Capitolo 1

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Questa storia è stata scritta per il concorso "Context Roulette" di DeboraRebai e Moody_Isa
Buona lettura~~

«Se solo lo sapesse il Capo...!» Namjoon rise, una risata esaltata di chi sta infrangendo le regole. Camminavano tra i grossi tronchi che popolavano la foresta, attenti a non fare il minimo rumore. Il crepuscolo stava ormai accarezzando le chiome variopinte e il coprifuoco era terminato già da un pezzo; non avrebbero dovuto essere in giro, tantomeno ai confini del villaggio.

«Infatti non dovrà venire a saperlo» Taehyung ridacchiò con lui, poggiando la mano su una delle ruvide cortecce e annusando l'aria. «Dovrebbe essere andata di là.» Indicò col mento il nord e i due ragazzi si scambiarono uno sguardo furbo, prima di lanciarsi all'inseguimento.

«Eccola!» sussurrò eccitato Namjoon, acquattandosi dietro ad un arbusto. Il sole si era ormai dissolto ma la luce fioca della luna permetteva di scorgere la figura del loro obbiettivo tra le ombre. Taehyung guardò di fronte a sé, rimanendo estasiato dal profilo di una lucente cerva dal vello argentato. Se non si fossero mossi, sarebbe fuggita anche quella volta.

«Nam, vai a destra. Io andrò a sinistra. Stasera la prenderemo.» disse l'altro, levandosi i capelli neri dal viso teso con una mano. Namjoon aveva appena mosso un piede quando la cerva sollevò il capo di scatto, saltando e scomparendo tra la buia vegetazione.

«Dannazione, ti avevo detto di stare attento!» sbottò Taehyung, seccato dalla sua goffaggine. L'amico lo guardò trasecolato, scuotendo la testa. «Ti sbagli, non è possibile che sia stato io!»

«Allora chi? Il coprifuoco è passato da un pezzo, non c'è nessun altro in-» le parole gli morirono sulle labbra. Numerose foglie calpestate a ritmi regolari, veloci, pesanti. Erano dei passi: qualcuno stava correndo nella loro direzione. «Presto, nascondiamoci!» Il corvino raggiunse in fretta l'albero adiacente, poggiando la mano sul tronco che si spaccò, si aprì tanto da formare un varco in cui poté rifugiarsi. La corteccia si richiuse subito dopo dietro di sé, schermandolo da qualsiasi sguardo.

Il rumore dei passi era ormai chiaro alle sue orecchie, assieme agli ansimi affaticati dell'intruso. Una figura scura, piegata su sé stessa, rantolava nel buio incespicando. Si capiva che non riuscisse a camminare ma, nonostante ciò, continuava a correre disperata mentre si guardava le spalle, spaventata. Passò proprio davanti all'albero di Taehyung e capì che fosse un uomo, dati gli sbuffi rauchi che uscivano dalla sua bocca. In pochi secondi, scomparì tra gli arbusti neri e il silenzio tornò a fare da sovrano, interrotto solo dal fruscio delle foglie e dalle civette.

Namjoon uscì dal tronco vicino con un'espressione allarmata. «Meglio tornare a casa in fretta.» gli disse, voltandosi dalla parte opposta. Taehyung emerse dal legno titubante, cercando tra la vegetazione qualche traccia dell'intruso.

«Non sarebbe meglio andare a controllare?» Uno scintillio sul terreno attirò la sua attenzione. Si accovacciò, raccogliendo una delle foglie macchiate di denso liquido nero. Si annusò le dita sporche e distinse un forte odore metallico. «Sta sanguinando. Se stesse morendo?»

«Non sarebbero fatti nostri. Conosci le regole: dobbiamo stare alla larga dagli estranei.»

«Le regole dicono anche di non andare nella foresta di notte, eppure l'idea è stata tua.» ribatté Taehyung, sostenendo lo sguardo dell'amico. Per qualche istante, solo i loro respiri si parlarono, prima che Namjoon sbuffasse: «Senti, fa come ti pare. Io torno a casa.» Alzò una mano al cielo e il suo corpo fu lambito da raffiche di vento. Sparì, lasciando solo una manciata di foglie svolazzanti al suo posto.

La pietra del Vento // VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora