2. Sillogismi

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Nella mia classe ci sono diciannove persone. Se prendete in mano l'elenco degli alunni, vi accorgerete di questi dati:
- le donne prevalgono con un bel 13/6, da discutere una perdita nel 6 in favore di un eventuale 14/5;
- due nomi sulla lista sono impronunciabili;
- il primo nome è stupendo, l'ultimo demoniaco;
- l'ottavo nome è palesemente sbagliato;
- al quattordicesimo posto quasi tutta la riga è occupata dagli infiniti nomi di battesimo;
- Alessandro Magno è in classe con noi;
- ci sono due ditate di cioccolata tra il numero diciannove e la firma del docente.

ELENCO CLASSE 3^A

1. Argenti Marinella
2. Barro Ilenia
3. Cantarella Eva
4. Castelli Lorenzo
5. Delacroix-Bourgogne Shaimée
6. Di Mario Federica
7. Dutzfrond Dovrinka
8. Ferrucci Glorio
9. Gruccia Alessandra
10. Lentorati Marianna
11. Magno Alessandro
12. Ponti Giorgia
13. Ponzaro Amerigo
14. Rinaldi Veronica Anna Chiara Adele
15. Romanin Cristiana
16. Scilla Pierpaolo
17. Severo Patrizia
18. Vallicroce Diego
19. Zingaretti Mattia

IL DOCENTE
Antonio Visatti

Mi sporgo un po' sulla sedia per arrivare a dare un calcio allo zaino del pervertito nella fila accanto alla mia.

 «Che cazzo vuoi?» sussurra, gentile. Come se stesse veramente ascoltando l'elenco delle opere che ha scritto Shakespeare... come se sapesse chi è Shakespeare.

«Non ti hanno insegnato che ci si pulisce le mani dopo aver bevuto la cioccolata?» 

Guarda colpevole il bicchierino mezzo vuoto sotto il banco e poi fa spallucce: «Non ti hanno insegnato a farti i cazzi tuoi?».

«Sì, ma senza lasciare tracce.» 

Si gira di più per guardare cos'ha combinato sul foglio che stiamo facendo passare per i banchi. Sarebbe una raccolta firme ideata dal preside al fine di monitorare quanti vorrebbero partecipare a una conferenza il prossimo martedì. Illuso. È ovvio che firmano tutti perché martedì c'è il compito di storia.

«Puliscilo, cazzo!» mi ordina, ma con un sorrisetto inquietante. Non sopporto Diego Vallicroce, è un barbaro, un viscido maschio meschino attratto da qualsiasi essere vivente che indossi un reggiseno. E adora la parola «cazzo». 

Persino la sua compagna di banco, Gloria Ferrucci, ha dovuto cambiare stile di vita, rinnovando il suo guardaroba con dolcevita a collo alto e tante, tante sciarpe. Perché ha scelto di sedersi accanto a lui? Non lo ha scelto. Nella nostra classe non c'è libertà di scelta. Tu, studente subordinato, non puoi obiettare, lamentarti, discutere o commentare, devi eseguire e sperare che ti vada bene. È Visatti, il coordinatore, a decidere dove, come e in che modo sedersi, e quella è legge. 

In ogni caso, nonostante sia un po' troppo curiosa, Eva Cantarella, la mia compagna per questo periodo dittatoriale, è abbastanza sopportabile, anche se avrei cento volte preferito stare vicino a Federica. 

«Cosa fai?» 

Appunto. 

«Rimedio agli errori dell'umanità» rispondo continuando a sfregare il fazzolettino sulle impronte lasciate da Diego. 

«Guarda che dobbiamo solo firmare, non lasciare un patrimonio artistico.» 

Ho detto che è abbastanza sopportabile? Ho cambiato idea. 

«Provaci tu, allora!» le ficco il foglio davanti al naso e ritorno a prestare attenzione a Visatti che, imperturbabile, elenca alla lavagna un centinaio di nomi sotto una lista intitolata «Main Characters». Siamo a un liceo linguistico e per questo professore Shakespeare dovrebbe essere il nostro spirito guida. Certo, come no. Dato che la sua scrittura è illeggibile anche per le povere anime del primo banco, mi arrendo in partenza e mi metto a trasformare le «o» sul mio libro in simpatici fiorellini. 

Io e te è grammaticalmente scorrettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora