Mi siedo sul divano di pelle con il bicchiere di champagne in mano, guardando Park Seonghwa avvicinarsi.
-È stato veramente gentile ad invitare tutto l'ufficio a festeggiare qui, Presidente.
mi giro verso di lui mentre si siede accanto a me.
Intorno a noi, tutti parlano fra di loro, a piccoli gruppetti sparsi per il salotto. Nella stanza aleggia un vago profumo di frangipani, unito all'odore di pioggia che proviene dalla vetrata accostata. Prima che arrivassero tutti, come suo solito, Seonghwa ha messo uno dei suoi vinili preferiti nel giradischi, senza poi più prestarci tanto caso.
-Parli come se entrassi qui per la prima volta, Hongjoong. -ridacchia e sposta un cuscino dal divano- Ti dice niente quella macchia, tesoro?
L'ultima parola, sussurrata, mi fa arrossire mentre sposto lo sguardo sulla macchia in questione. Mi basta uno sguardo per ricordarmi precisamente gli avvenimenti del weekend precedente, quando ero venuto sul divano sotto il suo tocco, nonostante mi avesse proibito di farlo.
-Presidente...
rimango senza parole, arrossendo come un peperone.
-Però eri proprio carino con gli occhi lucidi, i capelli arruffati e tutto tremante. E poi mi hai chiesto di non punirti con i tuoi soliti occhioni.
ride, divertito.
-Presidente, la prego. Non...non è giusto. Ci sono tante persone.
abbasso la testa, deglutendo, mentre la sua mano si appoggia al mio ginocchio.
-Esattamente, Hongjoong. Dovresti socializzare.
mi lascia esattamente come era arrivato per andare a parlare con dei colleghi, lanciandomi ogni tanto un'occhiata, per controllare che non mi faccia abbindolare da qualcuno mentre bevo.
Un paio d'ore dopo
Sono ancora seduto sul divano che aspetto che finalmente le ultime due persone escano dalla porta per restare solo con lui.
Si avvicina e mi guarda, in piedi:
-Cos'hai fatto finora, piccolo? Sei stato seduto qui a bere tutto il tempo?
il suo sguardo è talmente intenso da farmi mugolare qualcosa di incomprensibile anche a me e, come se non bastasse mi prende il mento tra le dita, stringendo leggermente la presa.
-Non parli? Il mio piccolino vuole essere punito, forse?
-No, daddy. -scuoto debolmente la testa- È solo che mi sento molto stanco. Vorrei dormire un po'.
Cambia subito espressione e mi prende in braccio, sorridendomi. Mi porta su per le scale e poi al suo letto. Mi fa stendere e inizia a spogliarmi, facendo scivolare le dita fredde sulla mia pelle.
Chiudo gli occhi e mi rilasso mentre si toglie i vestiti, dopo avermi spogliato completamente e coperto con le lenzuola.
Si distende accanto a me e mi guarda negli occhi:
-Sei la mia stella, Kim Hongjoong. E ti amo, ma lo sai già, come io so che tu ami me. Quindi non dirlo, piccolo.
conclude la frase appoggiando le labbra sulle mie.
Sorrido e gli accarezzo il petto tonico, accucciandomi a lui. Il suo profumo mi pervade, facendomi ansimare. Sento il suo respiro corrermi lungo la schiena e sussurro, istintivamente:
-Possiamo fare come l'altra volta? Quando mi sono addormentato...
-Sono contento che ti sia piaciuto. Va bene, girati.
Mi giro a dargli le spalle e sussulto quando lo sento infilare due dita dentro di me.
Lascio uscire dalle mie labbra un mugolio, abituandomi.
-Seonghwa. Puoi entrare.
sussurro queste parole e pochi attimi dopo lo sento dentro, facendomi mugolare.
Resta immobile e inizia a parlare:
-Sei sempre così caldo, Hongjoong. Quando stiamo così sento ogni tuo singolo rumore. Anche se sto fermo, i tuoi mugolii riempiono la stanza. Il tuo respiro cambia ritmo, sei più calmo. E amo quando ti stringi attorno a me involontariamente.
Sorrido e chiudo gli occhi, sentendo il suo petto contro la mia schiena.
-A me piace stare così perché mi sento più vicino a te. Sento che ci completiamo. Ti farei stare lì per sempre.
Le sue mani passano lentamente sulle mie braccia più e più volte, finché non mi addormento, pieno di lui.
