The chase to end all time

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Jack Crawford entrò con passo deciso nella grande aula universitaria della facoltà di medicina. Un odore familiare di libri nuovi, polvere di gesso e legno invecchiato gli riempì subito le narici, riportandolo indietro di parecchi anni. Una folla di ragazzi si alzò dai propri banchi non appena l'insegnante annunciò la fine della lezione e Jack dovette farsi strada verso la cattedra superando i giovani, impazienti di uscire dalla stanza.

Si avvicinò al professore, adesso di spalle, impegnato a mettere in ordine alcuni fogli sparsi sul tavolo. Jack prese un profondo respiro prima di parlare: quella situazione gli sembrava un doloroso deja vu.

"Professor Robins".

L'uomo si girò, sussultando lievemente, preso alla sprovvista. Il professor George Robins era un uomo sulla cinquantina, magro, slanciato, dal viso allungato e gli occhietti piccoli. La sua figura sembrava essere il ritratto della sua intelligenza, pragmatica e spiccata.

George guardò Jack con curiosità da dietro le sottili lenti dei suoi occhiali. Poi, il suo sguardo fu catturato dal distintivo che Crawford gli stava presentando.

"Agente...Crawford", lesse il professore, rivolgendogli un sorriso cordiale. "FBI", sussurrò più a se stesso che a qualcuno in particolare.

"Spero di non disturbarla, professore. Potrei rubare qualche minuto del suo tempo?", chiese Jack, riponendo nella tasca della giacca il distintivo e incrociando le braccia.
Robins si appoggiò alla cattedra, un'espressione pensierosa dipinta sul volto.

"Certo, nessun problema", si tolse gli occhiali e gli pulì distrattamente con l'orlo della sua camicia, per poi riadagiarli con cura sul naso. "Immagino che si tratti del dottor Lecter, dico bene?".

Crawford annuì, sorridendogli con gentilezza. Quell'uomo gli piaceva, sembrava una persona per bene, educata e istruita.
Gli ricordava Hannibal, il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta.

"È così. Sappiamo che lei e il dottor Lecter eravate compagni di stanza qui al college, quando eravate studenti", spiegò Jack. George annuì.

"Sì. Condividevamo la stanza, frequentavamo gli stessi corsi e le stesse persone".

"Si può dire che foste buoni amici".

George ci pensò per qualche secondo, per poi annuire con un sorriso nostalgico.

"Direi di sì. Hannibal non è mai stato un tipo ordinario, di conseguenza neppure la nostra amicizia lo era".

"Potrebbe scendere un po' più nel dettaglio? Che tipo era in quegli anni? Chi frequentava?"

Robins inclinò leggermente la testa da un lato, rivolgendo a Crawford un sorriso appena accennato, quasi sospettoso.

"Agente Crawford... non mi fraintenda, sono completamente disponibile a collaborare con lei e l'FBI, ma qual è lo scopo, adesso?", chiese Robins con una punta di ironia nella voce. "Ho seguito tutta la vicenda su Lecter: ho letto i giornali, guardato i notiziari, ho persino fatto il test su Tattlecrime.com per sapere a chi somiglio di più tra Hannibal Lecter e Will Graham" - Robins si lasciò scappare una breve risata - "Quei due hanno fatto un volo dalla scogliera, ridotti in condizioni pietose. Quante possibilità ci sono che siano sopravvissuti?".

"Professor Robins, lei conosce bene il dottor Lecter, sa di cosa è capace e sono pronto a scommettere che non ha creduto neppure per un secondo all'ipotesi che quell'uomo sia morto". 

I due uomini si guardarono intensamente negli occhi per qualche istante, prima che George si lasciasse andare ad un'altra breve e singhiozzante risata. Alzò le mani in segno di resa e disse:

"Colpevole. Lo conosco abbastanza bene da sapere che è un uomo pieno di risorse. Ne sa una più del diavolo. Escludendo l'ipotesi che il diavolo sia proprio lui".

The Song of the Lamb [Hannigram] *ITA*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora