Ci abbiamo messo quasi due ore per prepararci.
Julie si è messa un vestito rosso attillato con le maniche in pizzo a tre quarti dello stesso colore. Le sta molto bene, ha un fisico da urlo. È molto alta, circa 1,75 ed ha tutte le curve al posto giusto.
Non come me, io sono un obbrobrio. Fin da piccola sono sempre stata molto esile e anche adesso lo sono. Troppo magra e troppo bassa. Sono praticamente piatta e i reggiseni imbottiti purtroppo non fanno ancora i miracoli.Io ho dovuto indossare il vestito bianco. È attillato sul petto senza spalline e scende morbido sui fianchi fino a metà coscia. Non mi sta male, ma mi starebbe meglio se avessi una terza ecco.
"Tacco 12 o 10?" Mi chiede Julie
"Vans o all star?" Le rispondo io sarcastica
"Fai la seria ti prego! Non puoi metterti le scarpe da ginnastica a questa festa, te lo proibisco!" Mi risponde con un tono capriccioso, come quando i bambini vogliono assolutissimamente qualcosa dai genitori
"Va bene, vada per il 10"
"Grandioso!" Mi dice battendo le mani
"Sappi però che non ci so camminare, dovrai reggermi tutta la sera"
"Oh tranquilla tesoro, ci penserà un ragazzo a reggerti" mi dice mentre mi fa l'occhiolino
Ragazzi? No. Assolutamente no. Niente ragazzi nella mia vita, mai più. Me lo sono ripromessa quando avevo 12 anni e fosse l'ultima cosa che faccio, ma manterrò questa promessa. I ragazzi e gli uomini in generale hanno solo portato dolore, rabbia e un grande enorme vuoto nella mia vita, non permetterò che accada di nuovo.
"Devo proprio metterla la maschera? Nessuno mi vedrà così" cambio velocemente discorso
"Ma è proprio questo l'obiettivo! Deve essere tutto un grande mistero, è molto più eccitante così! E poi non hai idea delle facce che fanno molti studenti quando si rendono conto di aver scelto una matricola non esattamente carinissima" e poi scoppia subito una sonora risata da parte di entrambe
Da quanto non ridevo così? Praticamente una vita, è una bella, bellissima sensazione. E devo tutto a lei, alla mia salvatrice.
[...]
Ci abbiamo messo quasi venti minuti per arrivare alla confraternita giusta perché ad ogni passo rischiavo di rompermi una caviglia. Adesso sono più o meno stabile.
Attraversiamo il cortile che è già pieno di bottiglie e bicchieri vuoti e gente che vomita.
Disgustoso.
Saliamo le scale e la porta è aperta così decidiamo di non bussare.
Dentro è il caos più totale.
Gente che salta, che urla, che beve, gente mezza nuda, gente completamente nuda."Ma non era mica un ballo in maschera che consiste nel nascondere più parti di noi possibili? No perché qui hanno tutti i gioielli di famiglia al vento" dico io alquanto sconcertata da quello che sto vedendo
"Questa è la festa nella festa. La vera festa è nell'altra ala della confraternita. Vieni" mi risponde Julie
La seguo attraverso corridoi pieni di gente che vomita o si struscia addosso a qualcuno o entrambe. Il college non dovrebbe essere un luogo in cui si raggiunge una certa maturità? Io qui di maturo vedo solo le mele che quel ragazzo ubriaco ha scambiato per bocce da biliardo.
Più andiamo avanti, più ci allontaniamo dal casino di questa festa disgustosa.
Attraversiamo un altro lungo corridoio per poi arrivare davanti ad una porta a due ante in legno, sopra c'è un cartello con scritto "lasciate ogni speranza voi ch'entrate". Carino citare Dante, molto originale, davvero."Siamo arrivate?" Chiedo con una sorta di speranza nella voce
"Yes. Ascoltami bene, adesso entriamo e dobbiamo dividerci perché devo cercare una persona, nel frattempo cerca di fare amicizia magari e soprattutto di rimorchiare, sei uno schianto tesoro" mi risponde la mia amica dandomi uno schiaffetto sul sedere
"Ci proverò" dico mostrando un mezzo sorriso
Ho un po' d'ansia effettivamente. Non so cosa aspettarmi là dentro e restare sola non mi aiuterà a rendermi più tranquilla. Non riesco neanche a finire il pensiero che Julie spalanca la porta ed entra dentro, la seguo subito, non voglio che l'attenzione sia tutta su di me, quindi adocchio subito il tavolo dei drink e mi ci catapulto sopra. Non sono una che beve, beh, in realtà non lo so dal momento che non ho mai bevuto, penso che questa sia la sera giusta per farlo.
Chiedo al barista un vodka lemon e intanto mi giro a guardare la sala.
È bellissima, è piena di palloncini rossi e bianchi sparsi ovunque, dei festoni dello stesso colore cadono dal soffitto come a formare delle onde e l'atmosfera è molto intrigante. Le luci sono soffuse e la musica non è la solita robaccia tamarra da discoteca, bensì musica da sala remixata, giusto per darle quel qualcosa in più. Ci sono davvero molte persone, ma la sala è molto grande quindi c'è comunque molto spazio. Ci sono abiti di ogni tipo, dai vestiti del 1800 a quelli più moderni, alcuni sono davvero originali.
Vengo richiamata dal barista che mi dice che il mio drink è pronto. Ok, è la prima volta che bevo un alcolico, anche perché non credo che quei cioccolatini con il liquore e la ciliegia valgano come drink alcolico.
Bevo il primo sorso e mi sento la gola bruciare. Poggio subito il bicchiere sul banco e mi rigiro verso la sala.Noto che ci sono più ragazzi che ragazze e questa cosa non mi piace, cerco tra la folla Julie ma non riesco a vederla, tra un po' andrò in giro a cercarla per vedere se è tutto ok. Vengo distolta dai miei pensieri dal dj che annuncia al microfono che il gioco ha inizio ora.
Bene, penso che il drink mi servirà, lo riprendo e lo butto giù tutto d'un fiato.
Ne chiedo un altro uguale al barista ma nel frattempo un ragazzo mi poggia la mano sul sedere. Mi giro di scatto e lui mi sorride. Ha un completo nero con camicia bianca e una maschera nera che gli copre tutto il viso tranne le labbra. Gli mostro il mio sguardo peggiore ma non sembra importargli perché riporta le sue sudicie mani sui miei fianchi."Come ti chiami?" Mi chiede lui
"Va via" rispondo io fredda
"Ti ho solo chiesto come ti chiami, stai tranquilla" ribatte facendomi un mezzo ghigno
"Ti ho detto di levarti dalle palle se non vuoi che mi metto ad urlare"
"Ok ok, stronza"
Non riesce neanche a pronunciare tutta la parola che gli tiro una ginocchiata nelle parti intime. Si piega in due dolorante e alza lo sguardo per guardarmi.
"Stronzo ci sarai tu, fanculo"
Prendo il mio drink e mi avvio verso dei tavolini che sono dall'altra parte della sala. Perché gli uomini sono così? Perché hanno solo una cosa in testa?
Mi siedo ad un tavolino che è vicino all'ingresso nei bagni e scruto la sala cercando la chioma bionda della mia amica ma ancora nulla, strano.
Sto bevendo il mio drink quando sento la sedia del tavolino dietro al mio spostarsi, qualcuno si è appena seduto.
Continuo a bere e subito sento qualcuno che si è avvicinato da dietro e ha la faccia vicino al mio collo, non faccio in tempo a girarmi perché questa persona parla."Ciao ranocchia"
Cazzo.
No.
Non può essere.
Cazzo.Non mi giro per vedere chi è perché lo so già, quella voce roca e profonda che già a 12 anni mi faceva impazzire ha appena pronunciato quelle parole.
È lui. È Harry.
Senza riflettere mi alzo e praticamente corro fuori dalla sala.
Non posso crederci, non è possibile.
Com'è possibile?
Harry, il mio Harry è qui.
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Soul Sister
FanfictionHarry e Violet. Violet e Harry. Il destino ha preservato per loro una vita piena di ostacoli e problemi. Tutto sembra remare contro il loro amore e la loro relazione. Distanza. Illegalità. Pericoli. Tradimenti. Questi sono solo alcuni dei tanti o...