«TERZO CAPITOLO»

31 3 2
                                    

È lui , il ragazzo del piano. Saluta tutti e fa un cenno verso Steve e i suoi amici. Poi i suoi occhi si posano su di me e con un sorrisetto beffardo si volta senza salutare o dire nulla.
Mark è costretto ad avvicinarsi per sovrastare l'alto volume della musica, spero mi dica il suo nome.
«Scusatelo, lui è Josiah, non è un tipo troppo espansivo» Ci sorride e torna al suo posto.
Josiah, ecco come si chiama. Ha un nome bellissimo, originale.
Mandy mi tira un pizzicotto sul braccio e mi riporta alla realtà.
«È lui, non è vero?»
Annuisco velocemente e lo guardo ridere con i suoi amici.
«È proprio bello, però smettila di fissarlo o se ne accorgerà»
La guardo male e mi lascio andare sul divanetto in attesa del mio Mojito. Si prospetta una serata interessante.
«Kat, devi parlarci. Chiedigli di andare a ballare o non so fagli i complimenti per ieri sera, insomma, inventati qualcosa!»
Ha ragione, non posso lasciarmi scappare quest'opportunità.
Arriva il barista con i drink e io inizio a sorseggiare il mio.
«Allora ragazze, di che anno siete?» È un compagno di Mark a parlare, mi pare si chiami Barclay o qualcosa di simile.
«Duemilauno, siamo al senior, in classe con Steve»
Mad risponde e solo in quel momento mi ricordo di Steve. Lo guardo e lui alza le mani al cielo senza farsi notare dagli altri. Mi mima un "è lui?" con le labbra e io gli rispondo annuendo. Continua con "mi ringrazierai dopo" e io gli sorrido di rimando. Grazie Steve.
«Andiamo in pista?»
La conversazione è andata avanti mentre io "parlavo" con il mio migliore amico e un altro ragazzo ha proposto di andare a ballare.
Guardo Josiah, non sembra aver intenzione di alzarsi.
«Vi raggiungo tra poco, finisco di bere e arrivo»
Informo i ragazzi e faccio segno a Mad di andare pure senza di me.
«Cosa cerchi di fare?»
Parla con me? Credo di sì, siamo rimasti in due, io e Josiah.
«Come scusa?»
«Perché non sei andata a ballare? La scusa del drink è troppo banale»
Ammetto che mi sta leggermente sulle ovaie.
«Semplicemente voglio finire il mio cocktail in pace, se ti do fastidio puoi pure andartene. Tu invece, perché non sei con gli altri?»
Alza un sopracciglio e poi mi risponde.
«La musica bella inizia dopo»
«A proposito di musica... sei tu il ragazzo che suonava il piano sulla ventitreesima ieri sera, non è vero?»
«Sì, hai indovinato, sono io. Ah, prima che tu mi chieda altro, non ho voglia di parlarne»
«Okay, non volevo infastidirti, scusa...»
«Vai dagli altri, la tua amica ti sta chiamando»
Davvero simpatico e socievole, forse dovrei lasciar perdere.
«Non ho bisogno che tu mi dica cosa fare, la prossima volta che parlerai con me vedi di fare meno lo stronzo»
«Molto probabilmente non ci sarà una prossima volta»
Dio, che odio. Credo di averlo valutato in modo scorretto. Pensavo che, essendo che suonava il piano, magari sarebbe stato più sensibile o profondo? Non so se il mio ragionamento abbia molto senso ma, ad ogni modo, mi sbagliavo.
Faccio per alzarmi parecchio innervosita ma una voce femminile cattura la mia attenzione... e quella di Josiah.
«Ci vediamo più tardi al mio dormitorio J?»
Lui mi guarda con aria di sfida e risponde di si alla ragazza mora.
Rettifico, mi sbagliavo, ma proprio di grosso. È uguale a tutti gli altri. 
Finisco il mio drink tutto d'un sorso e, sbattendo il bicchiere sul tavolo raggiungo il resto del gruppo in mezzo alla mischia di gente.
Mad sta ballando con un ragazzo, mentre Steve si sta limonando in modo molto "passionale" con una ragazza del gruppo di Mark.
Qualcuno mi cinge la vita e cerca di farmi muovere a ritmo di musica ma io gli tiro una gomitata e me ne vado. Menomale che Mandy mi stava chiamando...
Esco sul piccolo terrazzo per prendere una boccata d'aria. Io l'avevo detto che non volevo uscire.
Mi sento sfiorare la spalla, è Mark.
«Kathrine, va tutto bene?»
«Sì, insomma... a parte il tuo amico stronzo e i miei amici che si sono scordati di me, sì, va tutto bene, grazie»
Lui ride, ha un bellissimo sorriso.
«Parli di Josiah? Non fare caso a lui, è così con tutti all'inizio. Vedrai che se uscirete ancora con noi sarà sempre meno sulle sue. Quanto ai tuoi amici non so che dirti, si stanno solo divertendo, dovresti farlo anche tu»
Gli rivolgo un mezzo sorriso e abbasso la testa.
Con la coda dell'occhio noto che mi sta fissando, allora cerco di voltarmi dal lato opposto, non mi piace quando la gente mi osserva insistentemente.
«Ti va di andare a fare un giro?»
«Sinceramente, credo proprio che andrò a casa, scusami»
«E come ci vai a casa? Facciamo così, se non hai voglia di fare un giro almeno fatti accompagnare, può andarti bene come compromesso?»
Sbadiglio e gli concedo questo privilegio annuendo e ringraziandolo semplicemente.
Mi accompagna alla sua auto e salgo. Lui mette in moto ed esce dal parcheggio.
Chiede il mio indirizzo e si avvia verso casa mia.
«Sei davvero gentile ad accompagnarmi, non devi sentirti obbligato»
«Tranquilla, lo faccio con piacere, non mi sento in dovere solo perché sei amica di mio cugino»
Mi sorride e io ricambio.
«Ad ogni modo, mi farebbe piacere rivederti. Venerdì ci sarà la prima partita della stagione invernale, ti andrebbe di venire?»
«Giochi tu? A quale sport?»
«Si, faccio parte della squadra di basket»
«Beh, sì, mi piacerebbe venire. Posso portare qualche amico?»
«Certo, sennò credo che ti annoieresti da sola sugli spalti»
«Hai ragione, a che ora sarebbe?»
«Giochiamo per le 6 p.m.»
«Perfetto, ci sarò»
Svolta l'angolo di casa mia giusto in tempo per evitare il silenzio imbarazzante.
«Ti ringrazio ancora, ci vediamo venerdì!»
Entro in casa e ormai sono quasi le 2 a.m. 
Mi sistemo per la notte e mando un messaggio veloce ai miei migliori amici in cui spiego di essere ritornata a casa.
Apro la chat di Mandy e trovo un messaggio:
- Non so dove ti sia cacciatw ma credo du aver combinato un caszo di casino cn Steve
Mi sa proprio che si è ubriacata.






The pianistDove le storie prendono vita. Scoprilo ora