta a scuola senza potermi muovere.
Vidi Charlotte e Lucas passare e li chiamai.
"Bianca che ci fai ancora qua?" si avvicinò Lucas
"Mia cugina non risponde più e non posso farmela a piedi in queste condizioni-" non mi fa manco completare la frase che mi risponde
"Siamo in macchina con Noah vieni con noi, non credo sia un problema"
"Non voglio disturbare, al massimo chiamo Uber"
"Bianca non disturbi, mi hanno parlato molto bene di te, mi fa piacere darti un'aiuto e poterti conoscere" disse Noah avvicinandosi a noi
"Grazie mille, ripagherò il favore" dissi imbarazzata
"Dai su ti do una mano a salire" sorrise Charlotte

"ALICEE MI HAI LASCIATA SOLA A SCUOLA!" urlai entrando a casa
"Bianca scusami veramente, sono stata al telefono fino ad adesso..sto impazzendo" iniziò a piangere
"Cos'è successo?"
"Riccardo mi ha chiamata sta notte.." singhiozzava
"Cosa voleva?" non
"Mi ha chiesto di te e perché non hai detto che stavi partendo, mi ha tartassato di domande ed era parecchio incazzato"
"Cosa gli hai detto Alice? È importante" entrai in panico, sapevo di cosa sarebbe stato capace
"Gli ho semplicemente detto che andavi in una scuola qua, che già ti eri fatta degli amici e che doveva lasciarti in pace, ma-" si fermò e mi guardò negli occhi "Ma ha iniziato a minacciarmi dicendo che se non ti avessi fatto parlare con lui avrebbe fatto rovinare la vita pure a Martina"
"Martina no. Lei è ancora piccola non saprebbe gestirlo, non possiamo manco portarla qua" dissi iniziando a camminare avanti e indietro finché non trovai che dire "Va bene gli chiamerò ora, ma Martina non deve toccarla, devo farla tenere sotto controllo da Adelaide"
"Adelaide giusto, perché non c'ho pensato prima" disse Alice
"Parlerò prima con lei e successivamente chiamerò lui" uscì nel parchetto qui difronte così da essere costretta a mantenere la calma per non farmi notare.

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