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Il suo corpo era adagiato sul mio.
Era caldo, ancora un po' sudato.

Accarezzavo i suoi capelli e la sua mano scorreva sul mio petto.

Il tempo sembrava si fosse fermato.

Come poteva una persona rendermi così...vulnerabile.
Nessuna donna c'era riuscita, ma lui si.

Ma tutto questo mio pensare venne interrotto dal brontolio del suo stomaco.
"Tutto questo movimento mi ha messo fame..." e si alzò stiracchiandosi.

Riprese i vestiti e si rivestì pian piano.

"Tieni..." mi passò un piccolo asciugamano che teneva nel bagagliaio.

Avevo una forte necessità nel pulirmi, soprattutto l'addome...e sinceramente qualsiasi altra parte del mio corpo.

"Ti va di venire da me a cena?" Propose lui già vestito.

"Ci facciamo una doccia e vediamo cosa poter mangiare, anzi speriamo che Jimin abbia iniziato a preparato qualcosa." Sghignazzò.

"Accetto l'invito." Sorrisi infilando infine il maglioncino.

Sistemammo i sedili e un attimo mi sgranchì la schiena.

Guardai il cielo e da qui si poteva ammirare qualche stella.
Mi tornò alla mente cosa avevo scritto nella relazione.
Volevo tanto leggergliela ma qualcosa mi bloccava per ora.

"Ei Kookie..." mi richiamò il maggiore.
"Andiamo?"
Annuii e salì in macchina.

"Chissà come è andato l'incontro tra Jimin e Yoongi..." Proseguí Taehyung alla guida.

"Spero bene anche se Yoongi non è un tipo facile."  Sghignazzai.

"Nemmeno Jimin fidati, ha quel visino da angioletto, ma a volte non l'ho è affatto." E rise.

Mi appoggiai al sedile e guardai fuori.
Sentì i miei occhi farsi molto pesanti.

Percepì una sua mano prendere la mia.
"Dormi pure...tra poco saremo a casa."

Mi diede una piccola carezza sulla guancia, per poi riposizionare le mani sul volante.

Chiusi gli occhi e infine mi addormentai.


"Ei Jungkook..." mi richiamò dolcemente.

"Siamo arrivati." E scese dalla macchina.

Mi stiracchiai leggermente e anche io come lui, scesi dalla macchina.

"Avverto i miei che torno a casa dopo cena..." dissi sbadigliando e digitando al telefono.

Seguì l'argenteo ed entrammo in casa.

Feci partire la chiamata.
"Pronto?" Era la voce di mio padre.

"Papà io sono a mangiare fuori, torno più tardi."

"Va bene, ma non fare troppo tardi"

"Va bene a dopo." E chiusi la chiamata.

"Jimin! Sono a casa!" urlò il maggiore senza ricevere però risposta.

"Pare che non sia ancora tornato..." commentò.

"Avranno avuto da fare." E sorrise.

Appoggiai lo zaino e sospirai.

"Ho sentito che parlavi con tuo padre..." disse lui cavandosi la giacca.

"Si..." e feci lo stesso.

"Le cose allora si sono sistemate." E mi venne vicino.

"Vá molto meglio devo essere sincero..."
"Ma l'ho fatto principalmente..." e presi la sua mano.

Spring Day||• Vkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora