Woosan #3

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Entro in classe e vado al mio posto a testa bassa. Non faccio più caso ai commenti che fanno su di me, ormai.
Mi sistemo sulla sedia e tiro fuori il materiale che mi serve per la mattinata.
I passi pesanti di Kang Dong Sik e dei suoi amici che si avvicinano mi spaventano, ma riesco a mettere tutte le cose più preziose al sicuro.

-Choi San.

Si avvicinano pericolosamente al mio banco e mi accerchiano.

Alzo lentamente la testa e li guardo: hanno tutti lo stesso sguardo, arrabbiato ed esasperato dalla vita, tranne Jung Wooyoung.

È leggermente più lontano da me e mi guarda dispiaciuto. Si guarda intorno e sussurra nervosamente, prendendo Dong Sik per la manica:

-Hyung, sta arrivando il professore.

I ragazzi si precipitano a sedersi ai banchi lasciando Wooyoung costretto a sedersi vicino a me.

Istintivamente mi faccio da parte, allontanandomi da lui:

-Oggi non ho soldi, ho solo un panino.

Sussurro sotto il mio respiro.

-Non mi servono i tuoi soldi e neanche il tuo cibo, San. Sinceramente ne ho abbastanza di fare il bullo insieme a loro.

Indica i ragazzi qualche fila più avanti.

-Davvero? Non ti sevono neanche i compiti?

Mi rimetto gli occhiali e lo guardo stupito.

Ridacchia e prende una matita dal mio astuccio, sorridendomi:

-Sei così carino, Sannie. Chiamami oggi pomeriggio, ti porto in un posto.

Mi porge un pezzo di carta con il suo numero scritto sopra e porta la sua attenzione alla lezione, lasciandomi basito a guardare le cifre del suo numero tra le mie dita.

Nel pomeriggio.

Mi decido a chiamare il numero, sperando non mi avesse preso per il culo e fosse veramente il suo.
Lo digito e faccio partire la chiamata, sedendomi sul bordo del letto.
Squilla un paio di volte, poi una voce risponde:
-Pronto?
-Jung...Jung Wooyoung?
-San? Sei tu?
risponde con voce allegra.
-Sì, sono io. Dicevi veramente di uscire prima?
-Mhmh, certo San. Dai, esci. Ti aspetto sotto casa tua.
-Come sai il mio indirizzo?
-Eh...ti ricordi quella volta che ti abbiamo rincorso fino a casa, finché tua sorella non ci ha cacciati?
mi risponde imbarazzato.
-Ah, sì. Ora mi ricordo. Va bene, adesso arrivo, aspettami.

Metto giù e mi cambio velocemente, prendo il cellulare e esco di casa.
Wooyoung è giusto fuori dal cancelletto e mi porge un bricco di latte al cioccolato, sorridendomi.
Lo prendo:
-Ciao, Wooyoung.
faccio un sorso.
-Ciao, Sannie. Allora, andiamo? Ti va di andare a fare una passeggiata? Poi magari possiamo andare alle bancarelle e comprare dei tteokbokki, o quello che vuoi.
inizia a camminare davanti a me, senza accorgersene, poi si gira e mi prende per mano, stringendo la presa.
-Wooyoung!
cerco di liberarmi dalla sua stretta.
Scuote la testa e intreccia le dita alle mie.
-Non ti lascio andare. Stai con me. Per favore?
mi fa gli occhioni, lasciandomi perplesso.
-Va bene, puoi tenermi la mano. Però - mi fermo, puntando i piedi per terra e guardandolo dritto negli occhi- non è tutto uno scherzo questo, vero?

Mi guarda dispiaciuto e si avvicina a me, appoggiando le mani sulle mie spalle:
-Scusa se ti ho fatto male, soprattutto qui. -indica il mio cuore- Ho capito una cosa, mentre ero amico di Dong Sik. Ho capito che mi piaci, Sannie. Ogni volta che ti prendevamo qualcosa o ti facevamo male, volevo solo proteggerti da loro. E da me. Adesso ho capito perché mi sento così e sono qui per proteggerti. Non lascerò che nessuno ti faccia più male.

Le lacrime scendono lungo le mie guance mentre lo guardo: è solo una sagoma ora, coperto da un velo di lacrime.
Mi abbraccia stretto.
-Mi dispiace. Ti prego, non piangere.

Nonostante tutta la mia razionalità mi dica di non fidarmi e di aspettarmi che arrivino gli altri ragazzi a darmi fastidio; il mio cuore mi dice che è sincero e mi rilasso tra le sue braccia.

Mi accarezza la nuca mentre mi asciuga le lacrime con la manica del maglione, poi mi lascia un attimo per riprendermi.

-Possiamo andare, Wooyoung.

gli prendo la mano nella mia e lo guardo.

-Bene! Andiamo! All'arrembaggio!

inizia a correre trascinandomi e facendomi ridere.

Camminiamo per un po', mano nella mano, parlando delle nostre passioni finchè non mi stanco.

-Possiamo sederci lì, Wooyoung?

indico una panchina dietro un angolo.

Annuisce e andiamo a sederci: appoggio subito la testa sulla sua spalla, stanco.

-Ti sei preso troppe libertà, tu. Sono più grande di te e non ti ho dato di sicuro il permesso di chiamarmi Sannie.

-Tu ti sei appena appoggiato a me senza chiedermi se potevi. Siamo pari.

Lo osservo e sorrido: in fondo era sempre stato il più gentile con me; non mi toccava a meno che Kang Dong Sik non minacciasse anche lui e faceva sempre finta di dover prendere l'autobus da un'altra parte per controllare che stessi bene.

Ricambia lo sguardo e si avvicina a me, tenendo fissi i suoi occhi nei miei. Sorride interrompendo i miei pensieri. Per un attimo c'è solo lui.

Mi stacco da lui, confuso da quello che provo.
-Wooyoung?
-Sì, Sannie?
continua a sorridermi, con gli occhi fissi nnel miei.
-Ho una sensazione strana. È la meno razionale che abbia mai provato. Mi sembra di essere al sicuro con te, anche se non dovrei sentirmi così.

Mi guarda e mi accarezza i capelli:
-Sannie, mi dispiace così tanto. Sono stato così stupido e darei tutto per tornare indietro.

Scuoto la testa:
-Non ti preoccupare. Mi fido di quello che provo. -mi appoggio di nuovo alla sua spalla- Mi fido di te.

Sorride e mi bacia delicatamente la fronte più volte, sussurrando:
-Ti voglio bene, piccolo Sannie. Ti voglio tanto bene.

Non posso fare a meno di sorridere e stringerlo forte.
-Penso che tu mi piaccia, Woo. Andiamo a prendere i tteokbokki?
-Cos'hai detto?
mi guarda, sorridendo, e allontanandosi leggermente da me.

-Ho detto: andiamo a prendere i tteokbokki?
-No, dai, puoi ripetere quello che hai detto prima?

Mi alzo e lo tiro verso di me, scuotendo la testa:
-No, una volta basta.
ridacchio.

-Anche io ho una cosa da dirti, Choi San.
-Mh?
aspetto curioso.

Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, delicatamente.
Le sue labbra, sulle mie, sono soffici e calde.
Socchiudo le mie, lasciando spazio alla sua lingua.
-Sai di fragole -mormoro- e di panna.
-Tu sai di gelato, sai di cioccomenta.

Mi stacco da lui per riprendere fiato, solo per far riunire le nostre labbra in un bacio lungo, lunghissimo.
Per l'eternità.

ATEEZ ONE SHOTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora