"Will. Will, svegliati, siamo arrivati".
Will aprì pigramente gli occhi, alzando la testa che teneva premuta contro il finestrino e sbadigliando. La vista era ancora appannata dal sonno e dovette passarsi una mano sugli occhi per tornare a vedere l'ambiente circostante con chiarezza. Lanciò una veloce occhiata fuori dal finestrino, notando alti e fitti alberi che circondavano l'auto.
Sentì lo sportello di Hannibal aprirsi e l'uomo uscire dalla macchina a passo lento e zoppicante, una mano premuta sul fianco ferito. Will lo seguì subito dopo, affrettandosi al suo fianco per offrirgli un braccio su cui sorreggersi che Hannibal, malgrado l'orgoglio ferito, accettò."Ti avevo detto che ti avrei dato il cambio", lo rimproverò Will, sorreggendo con entrambe le mani il peso del dottore e osservando il suo viso, il quale non tradiva alcuna espressione del dolore che sicuramente stava provando.
Hannibal non rispose, si limitò a sorridere e ad accennare con il capo la casa di fronte a loro.
"Entriamo. Cambiamoci le fasciature e poi preparo qualcosa per il pranzo".
Will rise, scuotendo il capo e guidando Hannibal verso la casa, a passi lenti e cauti.
"Tu non farai proprio niente. Ti aiuto con le bende e poi riposi. Al pranzo ci penso io".
La voce di Will era ferma e determinata, ma tradiva anche una punta di divertimento. Hannibal gli lanciò un'occhiata veloce, pronto a ribattere e ribadire che stava bene, ma un'improvvisa fitta al fianco lo fece desistere e si arrese al suo corpo ferito e disgraziatamente umano.
Arrivarono davanti alla porta e Hannibal indicò a Will un sasso sotto cui si trovava la chiave e dopo aver sussurrato un "Banale" che fece quasi alzare gli occhi al cielo al dottore, si piegò a raccoglierla.
Una volta dentro, Will non perse tempo a guardarsi intorno e guidò subito Hannibal verso il divano che aveva adocchiato appena entrato. L'uomo si sedette con poca grazia e accompagnato da un grugnito di dolore, stringendo con una mano l'avambraccio di Will. Fece cadere la testa all'indietro, poggiandola sui cuscini del divano, gli occhi chiusi nel tentativo di riprendere il controllo sul suo corpo e non lasciarsi travolgere dal dolore."Fammi vedere", ordinò Will, abbassando lo sguardo sulle fasciature intrise di sangue. Si accigliò e aprì la bocca per rimprovare nuovamente Hannibal, per ricordargli che non si sarebbe dovuto spingere oltre i suoi limiti, che era un essere umano. Decise di rimanere in silenzio quando vide il suo volto, di solito sempre impassibile e impenetrabile, contratto in una smorfia di dolore.
"Dove posso trovare delle bende e degli antidolorifici?", chiese, il tono basso e dolce, come se davanti non avesse uno dei più pericolosi serial killer della storia, ma un trovatello bisognoso di aiuto.
"Nel bagno, in fondo a-ugh!", la voce di Hannibal fu spezzata da un gemito di dolore, sudore freddo cominciò ad apparire sulla sua fronte e la presa sul braccio di Will si strinse.
Il respiro cominciò a farsi pesante e la vista sempre più annebbiata."Ehy, ehy. Rimani sveglio", Will lo scosse con fermezza e delicatezza, incorniciandogli il volto con le mani. "Resisti, ci penso io".
Will si allontanò dal divano, dirigendosi verso il bagno alla fine del corridoio. Non perse molto tempo a guardarsi intorno, ma da quello che riuscì a notare, dedusse che si trattava di una casa moderna, elegante e sicuramente costosissima. Non era il nascondiglio ideale; erano circondati dagli alberi e piuttosto distanti dalla città, ma l'abitazione era troppo sfarzosa per non saltare subito all'occhio.
Raccolse tutto ciò che gli serviva e corse da Hannibal, inginocchiandosi davanti a lui e alzando il maglione che indossava per scoprire le bende zuppe di sangue. Prese delle forbici e le avvicinò al maglione, cominciando a tagliare per sbarazzarsi di quel fastidioso ostacolo. Srotolò le bende con delicatezza, l'uomo sotto di lui tremava leggermente e, seppur facesse del suo meglio per rimanere il più stoico possibile, Will lo vide sussultare un paio di volte.
Quando scoprì la ferita, Will non potè fare a meno di contrarre il viso in una smorfia. Aveva un aspetto orribile, trascurato, e i punti di sutura sembravano essere stati cuciti con urgenza e poca attenzione. Del sangue sgorgava lento da quel terribile rammendo, sporcando la pelle diafana dell'uomo.
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The Song of the Lamb [Hannigram] *ITA*
Hayran Kurgu"Non posso prometterti di non provarci di nuovo", Will ruppe il silenzio. Hannibal annuì, intuendo a cosa si riferisse: "Immagino sia difficile accettare questa parte di te. Sarebbe più facile uccidermi e sperare di vederla morire con me". "Sei la m...