📚 Da Wattpad alle librerie

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Il 4 novembre 2016, infatti, arrivò un messaggio che avrebbe cambiato la mia vita e per la prima volta, non solo nella fantasia, ma anche nella realtà.

Il 4 novembre 2016, infatti, arrivò un messaggio che avrebbe cambiato la mia vita e per la prima volta, non solo nella fantasia, ma anche nella realtà

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Dovete sapere che EFP era il sito in cui pubblicavo da ancora prima di conoscere Wattpad. È proprio su quella piattaforma, infatti, che la scout di Centauria si accorse del mio disagio e decise di intercedere in favore dell'umanità. Come potete vedere, il suo messaggio trasudava un velato: "Bella, questa roba fa schifo ed è sul serio grammaticalmente scorretta. O la sistemiamo, o te ne torni a sognare di essere una pittrice".

All'inizio non ci potevo credere.

Ero letteralmente sconvolta. Mi ricordo seduta sul letto, con gli occhi sbarrati e quel misto tra "che figata, non può veramente essere successo a me" e "sono rovinata, non può veramente essere successo a me".

Non sapevo nemmeno a chi dirlo, perché ai lettori non potevo spoilerare nulla anzitempo e davanti ai miei familiari avrei dovuto esordire con un: "Cara famiglia, premetto che negli ultimi sei anni ho coltivato la passione per la scrittura senza dirvi niente e ora pubblico un libro, ciao". 

Per fortuna, potei parlarne con mia sorella, che mi disse che comunque era arrivato il momento di prendere il coraggio a due mani e dirlo almeno alle persone a me più care. Senza il loro consiglio, infatti, non sarei riuscita a muovere un passo e allora... strinsi i denti e confessai i miei reati. Eh già, perché era un mondo così mio che sembrava quasi illegale rompere la bolla che vi avevo soffiato attorno. Chiunque è geloso della propria scrittura, qui dentro, mi capirà.

In ogni caso, i primi a saperlo furono i miei, i quali accettarono il tutto con molto entusiasmo (sì perché come al solito l'unica che si fa paranoie qui sono io). Poi fu il turno di Alessandro e ci impiegai letteralmente settimane per mettere a punto il discorso, se non per rimandarlo ogni santa volta che spuntava fuori. Voi magari penserete che esageravo in codardia, ma fidatevi... dover confessare certe cose dopo tre anni di relazione e trascorsi turbolenti non sembrava affatto facile. Una delle mie paure più grandi era infatti quella di poter perdere lui; non dimenticherò mai il momento e il luogo in cui finalmente e a fatica, riuscii a sputare il rospo.

Per fortuna, ho un ragazzo molto comprensivo, ma non mi soffermerò sui dettagli perché sono piuttosto privati e so che siete particolarmente bravi a cavarmeli di bocca in altre circostanze (c'è un gruppo Telegram dove mi tortureranno, nel caso non mi sentiate più nei prossimi giorni, sappiate che si chiamano "Grammaticalmente Scorretti" e praticano terribili torture psicologiche). 

Alla fine del giro, dovetti chiamare anche tutti i nonni, gli zii e i parenti vari, perché mamma la prese un po' come quando "diventi signorina" e se non lo sa anche il panettiere del comune limitrofo, sei un vile barbaro ineducato. 

Una volta allertati tutti i VIP della mia cerchia e ottenuto il loro via libera, non mi restava altro che farmi inviare il contratto e vedermela con me stessa. Da una parte, c'era un'opportunità rara, dall'altra un vero e proprio suicidio sociale. Da una parte, c'erano Nelli e Mattia in una libreria, dall'altra c'era una colossale cazzata rilegata in copertina rigida. Da una parte, Yellow Daffodil, dall'altra, Micol Agio.

Io e te è grammaticalmente scorrettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora