Note d'incipit: Ciao a tutti! Solo per dirvi che questa prima parte contiene lunghe descrizioni di ambientazione. Spero non vi uccida di noia, ma se avrete pazienza la storia poi parte. Mi eclisso, ma mi ritroverete nelle ultime righe. Buona lettura! =)
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Vorrei...vorrei...vorrei...
Pensa a ciò che i tuoi giorni rende vuoti, a ciò che ti conviene;
il destino dipende dai tuoi voti: prima di farli, riflettici bene.
C'era una volta in una terra lontana, ma proprio lontana e in un tempo che non saprei dirvi quando, un paese ricco di folte foreste e in mezzo a queste tante radure verdi.
In una di queste, se ci foste capitati, avreste potuto trovare dei campi ben coltivati e un frutteto pieno di alberi di ogni tipo di frutto allora conosciuto. E tra i campi e il frutteto, situata al limitare della foresta, vi era anche una casetta in legno.
Ora qualcuno tra voi, cari i miei lettori, avrà forse sentito parlare di uomini che lamentano di non aver ricevuto abbastanza ricchezze nella loro vita e di quanto il destino sia stato ingiusto con loro per questo motivo.
"Potrebbe dirsi felice una vita che d'oro e d'argento non sia riempita?"
E già questo è proprio il motto di quelli che finiscono per dimenticare che i beni importanti sono ben altri e che spesso si scordano persino di apprezzare ciò che già hanno.
Ecco chi abitava in quella casetta di cui vi ho appena parlato non la pensava come loro...
Thor era un giovane taglialegna sui trent'anni nato da una povera e umile famiglia di contadini. Nella sua povertà egli aveva comunque ricevuto dei bellissimi doni: due occhi blu come il mare, dei capelli biondi come il grano che egli teneva sempre lunghi e un sorriso dolce e solare che metteva allegria e dava conforto a chiunque avesse accanto. Era forte e muscoloso con la pelle abbronzata dal sole e le mani segnate dalla fatica, ma non per questo indelicate o rozze se si trattava di fare una carezza.
Quella mattina, come tutte le altre, si alzò presto, si legò i capelli in una coda bassa, indossò i calzoni e una camiciola vecchia da lavoro e uscito dalla camera da letto scese i pochi scalini in legno che conducevano al piano inferiore. Quello era un unico stanzone con pareti in pietra e con un soffitto sorretto da grosse travi di legno scuro. La parete di destra era occupata da un caminetto di mattoni e su quella di fondo vi era la porta d'ingresso con accanto un cassettone ben lavorato, e così si era salotto. Su quella di sinistra invece si trovava una lunga e bassa credenza e sulla quella accanto, che terminava poi con le scale, ce n'era un'altra meno grande e affiancata da un piccolo lavello, e così si era in cucina. La stanza era piccola, ma calda, accogliente e ben illuminata da diverse finestrelle. A occuparne proprio il centro ecco un tavolo di legno massiccio; sopra a questo Thor trovò, in una ciotola in terracotta, un uovo sodo e una fetta di pane e lì accanto un fagottino di stoffa chiuso da un bel nodo. Afferrò l'uovo e il pane e li divorò con poca grazia dopodiché prese il fagottino e se lo mise in tasca prima di uscire sotto al piccolo portico in legno della casa.
Era una bella giornata e indossati gli scarponi Thor prese un bel respiro e si godette un istante la vista di ciò che aveva davanti: la luce invadeva i campi e il frutteto e si udivano persino gli uccellini cinguettare.
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Once upon a time in Thunderfrost
FanfictionSe... Se Loki fosse uno sguattero dall'animo nobile costretto a subire le angherie di un padre crudele, o una creatura del mare che sogna un principe che abita sulla terra ferma? E ancora...se Thor fosse non solo un principe, ma un falegname o un gi...